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POLITICA

Nel gruppo anche la Lega Nord

L’Europa euroscettica guidata da Marine Le Pen

Il successo del Front National pone alla guida degli antieuropeisti la leader francese e l'inglese Nigel Farage

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Nell'Europa che stenta a uscire dalla crisi, e sullo sfondo delle contestazioni ai governi nazionali, avanzano gli euroscettici, in alcuni casi con veri e propri record. E' il Front National di Marine Le Pen il simbolo del terremoto che scuote uno dei paesi più grandi dell'Ue, la Francia, e che con il record storico del 25%, secondo le prime stime, mette all'angolo i socialisti del presidente François Hollande.

Farage e Le Pen guidano gli euroscettici
Marine Le Pen ha sfruttato abilmente il malcontento dei francesi per la crisi economica, l'insofferenza verso l'immigrazione e la gestione non sempre convincente dell’Eliseo. La pattuglia di euroscettici francesi saldandosi con altre formazioni simili europee, non potrà far molto all'Europarlamento, ma il segnale politico - interno, e per gli altri paesi europei - è molto forte.

Insieme al Front National in Gran Bretagna l'Ukip di Nigel Farage rivendica di essere in testa e di aver sconvolto gli equilibri politici del Regno. In Grecia è terzo il partito Alba Dorata che nonostante gli arresti e le gravi accuse di reati ottiene quasi il 10%. E se in Olanda, dove si è votato giovedì, i populisti islamofobi del Pvv di Geert Wilders hanno subito un forte arresto, in Danimarca è boom per l'estrema destra del Danish People Party, che sarebbe primo partito con il 23,1% guadagnando 3 deputati in più rispetto al 2009, mentre i nazionalisti di estrema destra del piccolo e neonato Npd tedesco otterrebbero un seggio nell'Europarlamento. In Germania si afferma inoltre il partito antieuro Afd con il 6,5%. L'austriaco Fpoe, il partito fondato negli anni '90 da Haider, ha visto raddoppiare i consensi raccolti superando il 20%. Successo in Polonia del piccolo partito euroscettico Knp di Janusz Korwin-Mikke, che conquisterebbe 4 seggi col 7,2%.

Euroscettici al di sotto delle previsioni
In generale però lo tsunami euroscettico è meno violento del previsto. Non solo per il risultato italiano, che sembra premiare il Pd molto al di là delle previsioni. Persino l'affluenza "inverte la tendenza" per la prima volta in dal 1979: era sempre calata, stavolta si attesta al 43,1% su base europea, appena lo 0,1% in più rispetto al 2009, ma è considerato un segnale positivo.

Coalizione Socialisti e Ppe
I sondaggi indicavano la possibilità che gli euroscettici arrivassero abbondantemente oltre il 25%, sono invece sotto il 20%. Ed è confermato che i 'popolari' del Ppe, che hanno guidato l'Europa negli ultimi dieci anni, pur perdendo una sessantina di seggi restano la 'famiglia politica' di maggioranza relativa. E che i socialisti dello S&D, cresciuti in Germania e Italia, pagherebbero il crollo a Parigi. Cominciano così i preparativi per la "grosse koalition" tra socialisti e democristiani che dovrà guidare l'Europa nei prossimi cinque anni. E già parte la sfida tra Jean Claude Juncker e Martin Schulz per la presidenza della Commissione.

Il fronte degli antieuropeisti nell'European Alliance for Freedom
I leader dei maggiori partiti antieuropeisti invece, guidati dal Front National, cercano di fare quadrato: fra martedì e mercoledì prossimi si riuniranno a Bruxelles per fare il punto della situazione dopo il successo registrato dalla formazione di Marine Le Pen. L'indicazione è giunta dal segretario della Lega Nord Matteo Salvini. Oltre al Fn e alla Ln, al gruppo - che si dovrebbe chiamare European Alliance for Freedom (Alleanza europea per la libertà), Eaf – dovrebbero aderire il partito della Libertà olandese di Wilders e l'austriaco Fpoe.