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ITALIA

Legale: fiducia su accoglimento istanza

Fecondazione eterologa, coppia gay ricorre: si pronuncerà la Consulta

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Il Tribunale di Pordenone - giudice Maria Paola Costa -  ha accolto la richiesta di una coppia di donne di sollevare la questione di legittimità costituzionale delle norme che attualmente vietano in Italia l'accesso alla procreazione medicalmente assistita anche alle coppie gay.

Sulla legge, dunque, si pronuncerà ora la Corte Costituzionale. Alla coppia - precisa il Messaggero Veneto - era stato rifiutato l'accesso alle tecniche di fecondazione artificiale dal Servizio per i trattamenti di Procreazione Medicalmente Assistita presente nell'Azienda Sanitaria 5 di Pordenone, proprio in base a quanto prevede la normativa, che vieta l'accesso alla provetta alle coppie gay e anche ai single.

Di fronte al diniego della struttura pubblica, le due donne avevano chiesto al giudice, qualora non fosse stato possibile in via diretta - ovvero con un'interpretazione costituzionalmente orientata - superare il rifiuto dell'Azienda Sanitaria, di investire della questione la Corte Costituzionale, al fine di dichiarare formalmente l'incostituzionalità di tale divieto. E così il giudice pordenonese ha ritenuto rilevante e non manifestamente infondata la questione posta dalla legale della coppia, stante il palese contrasto del divieto con gli articoli 2, 3, 31 comma 2 e 32 comma 1 della Costituzione (quelli cioe' relativi ai diritti degli individui e alla loro uguaglianza innanzi alla legge) nonché con l'articolo 117 comma 1 della Costituzione (che prevede il rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali) in relazione agli articoli 8 e 14 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali (Cedu), il primo incentrato sul diritto al rispetto della vita privata e familiare, il secondo sul divieto di discriminazione.

"Sarà ora la Corte Costituzionale - ha commentato l'avvocato Maria Antonia Pili legale delle ricorrenti - a pronunciarsi su tale discriminazione basata esclusivamente sull'orientamento sessuale delle persone, ormai intollerabile anche nel nostro paese dati i precedenti sia legislativi sia giurisprudenziali intervenuti in tale ambito". 

 "Grazie alla decisione del Tribunale di Pordenone la Consulta affronterà per la prima volta la questione della fecondazione assistita alle coppie omosessuali": lo dice all'ANSA l'avvocata Maria Antonia Pili. "La Consulta è tuttavia già intervenuta due volte in passato su questa legge, sdoganando l'eterologa. Siamo fiduciosi sull'accoglimento della nostra istanza e sul riconoscimento dell'orientamento secondo il quale negare questa procedura alle coppie omosessuali è una discriminazione inaccettabile".