ECONOMIA
Nessun licenziamento e la produzione resta in Italia
Electrolux, firmato l'accordo
L'intesa, raggiunta nella notte tra lunedì e martedì, prevede che Electrolux resterà in Italia e non delocalizzerà in Polonia. L'azienda, inoltre, investirà 150 milioni di euro - nel quadro del piano strategico 2014-2017
Roma
E' stato firmato l'accordo per Electrolux tra azienda, sindacati e istituzioni. Lo ha annunciato il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, che ha parlato di "un accordo straordinario che premia l'impegno straordinario di istituzioni, lavoratori e azienda".
L'intesa, raggiunta nella notte tra lunedì e martedì, prevede che Electrolux resterà in Italia e non delocalizzerà in Polonia. L'azienda, inoltre, investirà 150 milioni di euro - nel quadro del piano strategico 2014-2017 - per mantenere competitivi tutti e quattro gli stabilimenti italiani di Porcìa (lavatrici), Susegana (frigoriferi), Solaro (lavastoviglie) e Forlì (piani cottura).
I punti della trattativa
Salvi, fino al 2017, i 6.000 posti di lavoro con il ricorso a contratti di solidarietà rifinanziati dal governo per 15 milioni. Nessuna riduzione agli stipendi degli operai che però subiranno un taglio dei permessi sindacali del 60%.
Le tappe successive
L'accordo, raggiunto dopo quattro mesi di trattative e 150 ore di scioperi, dovrà ora essere sottoposto al referdum tra i lavoratori.
I sindacati
Soddisfatti per l'accordo anche i sindacati. Il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini ha ricordato che ''sono state necessarie oltre 150 ore di sciopero''. ''I soldi pubblici - ha continuato Landini - si danno alle aziende che investono, non licenziano, non delocalizzano e non chiudono. Secondo il numero uno della Fiom questa intesa rappresenta un modello valido da seguire anche in futuro.
L'intesa, raggiunta nella notte tra lunedì e martedì, prevede che Electrolux resterà in Italia e non delocalizzerà in Polonia. L'azienda, inoltre, investirà 150 milioni di euro - nel quadro del piano strategico 2014-2017 - per mantenere competitivi tutti e quattro gli stabilimenti italiani di Porcìa (lavatrici), Susegana (frigoriferi), Solaro (lavastoviglie) e Forlì (piani cottura).
I punti della trattativa
Salvi, fino al 2017, i 6.000 posti di lavoro con il ricorso a contratti di solidarietà rifinanziati dal governo per 15 milioni. Nessuna riduzione agli stipendi degli operai che però subiranno un taglio dei permessi sindacali del 60%.
Le tappe successive
L'accordo, raggiunto dopo quattro mesi di trattative e 150 ore di scioperi, dovrà ora essere sottoposto al referdum tra i lavoratori.
I sindacati
Soddisfatti per l'accordo anche i sindacati. Il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini ha ricordato che ''sono state necessarie oltre 150 ore di sciopero''. ''I soldi pubblici - ha continuato Landini - si danno alle aziende che investono, non licenziano, non delocalizzano e non chiudono. Secondo il numero uno della Fiom questa intesa rappresenta un modello valido da seguire anche in futuro.