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MONDO

L'Italia resta un Paese nel mirino

Terrorismo, Europol:no prove che Isis sia dietro ultimi attacchi.Lupi solitari:spesso malati mentali

Attacchi terroristici con modalità simili a quelle utilizzate a Parigi il 13 novembre 2015 - sottolinea nel rapporto l'Ufficio europeo di polizia - "potrebbero essere effettuati ancora nell'Unione Europea nel prossimo futuro"

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L'Italia resta un Paese nel mirino del terrorismo internazionale. Lo rileva Europol nel rapporto annuale sulla situazione del terrorismo nell'Ue, diffuso oggi. Nel 2015 "lo Stato Islamico nei suoi video di propaganda ha ripetutamente minacciato la penisola iberica e gli Stati membri della coalizione anti-Isis, facendo specifici riferimenti a Italia, Francia e Regno Unito". 

Attacchi come Parigi possibili nel prossimo futuro 
Attacchi terroristici con modalità simili a quelle utilizzate a Parigi il 13 novembre 2015 "potrebbero essere effettuati ancora nell'Unione Europea nel prossimo futuro". E' la previsione dell'Europol. "Diversi jihadisti europei - ricorda l'Europol - occupano posizioni prominenti nello Stato Islamico e manterranno probabilmente contatti con le reti terroriste nei rispettivi Paesi di origine".

Gli attacchi del 13 novembre a Parigi hanno inaugurato la tattica dell'Is di utilizzare armi di piccolo calibro con ordigni esplosivi improvvisati portatili per attacchi suicidi, progettati per causare perdite massicce. Il modo in cui questi attacchi sono stati preparati e attuati (organizzati da persone rientrate in patria, molto probabilmente dirette dalla leadership dell'Is e con l'utilizzo di reclute locali, ci portano alla valutazione" che episodi simili si possano ripetere.

"L'Is ha ripetutamente minacciato la Penisola Iberica e gli Stati membri della coalizione anti-Is nei loro video di propaganda, facendo riferimenti specifici a Belgio, Francia, Italia e Regno Unito", conclude.

Affiliazione Isis non chiara, anche a Orlando e Wuerzburg
Sebbene lo Stato islamico abbia rivendicato la responsabilità degli ultimi attacchi" di Orlando negli Usa, Magnanville e Nizza in Francia, Wuerzburg in Germania, "nessuno di essi sembra essere stato pianificato, sostenuto logisticamente o eseguito direttamente dallo Stato islamico", mentre "l'affiliazione dei perpetratori con il gruppo non è chiara". Lo afferma Europol, nel suo rapporto sugli attacchi condotti dai cosiddetti 'lupi solitari'. 

Sull'attentato a Nizza, in particolare, "non c'è prova che suggerisca che l'attentatore si considerasse un membro dello Stato islamico". Il rapporto ricorda che il tunisino "si sarebbe radicalizzato in un periodo molto breve e che avrebbe usato propaganda jihadista nei giorni precedenti l'attacco". L'agenzia sottolinea "le difficoltà operative dell'individuare e impedire gli attacchi dei lupi solitari", dicendo che questo metodo "resta la tattica preferita dallo Stato islamico e da al-Qaeda".

Nel 2015 nell'Ue 151 morti e oltre 360 feriti
Nel 2015 sono morte 151 persone a causa di attacchi terroristici nell'Unione Europea, mentre oltre 360 sono rimaste ferite. Sei Stati membri hanno subito attacchi, portati a termine, falliti o sventati, si legge nel rapporto. Nell'Ue sono state arrestate 1.077 persone per attacchi connessi al terrorismo, delle quali 424 in Francia. Il 94% degli individui processati per terrorismo jihadista sono stati riconosciuti colpevoli.

Nel 2015 circa 5.000 i foreign fighters Ue 
Nel 2015 sono stati almeno 5.000 foreign fighters di nazionalità di vari Paesi Ue ad essersi recati in Iraq e Siria per arruolarsi nelle fila delle organizzazioni terroristiche. Si tratta delle persone che si sono arruolate per le organizzazioni terroristiche per poi tornare negli Stati europei, rileva Europol nel rapporto annuale sulla situazione del terrorismo nell'Ue, diffuso oggi.

Cittadini di Belgio, Francia, Germania e Regno Unito rappresentano circa i tre quarti di tutti i foreign fighters dell'area. "Anche l'Italia ha riferito che i movimenti di foreign fighters verso Siria e Iraq sono rimasti costanti", si legge nel rapporto.

Is sta preparando una nuova generazione di militanti 
I foreign fighters arrivati in Siria e in Iraq spesso si sposano e fanno figli, grazie anche al consistente afflusso di donne europee verso il territorio del Daesh. Bambini che vengono allevati e cresciuti con gli ideali del'islamismo radicale: lo Stato Islamico sta allevando "la prossima generazione di foreign fighters, che potrebbe costituire una minaccia nel futuro per la sicurezza degli Stati membri". E' un fenomeno che desta "particolare preoccupazione", sottoline l'Europol.