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ITALIA

Il presidente dell'autorità nazionale sulla corruzione

Expo, Cantone: "Puntare sulla trasparenza ed andare avanti con la manifestazione"

Raffaele Cantone, l'ex pm scelto da Renzi per vigilare sull'Esposizione, al Mattino di Napoli: "L'unica cosa da non fare è cancellare l'Expo. Dobbiamo puntare su trasparenza e prevenzione"

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Raffaele Cantone
Andare avanti con l’Expo puntando su prevenzione e trasparenza. E’ questa la ricetta e la prima indicazione che arriva da Raffaele Cantone, l’ex pm presidente dell'Autorità nazionale sulla corruzione scelto da Matteo Renzi per vigilare sull’Expo dopo la bufera e gli arresti dei giorni scorsi.
 
“L'unica cosa da non fare è cancellare l'Expo – spiega Cantone al Mattino di Napoli in un’intervista - sarebbe la più grande sconfitta per la democrazia. Bisogna andare avanti e il governo ci mette la faccia. La politica rialzi la guardia. In questi anni si è sbagliato a non lavorare abbastanza sulla prevenzione. Non abbiamo messo in campo i meccanismi necessari per evitare che certi episodi si ripetessero”.
 
Cantone sottolinea quindi l’importanza della trasparenza: “La trasparenza è l’anticorpo più potente nei confronti del malaffare. La corruzione è un reato che si compie al buio e il rimedio più efficiente per contrastarlo sta nella trasparenza”.

“Purtroppo in questi anni la politica non è riuscita a fare passi avanti – racconta l’ex pm - e tarda a liberarsi dal malcostume ma - sottolinea Cantone -, l'abbassamento della guardia non è colpa soltanto dei partiti politici, è anche il frutto di un'opinione pubblica che su alcuni temi si è rivelata ondeggiante”.

Nell’inchiesta sono finiti anche personaggi che già, oltre 20 anni fa, furono coinvolti in Mani Pulite. Anche per questo è stato quasi naturale fare un parallelo tra i fatti di allora e gli arresti di questi giorni ma, come sottolineato anche da Gherardo Colombo che su Mani Pulite indagò, rispetto al ’92 ci sono delle differenze. “Oggi – spiega Cantone - non vi sono i grandi collettori di tangenti verso i partiti. Esiste però un’anomalia italiana. Un’anomalia rappresentata da quei personaggi che nonostante le condanne per corruzione sono riusciti a ritagliarsi un ruolo per incidere nuovamente nell’assegnazione e nella gestione degli appalti. Uno di questi personaggi poi è riuscito persino a farsi eleggere al Parlamento nonostante la precedente condanna”.

Infine il controllo pubblico che, per Cantone, non è sinonimo di lentezze e burocrazia: “Si può mettere in atto una rete di controlli efficace ma anche agile”. Anche perché, conclude, “la comunità internazionale ci guarda”.