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ECONOMIA

Taranto

Ex Ilva: Arcelor-Mittal annuncia cassa integrazione per 1400 dipendenti, pesa la crisi del mercato

Provvedimento per 13 settimane. Re David (Fiom-Cgil): "Preoccupazione per ricorso a Cig". Furlan (Cisl): "C'è troppa disinvoltura e manca vigilanza del governo".  Barbagallo (Uil): "dl per danni a chi non rispetta gli accordi"

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Dopo le decisioni di ridurre la produzione primaria in Europa - già prese a livello di Gruppo nel mese di maggio a causa delle critiche condizioni del mercato e che riguardavano anche lo stabilimento di Taranto, dove era stata rallentata la produzione da 6 a 5 milioni di tonnellate - Arcelor Mittal Italia si trova oggi nella necessità di ricorrere temporaneamente alla Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO). Lo comunica l'azienda in una nota.

Il provvedimento interesserà lo stabilimento di Taranto per un numero massimo al giorno di circa 1.400 dipendenti per 13 settimane. L'azienda ha già contattato le Organizzazioni Sindacali e le Rappresentanze Sindacali Unitarie di Taranto per informarle di questa operazione. Ulteriori dettagli saranno forniti nell'incontro già programmato per domani, 6 giugno.

"È una decisione difficile- spiega l'Amministratore Delegato di Arcelor Mittal Italia, Matthieu Jehl- ma le condizioni del mercato sono davvero critiche in tutta Europa. Ci tengo a ribadire che sono misure temporanee, l'acciaio è un mercato ciclico".

Un mix di fattori sta penalizzando l'intero settore dell'acciaio europeo che soffre una situazione economica sempre più peggiorata negli ultimi mesi. Tutti gli indicatori evidenziano un forte rallentamento del mercato e non solo nel settore automotive, attualmente in calo del 10%. L'indice PMI è sceso a 47,4 nel marzo 2019, andando per il sesto mese consecutivo sotto quota 50 e raggiungendo il punto più basso dal maggio 2013. Il comparto siderurgico ha registrato un progressivo rallentamento a partire dal primo trimestre di quest'anno, in particolare, in riferimento ai prodotti siderurgici da coils.

La crisi del settore
A oggi, si registra un'importante riduzione del consumo di acciaio a livello europeo e, anche italiano, che ha determinato un progressivo minor carico di ordini e, quindi, di lavoro. Accanto alla riduzione della domanda di acciaio in Italia si e' registrato un aumento senza precedenti delle importazioni da Paesi Terzi: nei primi quattro mesi del 2019 le importazioni di prodotti da coils e lamiere sono aumentate del 51% rispetto allo stesso periodo del 2018 (anno quest'ultimo già di per sé record per importazioni da Paesi Terzi). Inoltre, tale contesto sopravviene a un periodo in cui le scorte a magazzino sono aumentate ben oltre i livelli standard di giacenza. 

Pesano anche le deboli misure di salvaguardia sulle importazioni adottate dall'Ue
Ad aggravare la situazione, le deboli misure di salvaguardia per le importazioni di acciaio adottate dalla Commissione Ue, che ci rendono vulnerabili in un momento in cui i prezzi dell'acciaio sono bassi, i costi energetici elevati e i costi delle materie prime in continuo aumento. Ieri, a lanciare un forte grido di allarme, 45 Amministratori Delegati dei più importanti gruppi siderurgici europei che hanno scritto una lettera aperta ai Capi di Stato e di Governo della Ue e alle Istituzioni Comunitarie per chiedere un'azione urgente a sostegno del settore.

Nonostante questo scenario molto critico, Arcelor Mittal Italia conferma il proprio impegno su tutti gli interventi previsti per rispettare il piano industriale e ambientale, al termine dei quali, con un investimento da più di 2,4 miliardi di euro, Taranto diventerà il polo siderurgico integrato più avanzato e sostenibile d'Europa.

Re David (Fiom-Cgil): preoccupazione per ricorso a Cig, chiederemo verifica su attuazione accordo
"Apprendiamo la decisione di Arcelor-Mittal di utilizzare per 13 settimane la cassa integrazione ordinaria che coinvolgerà 1.400 lavoratori dello stabilimento di Taranto, in ragione di difficoltà di mercato che avevano già portato il gruppo a ridurre il volume di produzione programmata da 6 a 5 milioni di tonnellate". Lo ha dichiarato in una nota Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil. "La notizia - ha proseguito - anticipa l'incontro già fissato per domani a Taranto, in cui verrà formalizzata la procedura di cassa e rappresenta un elemento di ulteriore preoccupazione in una fase di assestamento critico degli obiettivi del piano industriale. Nell'incontro in programma per lunedì 10 giugno chiederemo una verifica sull'attuazione dell'accordo sottoscritto in merito alle strategie industriali e produttive e agli investimenti relativi al processo di risanamento ambientale". "E' del tutto evidente che la prospettiva della cassa integrazione ordinaria, per quanto legata per definizione ad un evoluzione di ciclo congiunturale, non ci rassicura e diventa un ulteriore elemento di incertezza. Sono mesi che la Fiom chiede un incontro al Mise per una verifica degli impegni sottoscritti, che diventa ancora più urgente alla luce delle decisioni comunicate oggi", ha concluso la segretaria generale Fiom-Cgil.

Furlan (Cisl): azienda deve rispettare l'accordo
"Arcelor-Mittal deve rispettare l'accordo firmato. C'è troppa disinvoltura nel Paese nel fare accordi e non rispettarli. Serve da una parte un'azione più forte di politica industriale, visto che manca una visione,  e dall'altra più responsabilità da parte delle imprese". Così la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, commenta l'annuncio di cassa integrazione per 1.400 lavoratori dell'ex Ilva di Taranto, a margine dell'incontro con Confindustria. "Da parte del governo manca vigilanza e manca strategia", aggiunge Furlan, e questo "è un elemento negativo che ha un risvolto sull'occupazione e sullo sviluppo assolutamente drammatico".

Barbagallo (Uil): dl per danni a chi non rispetta accordi
"Arcelor agisce sulla scia del comportamento delle multinazionali che fanno shopping e poi non rispettano gli accordi. Bisogna imbrigliare questo atteggiamento, perché è negativo per il Paese, e lo deve fare il governo" dice il segretario generale Uil Carmelo Barbagallo. "Il governo deve fare leggi e norme. Facciano un decreto legge per far pagare i danni a chi ha usufruito delle agevolazioni  e poi fa quello che gli pare. Su Mittal abbiamo fatto da poco un accordo e non si capisce cosa è sopravvenuto, dobbiamo verificare", ha aggiunto.