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MONDO

Il voto per il rinnovo del parlamento, scrutinate l'84% delle schede

Elezioni in Ucraina, in testa il partito del premier Yatseniuk. Mosca riconoscerà voto dei ribelli

Fronte popolare in testa con il 22%, seguito dal Blocco del presidente Poroshenko e dai nazionalisti di Auto-Aiuto del sindaco di Leopoli. Il Blocco oppositore legato all'ex presidente Yanukovich è al 9,47%. Le "pseudo-elezioni" nelle regioni separatiste minacciano la pace, dichiara il portavoce di Poroshenko. Telefonata Mogherini- Lavrov: "Osservare accordi Minsk"

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Elezioni in Ucraina (Ansa)
Ucraina
In Ucraina il Fronte popolare del premier, Arseni Yatseniuk, sta emergendo come il primo partito nelle elezioni parlamentari di domenica con il 22%, davanti al Blocco del presidente Petro Poroshenko, al 21,6%. Lo ha reso noto la Commissione elettorale centrale, con l'84% di schede scrutinate. Al terzo posto i nazionalisti di Auto-aiuto del sindaco di Leopoli, Andrei Sadovi, con il 10,95%.  Il Blocco oppositore legato all'ex presidente filo-russo Viktor Yanukovich è al 9,47%, il Partito radicale del populista e ultranazionalista Oleg Liashko al 7,46% mentre il partito Patria dell'ex premier Yulia Timoshenko è al 5,74 %. I dati si riferiscono a quella metà dei seggi per cui si vota con il metodo proporzionale mentre il resto viene assegnato con l'uninominale secco. 

Sullo sfondo il voto separatista fissato per il prossimo 2 novembre nelle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk. Elezioni che Mosca ha già detto di voler riconoscere ma che Kiev considera invece una minaccia per il processo di pace. E anche il futuro Alto rappresentante dell'Ue per la politica Estera Federica Mogherini in una telefonata chiede al ministro degli Esteri russo Lavrov di rispettare gli accordi di Minsk.

Non si è votato in Crimea e nelle zone controllate dai ribelli
Quelle di domenica sono state elezioni anticipate, dopo lo scioglimento della Rada (il Parlamento ucraino), lo scorso agosto, da parte del presidente Poroshenko. Non si è votato però in Crimea, annessa da Mosca dopo un controverso referendum in marzo, e nelle zone controllate dai ribelli filorussi nelle regioni orientali di Donetsk e Lugansk, che hanno convocato autonome elezioni parlamentari e presidenziali per il 2 novembre, in violazione degli accordi di Minsk. 

Mosca riconoscerà le elezioni dei ribelli del 2 novembre 
Intanto Mosca fa sapere che riconoscerà i risultati delle elezioni convocate dai ribelli filorussi: lo ha annunciato il ministro degli esteri, Serghiei Lavrov, in un'intervista a Izvestia. "Speriamo che le elezioni si tengano come convenuto - spiega Lavrov - speriamo che il popolo possa esprimersi liberamente e che non sia perturbato dall'esterno. Noi riconosceremo il risultato". Da Washington, arriva la condanna del segretario di Stato John Kerry: "Nell'appoggiare il voto separatista (in Ucraina orientale) Mosca viola i suoi impegni", ha detto Kerry. 

Kiev: voto separatista minaccia la pace
Il voto separatista fissato per il prossimo 2 novembre nelle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk minaccia il processo di pace. Lo ha detto Sviatoslav Tsegolko, portavoce del presidente ucraino Petro Poroshenko, citato dall'agenzia Ria Novosti, in risposta all'annuncio di Mosca di voler riconoscere anche le elezioni dei ribelli. Le "pseudo-elezioni" nelle regioni separatiste - ha dichiaratoTsegolko - "non saranno mai riconosciute dal mondo civile" e "non hanno niente a che vedere con il protocollo di Minsk" ma al contrario ne "violano in modo rozzo lo spirito".