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ECONOMIA

Esplode "bolla" cinese, panico nelle borse asiatiche. Pechino alle società di stato: "Non vendete"

Giornata drammatica sui mercati asiatici: la borsa di Shanghai arriva a perdere l'8% prima dello stop alle contrattazioni

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La ‘bolla’ della Borsa cinese, che in 12 mesi è cresciuta di  oltre il 150% fino al 12 giugno, è definitivamente esplosa.      
                                       
Shanghai ha aperto la seduta di oggi con un  tonfo dell’8%,  segnando una perdita di oltre il 35% in meno di un mese. Sospesi oltre 1.200 titoli, fino a quasi il 50% del totale. In forte perdita anche Hong Kong: -4,74% nei primi scambi.
 
Poco prima dell’avvio delle sedute borsistiche,  la China Securities Regulatory Commission, l’autorità cinese che regola il mercato finanziario, in un comunicato ha parlato di contrattazioni dominate da un “clima di panico”.
 
La Banca centrale di Pechino è intervenuta, annunciando che garantirà liquidità sufficiente per stabilizzare i mercati.
 
Shanghai ha poi successivamente ridotto le perdite, a -6,7%, per poi ‘ritracciare’ a -4,8% . Analogo andamento per Hong Kong, che si è portata a -4,2%.  
 
 La Commissione che controlla i 112 colossi imprenditoriali di proprietà dello Stato ha ordinato loro di non vendere azioni loro o delle loro controllate "durante questa inusuale volatilita'" del mercato. Anzi. La "Assets Supervision and Administration Commission of the State Council" ha invece ordinato loro di acquistare azioni delle societa' che controllano per stabilizzare il valore delle loro azioni. Le autorità cinesi hanno
annunciato una serie di misure di sostegno al mercato. Il governo ha ordinato alle compagnie statali di comprare azioni, ha aumentato la quantità di azioni che le compagnie di assicurazioni possono acquistare e ha promesso di continuare a fornire liquidità a credito agli investitori.
 
Inevitabili i riflessi sulla Borsa di Tokyo. Dopo aver aperto a -0,41%, l’indice Nikkei ha chiuso in calo del -3,14% .
                                       
Secondo il Daily Telegraph, il vero problema per i mercati mondiali è la crisi finanziaria in Cina, rispetto alla "pantomima greca", scrive il quotidiano del Regno Unito.  Jeremy Warner,  vicedirettore e analista economico del Telegraph,  afferma che "mentre gli occidentali si stanno concentrando sulla Grecia, una crisi finanziaria potenzialmente molto più significativa si sta sviluppando dall'altra parte del Mondo. Quella che alcuni stanno iniziando a chiamare il 1929 cinese", dal nome della celebre crisi economica del secolo scorso, "che innescò la grande depressione", spiega Warner.