Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Elezioni-Regionali-e-Comunali-Mimmo-Lucano-Marcello-De-Vito-impresentabili-controlli-Antimafia-006581b1-aaf4-43da-bf30-3cc4a0aab47a.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Controlli Antimafia

Amministrative, anche Mimmo Lucano nell'elenco degli 'impresentabili'

L'ex sindaco di Riace, condannato ieri a 13 anni e due mesi di reclusione nel processo sui presunti illeciti nella gestione dei migranti, è candidato all'assemblea regionale della Calabria. Tra gli impresentabili anche Marcello De Vito, ex M5S e presidente dell'assemblea Capitolina in questa legislatura, candidato nelle liste di Forza Italia per il Comune di Roma

Condividi

L'ex sindaco di Riace Domenico Lucano è l'unico candidato considerato 'impresentabile' alle prossime elezioni regionali in Calabra, secondo il codice di autoregolamentazione dei partiti e la legge Severino. Lucano, condannato ieri a 13 anni e due mesi di reclusione nel processo sui presunti illeciti nella gestione dei migranti, è candidato all'assemblea regionale della Calabria a sostegno dell'uscente sindaco di Napoli Luigi De Magistris.

E' quanto emerge dalle considerazioni della Commissione Parlamentare Antimafia, in base alle verifiche disposte attraverso la Direzione Nazionale Antimafia.

Comunali: 9 'impresentabili'. 4 sono a Roma, tra loro Marcello De Vito
Sono nove gli impresentabili alle prossime elezioni amministrative. Di questi, quattro sono candidati alle Comunali di Roma. Nella Capitale gli 'impresentabili' sono Marcello De Vito- ex presidente dell'assemblea capitolina con Virginia Raggi, ora candidato di Forza Italia a sostegno di Enrico Michetti-, Maria Capozza (Forza Italia) Viorica Mariuta e Antonio Ruggiero (entrambi del Movimento Idea Sociale).

A Napoli l'impresentabile è Carlo de Gregorio, della lista "Essere Napoli", che sostiene il candidato sindaco Catello Maresca: per lui una condanna in primo grado a due anni per importazione e detenzione di sostanze stupefacenti.

A Bologna il nome indicato dall'Antimafia è quello di Riccardo Monticelli, della "Coalizione civica per Bologna ecologista e coraggiosa", che sostiene il candidato sindaco Matteo Lepore: Monticelli ha una condanna a 4 mesi per detenzione ai fini di spaccio.

Una posizione a parte è quella di Marco Metta, candidato sindaco a Cerignola: il Tribunale di Bari ha sancito in modo non definitivo (Metta ha presentato ricorso) la sua incandidabilità in quanto già sindaco di un comune sciolto per infiltrazioni mafiose.

Per le Comunali di Cosenza il nome indicato dall'Antimafia è quello di Gianluca Guarnaccia, della lista "Coraggio Cosenza", a sostegno del candidato sindaco Francesco Caruso: a suo carico due rinvii a giudizio, uno per associazione di stampo mafioso.

A Siderno l'impresentabile è Domenico Barbieri, della lista "Corriamo insieme" a sostegno di Antonio Cotugno: per lui una condanna non definitiva a 6 mesi per detenzione di stupefacenti.

Il caso Cerignola
Piove anche lo stigma politico della Commissione parlamentare Antimafia, come "non presentabile", su Franco Metta, candidato sindaco con lista civica a Cerignola  (Foggia), Comune sciolto per mafia nell'ottobre del 2019 quando lo stesso Metta era primo cittadino. Proprio a seguito dello scioglimento per infiltrazioni Metta era stato giudicato incandidabile dalla Corte d'Appello di Bari, ma il politico ha presentato ricorso in Cassazione ed è in attesa di sentenza.

A quanto si apprende, il solo stigma di "non presentabile"secondo il Codice di Autoregolamentazione non comporterebbe alcuna conseguenza immediata, né nella  candidatura, né per una eventuale rielezione. Il senatore foggiano Marco Pellegrino (M5s) plaude alla decisione della Commissione Antimafia, ricordando di aver segnalato il caso di Metta: "Cerignola merita di voltar pagina -scrive in una nota - e di lasciarsi alle spalle un periodo terribile della sua storia. I cittadini della città di Giuseppe Di Vittorio meritano un'amministrazione comunale sana,lungimirante, al servizio dei cittadini e che cacci via a calci i mafiosi dal Comune".

Morra: Lucano? Non con tutti c'è la stessa inflessibilità
"Essendo io calabrese, questa sentenza ha dimostrato che c'è in Italia un problema di applicazione della norma perché io stesso ho avuto esperienze di altri centri di accoglienza in cui la situazione era decisamente diversa rispetto a Riace: mi piacerebbe che la stessa attenzione, la stessa inflessibilità mostrata con Lucano venisse manifestata da altri Tribunali, da altre Procure nei confronti di soggetti magari oggetto di esposto o di denuncia senza che vi sia stato alcun provvedimento delle procure che evidentemente avranno accertato la non sussistenza dei fatti denunciati o forse no". Lo ha detto il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra.