MONDO
I risultati
Elezioni in Portogallo, il centrodestra vince ma senza maggioranza assoluta
La formazione del premier uscente Pedro Passos Coelho batte i socialisti, ma dovrà cercare l'accordo con altri partiti per un governo di coalizione

Nonostante una cura di austerità lacrime e sangue, il centrodestra del premier Pedro Passos Coelho ha vinto le elezioni politiche portoghesi, perdendo però la maggioranza assoluta in Parlamento. La formazione del nuovo governo si annuncia quindi in salita.
I risultati
Il Portogallo ha votato in controtendenza e non ha punito, come in Grecia o in Spagna, il governo che lo ha traghettato attraverso il tunnel della crisi con misure di austerità che hanno lasciato in ginocchio il paese. La coalizione di centrodestra di Passos e del vicepremier Paulo Costas ha ottenuto il 38,55% dei voti contro il 32,38% dei socialisti di Antonio Costa, ma non raggiunge quota 116 deputati, la maggioranza assoluta in parlamento. Il centrodestra è arrivato infatti a 104, il Ps a 85.
Verso il nuovo governo
Dopo l'annuncio dei risultati Passos Coelho ha confermato che intende formare il nuovo governo ma l'opposizione, finora profondamente divisa, nella notte elettorale è stata concorde nell'affermare di volersi opporre alla designazione di un governo di minoranza di centrodestra. Con ogni probabilità nei prossimi giorni il capo dello Stato Anibal Cavaco Silva darà a Passos Coelho l'incarico di esplorare le condizioni per la formazione del nuovo esecutivo. In Portogallo è tradizione che i governi in minoranza beneficino nei primi mesi dell'astensione dell'altro grande partito. Secondo alcuni analisti è però possibile che il paese debba tornare alle urne già l'anno prossimo. Il leader dei comunisti Jeronimo da Sousa ha detto che il leader socialista Antonio Costa potrebbe tentare di formare a sua volta il governo, ma le differenze fra il Ps, favorevole all'austerità con correzioni, e Be e Cdu, che sono per la fine delle misure di rigore, sembrano inconciliabili.
Le cicatrici della crisi
Delusi dai politici dopo una crisi che ha messo in ginocchio il Paese, molti portoghesi - il 43% - hanno preferito non votare. Il Portogallo sta uscendo dal tunnel. Da un anno non è più commissariato dalla troika Fmi-Ue-Bce, ma le cicatrici sono ancora aperte. Stipendi e pensioni sono stati tagliati, le spese sociali ridotte all'osso: un portoghese su cinque vive sotto la soglia della povertà, le mense della Caritas rimangono affollate e frequentate anche dalla classe media.
Socialisti penalizzati dal caso Socrates
Secondo diversi analisti Passos Coelho ha beneficiato del timore di molti portoghesi di "tornare indietro" votando per i socialisti. È stato infatti il predecessore di Passos, il socialista Josè Socrates a portare il paese nel baratro della crisi e alle forche caudine del salvataggio da 78 miliardi della troika nel 2011. Socrates è finito poi nei guai: accusato di corruzione, è stato arrestato e ha trascorso 9 mesi in carcere. È uscito il mese scorso, agli arresti domiciliari. Per questa tornata elettorale ha fatto la sua prima comparsa pubblica per votare, autorizzato dal giudice a recarsi al seggio elettorale di Marques de Pombal. “L'effetto Socrates” è costato carissimo al Ps.
I risultati
Il Portogallo ha votato in controtendenza e non ha punito, come in Grecia o in Spagna, il governo che lo ha traghettato attraverso il tunnel della crisi con misure di austerità che hanno lasciato in ginocchio il paese. La coalizione di centrodestra di Passos e del vicepremier Paulo Costas ha ottenuto il 38,55% dei voti contro il 32,38% dei socialisti di Antonio Costa, ma non raggiunge quota 116 deputati, la maggioranza assoluta in parlamento. Il centrodestra è arrivato infatti a 104, il Ps a 85.
Verso il nuovo governo
Dopo l'annuncio dei risultati Passos Coelho ha confermato che intende formare il nuovo governo ma l'opposizione, finora profondamente divisa, nella notte elettorale è stata concorde nell'affermare di volersi opporre alla designazione di un governo di minoranza di centrodestra. Con ogni probabilità nei prossimi giorni il capo dello Stato Anibal Cavaco Silva darà a Passos Coelho l'incarico di esplorare le condizioni per la formazione del nuovo esecutivo. In Portogallo è tradizione che i governi in minoranza beneficino nei primi mesi dell'astensione dell'altro grande partito. Secondo alcuni analisti è però possibile che il paese debba tornare alle urne già l'anno prossimo. Il leader dei comunisti Jeronimo da Sousa ha detto che il leader socialista Antonio Costa potrebbe tentare di formare a sua volta il governo, ma le differenze fra il Ps, favorevole all'austerità con correzioni, e Be e Cdu, che sono per la fine delle misure di rigore, sembrano inconciliabili.
Le cicatrici della crisi
Delusi dai politici dopo una crisi che ha messo in ginocchio il Paese, molti portoghesi - il 43% - hanno preferito non votare. Il Portogallo sta uscendo dal tunnel. Da un anno non è più commissariato dalla troika Fmi-Ue-Bce, ma le cicatrici sono ancora aperte. Stipendi e pensioni sono stati tagliati, le spese sociali ridotte all'osso: un portoghese su cinque vive sotto la soglia della povertà, le mense della Caritas rimangono affollate e frequentate anche dalla classe media.
Socialisti penalizzati dal caso Socrates
Secondo diversi analisti Passos Coelho ha beneficiato del timore di molti portoghesi di "tornare indietro" votando per i socialisti. È stato infatti il predecessore di Passos, il socialista Josè Socrates a portare il paese nel baratro della crisi e alle forche caudine del salvataggio da 78 miliardi della troika nel 2011. Socrates è finito poi nei guai: accusato di corruzione, è stato arrestato e ha trascorso 9 mesi in carcere. È uscito il mese scorso, agli arresti domiciliari. Per questa tornata elettorale ha fatto la sua prima comparsa pubblica per votare, autorizzato dal giudice a recarsi al seggio elettorale di Marques de Pombal. “L'effetto Socrates” è costato carissimo al Ps.