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MONDO

Il presidente al Sisi promette una "risposta brutale"

Egitto, strage nella moschea. Oltre 300 morti, 27 bambini

​L'attentato in Egitto, nel nord del Sinai. Una bomba nella moschea, nel giorno della preghiera e poi spari sui fedeli. Terribile il bilancio: oltre 300 le vittime, decine di feriti. La strage ancora non è stata rivendicata, ma la procura ha detto che i terroristi sventolavano la bandiera dell'Isis

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L'esercito egiziano ha dato il via alla caccia agli assalitori della moschea sufi nel Sinai settentrionale, ha detto una fonte militare, caccia che parte dall'area dell'attacco che ha ucciso oltre 300 persone che partecipavano alla preghiera del venerdì e ne ha ferite decine: il più letale atto terroristico sul suolo del paese. Tra le vittime 27 erano bambini. La procura egiziana ha detto che tra i 25/30 miliziani che hanno compiuto l'attentato, molti sventolavano bandiere dell'Isis. 

La reazione degli egiziani è già in corso e ieri è stata annunciata l'uccisione di 15 miliziani usando alcuni droni. Il presidente Abdel Fattah el-Sisi ha promesso una risposta "brutale" all'attacco alla moschea di al Rawdah. Nessuno ha rivendicato la responsabilità, ma ci sarebbero i segni distintivi di un attacco dell'ISIS.

Si tratta di un vero e proprio atto di guerra da parte degli estremisti islamici che da diversi mesi lottano per strappare il Sinai al Cairo e farne una nuovo capoluogo del califfato dello Stato islamico. Il procuratore generale della repubblica egiziana Nabil Sadeq ha annunciato di aver aperto un'inchiesta incaricando una squadra interforze per portare avanti le indagini e individuare quanto prima i colpevoli.