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ECONOMIA

I dati

Eni: prezzo del petrolio si fa sentire sui risultati trimestrali. Descalzi ottimista

Nel primo trimestre l'azienda chiude con un utile netto sceso del 46% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. L'ad si dice comunque soddisfatto: recuperati 600 mln da effetto calo petrolio

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Eni (ansa)
Il calo del prezzo sul petrolio condiziona i conti Eni, che ha chiuso il primo trimestre con un utile netto sceso del 46% rispetto allo stesso periodo di un anno fa a 700 milioni di euro e con un risultato adjusted di 650 milioni. Il Cash flow operativo (la ricostruzione dei flussi monetari) si è attestato a 2,3 miliardi. La produzione è aumentata del 7,2% a 1,697 milioni di barili al giorno.

Descalzi soddisfatto: recuperati 600 mln da effetto calo petrolio
Gli effetti del calo del petrolio appaiono comunque meno preoccupanti di quanto temuto. L'ad di Eni, Claudio Descalzi, commenta i risultati del primo trimestre in modo positivo:"Sono particolarmente soddisfatto dei risultati conseguiti che, in linea con la strategia annunciata lo scorso marzo, recuperano per oltre 600 milioni l'effetto scenario negativo determinato dal crollo del prezzo del Brent"; aggiungendo: "Le produzioni upstream sono in crescita, i piani di sviluppo a sostegno delle nuove produzioni 2015-2016 proseguono secondo le previsioni, mentre tutti i business mid-downstream, approfittando anche di uno scenario favorevole, sono tornati in utile evidenziando i frutti delle azioni di trasformazione avviate. Questi risultati, insieme alla massima attenzione all'efficienza e all'ottimizzazione del capitale circolante, hanno contribuito a mantenere il leverage invariato rispetto a dicembre 2014 nonostante il dimezzamento del prezzo del Brent".

Portafoglio di approvvigionamenti long-term
Il settore gas e petrolio ha conseguito un aumento del 21,5% dell'utile operativo (+0,05 miliardi) grazie alla migliore competitivita del portafoglio di approvvigionamenti long-term a seguito della rinegoziazione di una parte sostanziale e alla buona performance del segmento retail e dei segmenti ad alto valore aggiunto, nonostante i proventi una tantum connessi alle rinegoziazioni rilevati nel periodo di confronto. Il settore raffinazione e Chimica ha conseguito l'utile operativo adjusted di 0,12 miliardi rispetto al primo trimestre 2014. Anche la controllata Saipem ha registrato una ripresa della performance operativa (+25%).

Flusso di cassa
Tornando aI flusso di cassa netto da attivita operativa di 2,30 miliardi, esso ha beneficiato di un maggiore volume di crediti commerciali ceduti in factoring con scadenza successiva alla chiusura del periodo contabile (+352 milioni rispetto al 31 dicembre 2014), e gli incassi da dismissioni di 0,55 miliardi, hanno finanziato buona parte dei fabbisogni relativi agli investimenti del periodo (2,9 miliardi), focalizzati nello sviluppo di giacimenti di idrocarburi e nei progetti di ricerca esplorativa, determinando un incremento dell'indebitamento finanziario netto al 31 marzo 2015 di 1,46 miliardi rispetto a fine 2014, a 15,14 miliardi, su cui hanno inciso differenze cambio per 0,46 miliardi. Il leverage - rapporto tra indebitamento finanziario netto e patrimonio netto comprese le interessenze di terzi - è pari a 0,22 al 31 marzo 2015 invariato rispetto al 31 dicembre 2014, nonostante la crescita dell'indebitamento finanziario netto sopratutto grazie ai cambi più favorevoli.