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MONDO

Il Pentagono ringrazia l'Italia

Farnesina: per motivi umanitari un detenuto di Guantanamo verrà accolto dall'Italia

L'Italia si è resa disponibile ad accogliere per motivi umanitari Fayiz Ahmad Yahia Suleiman, cittadino yemenita detenuto da più di 14 anni nel campo di Guantanamo

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Detenuti nella prigione di Guantanamo, Cuba (Afp)
Il ministero degli Esteri ha diffuso una nota in cui comunica che "l'Italia accoglie per motivi umanitari un detenuto della base di Guantanamo". La Farnesina spiega che l'Italia, acconsentendo alla richiesta degli Stati Uniti, ha accettato l'istanza di Fayiz Ahmad Yahia Suleiman, cittadino yemenita detenuto nel campo di Guantanamo, di essere accolto per motivi umanitari". 

Guantanamo è la base Usa a Cuba dove dal gennaio del 2002 vennero imprigionati, su ordine dell'allora presidente George W. Bush, i cosiddetti "nemici combattenti" dell'America (definizione creata per non riconoscerli come prigionieri di guerra, protetti dalla Convenzione di Ginevra), catturati in Afghanistan o nel resto del mondo perché ritenuti collegati ad attività terroristiche.

Washington ''è grata al governo italiano per il suo gesto umanitario'' di aver accolto un detenuto da Guantanamo e ''per la volontà di sostenere gli attuali sforzi americani di chiudere la prigione''. Lo dichiara in una nota il Pentagono. Gli Usa, si legge, si sono coordinati con il governo italiano per garantire che questo trasferimento avvenga rispettando le misure di sicurezza e il trattamento umano.

Fayiz Ahmad Yahia Suleiman, 41 anni, nato in Arabia Saudita, era detenuto da più di 14 anni. Il suo trasferimento era stato autorizzato sin dal 2010. Dei 78 prigionieri ancora a Guantanamo, 28 sono, come Suleiman, considerati dalle autorità Usa "trasferibili" in un altro Paese ma che non può essere quello d'origine dove rischierebbero di finire di nuovo in prigione o peggio. Molti dei prigionieri rimasti si trovano in una situazione di 'limbo', senza che siano mai stati trovati veri legami con gruppi terroristici.

Per il suo trasferimento Fayiz Ahmad Yahia Suleiman, ha ottenuto l'unanime approvazione di sei dipartimenti e agenzie, compresa la task force incaricata di rivedere i casi dei prigionieri. Lo rende noto il Pentagono, precisando che il segretario alla Difesa ha già informato della decisione il Congresso. Già nel novembre del 2009 due tunisini erano infatti stati trasferiti nella penisola.

Per Guantanmo sono passati circa 800 persone ed al picco della sua attività, nel 2003, la struttura ne ospitava 650. Fu proprio Barack Obama a voler chiudere questa struttura che è stata al centro di diversi scandali per le torture inflitte ai detenuti. Nel dicembre 2008, appena eletto Obama per il primo mandato presidenziale,  inizia a essere affrontato il problema della chiusura della prigione. Il 21 gennaio 2009 il presidente statunitense firmò l'ordine di chiusura del carcere (ma non della base militare), che doveva essere smantellato entro l'anno. Il voto contrario del Senato degli Stati Uniti, 80 voti sfavorevoli e 6 favorevoli, ha respinto il piano di chiusura che prevedeva un costo di circa 80 milioni di dollari, consentendo così che ad oggi vi siano ancora 78 detenuti rinchiusi a Guantanmo.

Secondo le statistiche della stessa amministrazione Usa, il 13% dei detenuti liberati dopo l'insediamento di Obama hanno ripreso le armi. Tra questi 14 hanno partecipato ad attacchi in cui sono morti americani, ha riferito l'inviato speciale di Obama per la chiusura di Guantanamo, Paul Lewis.