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MONDO

La tragedia del Mottarone

Lo zio paterno: "Eitan torni in Italia dove si deciderà su adozione"

"Israele lo tolga a rapitori, poi la parola a un Tribunale italiano", dice Or Nirko, zio paterno di Eitan e marito di Aya Biran, tutrice legale del bimbo di 6 anni. Intanto i familiari della madre, in Israele, hanno iscritto il bambino a una scuola israeliana 

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di Tiziana Di Giovannandrea
"I giudici israeliani devono toglierlo dalle mani dei suoi rapitori e riconsegnarlo alla sua tutrice Aya". Questo è quanto spera Or Nirko, zio paterno di Eitan e marito di Aya Biran, tutrice legale del bimbo di 6 anni, unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone e portato a Tel Aviv dal nonno materno, accusato di rapimento del piccolo. 

 "Abbiamo saputo che la zia materna ha presentato un'istanza in Israele per chiederne l'adozione, ma il Tribunale competente per decidere sull'adozione è quello italiano", ha aggiunto Nirko, che ha spiegato che per Aya Biran sarà "complicato" riuscire a vedere il nipote prima dell'udienza di giovedì 23 settembre a Tel Aviv, per quanto non ci siano al momento notizie in proposito. La speranza, dunque, è tutta nell'udienza che ci sarà giovedì.

"I giudici israeliani - ha detto lo zio parlando con l'ANSA - devono decidere sulla base della Convenzione dell'Aja". La zia paterna e tutrice, infatti, ha presentato un'istanza per chiedere l'immediato ritorno del piccolo in Italia sulla base di quella Convenzione del 1980 che riguarda le sottrazioni internazionali dei minori. "Su quello devono decidere in Israele - ha aggiunto Nirko -. Sul profilo dell'adozione, invece, è competente il Tribunale italiano. Noi rispettiamo la legge italiana e quella israeliana - ha detto ancora - e più di questo non possiamo fare, mentre gli altri non lo fanno".

Sul fronte del procedimento italiano, proprio in vista dell'adozione, è già fissata, davanti al Tribunale per i Minorenni di Milano, un'udienza per il 22 ottobre per discutere il reclamo della famiglia materna (tra cui il nonno materno Shmuel Peleg) contro la nomina di Aya come tutrice legale. Nomina confermata dal giudice di Pavia lo scorso agosto.

Nonna materna, 'useremo tutti i mezzi perché resti in Israele'
''Ci stiamo preparando ad adottare tutti i mezzi necessari perché Eitan resti in Israele'', possa ''frequentare una scuola israeliana'', crescere ''in un ambiente israeliano e con una famiglia calorosa e amorevole che conosce dalla nascita''. Così si è espressa la nonna materna di Eitan, Esther (Etty) Peleg, in un'intervista alla televisione israeliana N12. "Al momento trascorre solo del tempo con la sua famiglia, abbiamo preparato la cena di Shabbat insieme ed è avvolto dall'amore e dalla gioia", ha detto la donna.

Eitan avrebbe dovuto iniziare la prima elementare in Italia, ma la nonna materna ha spiegato che "abbiamo ottenuto un permesso dal comune di Tel Aviv per iscriverlo alla scuola 'Arazim', tutti lo stanno aspettando". Sulla battaglia legale per la custodia del nipote, Etty Peleg dice di augurarsi "che alla fine i tribunali israeliani capiscano ciò che è il bene di Eitan''. E si dice disposta a concedere a Eitan il permesso di incontrare la zia paterna, Aya, giunta ieri in Israele. ''Sia che si tratti di una decisione del tribunale, sia che lo voglia Eitan'', ha detto. La donna ha quindi respinto le accuse di aver fatto un ''lavaggio del cervello'' al piccolo. ''Questa è una sciocchezza. Dal momento in cui è tornato qui è insolitamente felice. Questo è il suo mondo da 6 anni. Altrimenti perché i suoi genitori venivano tanto qui?'', prosegue la nonna, descrivendo la sua come una ''famiglia calorosa e amorevole, rispetto alla famiglia in Italia che lo incontrava al massimo una volta alla settimana. C'erano anche mesi interi in cui le famiglie non si incontravano''.

Un terzo indagato per il rapimento 
Per quanto riguarda il rapimento del bambino c'è una terza persona indagata per sequestro di persona aggravata: oltre al nonno e alla nonna, ora c'è anche un 56enne israeliano che era alla guida dell'auto su cui viaggiavano Shmuel Peleg e il bambino per raggiungere la Svizzera. Lo scrivono Il Corriere della Sera e La Provincia Pavese. Nonno, nipote e autista erano stati fermati per un controllo e poi identificati dalla polizia svizzera, nei pressi dell'aeroporto di Lugano, dove Peleg ed Eitan sono saliti su un volo privato con destinazione Israele, dove si trovano attualmente. Secondo Il Corriere il terzo indagato potrebbe essere la stessa persona che il giorno prima aveva affittato l'auto, una Golf blu, a Malpensa.

Tragedia funivia, domani riprende esame periti su fune spezzata
Sul tragico incidente della funivia del Mottarone intanto procede l'inchiesta per stabilire le cause e le eventuali responsabilità dello schianto che il 23 maggio scorso costò la vita a 14 persone. Unico superstite il piccolo Eitan. Domani i periti nominati dal Gip Elena Ceriotti e i consulenti delle parti in causa si troveranno ancora una volta alla stazione intermedia della funivia, all'Alpino.