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ITALIA

Roma

Eurolat, il pm chiede 9 anni per Geronzi e Cragnotti

La richiesta della Procura capitolina nei confronti dell'ex presidente della Banca di Roma, e per l'ex patron della Cirio, Sergio Cragnotti nell'ambito del processo per il settore latte della Cirio.

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Condannare a 9 anni di reclusione l'ex presidente della Banca di Roma, Cesare Geronzi, e l'ex patron della Cirio, Sergio Cragnotti. E' stata questa la richiesta del pm Paola Filippi nell'ambito del processo per l'operazione Eurolat, l'acquisizione da parte della Parmalat del settore latte della Cirio. Il rappresentante dell'accusa ha chiesto una pena a 5 anni per l'avvocato Riccardo Bianchini Riccardi, ex componente del cda della società guidata da Cragnotti. La Procura contesta i reati di concorso in estorsione e bancarotta per distrazione.

La tesi della procura è che Geronzi, attraverso due funzionari della Banca di Roma (deceduti), impose a Tanzi il prezzo per l'acquisto di Eurolat perché l'istituto di credito doveva rientrare dell'esposizione debitoria di Cirio spa. Se l'affare non fosse andato in porto, i rapporti tra Parmalat e la banca non sarebbero stati più gli stessi. "Cesare Geronzi - ha spiegato il pm Filippi durante la requisitoria - era a contatto diretto con i debitori principali di questa vicenda: Tanzi e Cragnotti all'epoca rappresentavano le multinazionali italiane che si pensava potessero essere
eterne ma che in realtà erano già alle prese con una situazione di rischio. Geronzi, di fatto, faceva il bello e cattivo tempo con i due protagonisti di questa operazione".

Cragnotti, per il pm, "era in beneficiario dell'affare: voleva vendere Eurolat e costringere Tanzi a pagare quel prezzo e il più presto possibile". Bianchini Riccardi, dal canto suo, avrebbe detto a un manager di Parmalat dell'epoca, che chiedeva
una riduzione del prezzo di acquisto, di "non fare arrabbiare la Banca di Roma", minaccia in realtà destinata a Tanzi, ha concluso il pm.

L'accusa ha anche chiesto nei confronti di Geronzi, come pena accessoria, il divieto di ricoprire uffici direttivi per dieci anni e l'interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, oltre al pagamento di 10mila euro di multa, stesso importo attribuito anche a Cragnotti. Geronzi, in una udienza dello scorso settembre, ha negato di essere il
regista dell'operazione: "Ho incontrato in tempi diversi Cragnotti e Tanzi - si era difeso allora l'ex presidente di Banca di Roma - e ho preso atto del livello di conflittualità tra due aziende in grossa competizione ma parlare di mie
pressioni nell'affare Eurolat è una falsità assoluta".