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POLITICA

Lunedì mattina lo spoglio

Exit poll Regionali Sardegna: testa a testa tra centrodestra e centrosinistra. Crolla M5s

Christian Solinas, sostenuto dalle 11 liste del centrodestra, avrebbe tra il 36,5% e il 40,5%, mentre Massimo Zedda, leader delle 8 liste del centrosinistra, avrebbe tra il 35% e il 39%. Fuori dai giochi il M5s con Francesco Desogus tra il 13,5% e il 17,5%. Aumenta l'affluenza

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Solinas e Zedda
E' testa a testa tra centrodestra e centrosinistra per la presidenza della Regione Sardegna in base agli exit poll Rai diffusi dopo la chiusura dei seggi, avvenuta alle 22. Lunedì mattina al via lo spoglio.

Christian Solinas, sostenuto dalle 11 liste del centrodestra, avrebbe tra il 36,5% e il 40,5%, mentre Massimo Zedda, leader delle 8 liste del centrosinistra, avrebbe tra il 35% e il 39%. Fuori dai giochi il candidato dei M5s, Francesco Desogus, con una forchetta tra il 13,5% e il 17,5%.

Solinas è sostenuto da Lega, Forza Italia, Psd'Az, Udc, Fdi, Riformatori Sardi, Energie per l'Italia, Unione Democratica Sarda, Sardegna 20Venti, Sardegna Civica, Fortza Paris, mentre Zedda ha l'appoggio di Pd, 'Noi, la Sardegna con Massimo Zedda', Cristiano Popolari Socialisti, Campo Progressista, Leu, Sardegna in Comune, Progetto Comunista e Futuro Comune.

Tra le liste, netto vantaggio della coalizione del centrodestra, tra il 43% e il 47%, mentre il centrosinistra avrebbe tra il 27% e il 31%. Crollo del M5s tra il 14,5% e il 18,5%. Emerge che il voto disgiunto avrebbe nettamente premiato il candidato del centrosinistra. 

Per gli altri partiti nazionali, il Pd avrebbe tra il 12,5% e il 16,5%, la Lega tra il 12% e il 16%, Forza Italia tra il 6% e il 10%, mentre Fdi avrebbe tra il 2,5% e il 5%.

Il sondaggio è del Consorzio Opinio Italia per la Rai. La ricerca è soggetta ad errore statistico.

"Dagli exit poll risultiamo prima forza politica. Attendiamo i risultati definitivi. Considerando che è la prima volta che ci presentiamo alle regionali in Sardegna siamo molto soddisfatti del fatto che entreremo nel consiglio regionale per la prima volta", ha fatto sapere in una nota il Movimento 5 stelle. Il commento dal fronte dem arriva con Matteo Ricci (Pd) che su twitter parla di disfatta pentastellata: "Sono solo exit poll ma denotano comunque due tendenze. Un grande recupero di Massimo Zedda e il crollo verticale dei 5stelle. Aspettiamo domattina i dati reali". "Eravamo in 60 candidati contro 1320, tanti acchiappavoti, radicati nel territori. Noi non siamo radicati così. Dobbiamo porci il problema di come organizzarci nel territorio, è un problema che esiste.

Faremo una riflessione e cercheremo di attrezzarci meglio", ha commentato a urne chiuse sugli exit poll il parlamentare Pino Cabras del M5S. Sulla base degli exit poll Zedda avrebbe goduto del voto disgiunto, in arrivo sia dalle forze di centrodestra che del Movimento 5 Stelle. "C'è stato un crollo del M5s, gli italiani vogliono cambiare. Il messaggio dei cittadini è chiaro, ma non credo che le elezioni sarde possano determinare la caduta del governo", è la sottolineatura del presidente del Parlamento europeo ed esponente di Forza Italia, Antonio Tajani.

Ad accendere la polemica politica nel giorno della consultazione elettorale sarda è stato il ministro dell'Interno Matteo Salvini che dal mattino ha rotto il silenzio elettorale con un appello al voto sui social, scatenando l'ira delle opposizioni. Nella domenica di voto non ha dato tregua la protesta dei pastori per il prezzo del latte. Intorno alle 8.30, a seggi aperti, un camion cisterna che trasportava è stato bloccato nei pressi di Orune (Nuoro). Nell'assalto due uomini armati hanno costretto il conducente del camion a sversare il latte sulla strada.

Le precedenti elezioni

Nelle regionali del 16 febbraio 2014 si impose il centrosinistra, guidato da Francesco Pigliaru, con il 42,45%, contro Ugo Cappellacci, presidente uscente del centrodestra, che ebbe il 39,65%. Decisivo fu il voto disgiunto, dato che la coalizione del centrodestra ebbe in tutto il 43,89%, mentre le liste del centrosinistra raccolsero il 42,45%. Non partecipò il M5s, poiché Beppe Grillo non autorizzò il gruppo sardo ad utilizzare il simbolo del movimento, a causa delle divisioni interne al gruppo stesso.

Il Consiglio uscente vede il centrosinistra in maggioranza con 35 seggi (Pd 18, Partito dei Sardi 5, Cristiano Popolari Socialisti 4, Art.1 4, altri 4), mentre l'opposizione di centrodestra ne ha 25 (Fi 9, Psd'Az 4, Riformatori Sardi 4, Fdi 4, Udc 3, altri 1).

Nelle politiche dello scorso anno, il M5s ha trionfato con il 42,49%, davanti al centrodestra con il 31,05% (di cui Fi 14,79%, Lega 10,79%, Fdi 4,02% e Noi con l'Italia-Udc 1,45%) e al centrosinistra con il 17,67%, di cui il 14,83% al Pd. Tra le forze minori, oltre l'1% solo LeU con il 3,13% e Autodeterminatzione al 2,2%. 

Affluenza in crescita
Affluenza in aumento alle elezioni regionali in Sardegna rispetto alle precedenti di cinque anni fa. Alla chiusura delle urne il dato è del 53,75%, pari a 790.347 votanti su 1.470.401 aventi diritto. Nelle regionali del 2014 votò il 52,28%.

Le circoscrizioni con la partecipazione più alta sono state quelle di Cagliari (55,47%) e Sassari (54,65%), le due più grandi della Regione, che rappresentano poco più della metà dell'intero corpo elettorale, il 53,5%. Seguono Ogliastra (54,26%), Nuoro (53,17%), Olbia Tempio (52,71%), Carbonia Iglesias (51,32%), Oristano (51,26%) e Medio Campidano (50,85%).