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SALUTE

Durata un'ora e venti minuti

Fecondazione eterologa, terminata l'udienza della consulta sul divieto

Per i legali delle coppie con problemi di sterilità la norma "simbolo della legge 40 è "discriminatoria". L'avvocato dello Stato ha sostenuto che la fecondazione eterologa "rientra tra le materie di competenza del legislatore"

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Fecondazione assistita
Roma
È durata un'ora e 20 minuti l'udienza pubblica della Consulta chiamata a decidere sulla legittimità costituzionale della legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita. La parte della legge su cui la Consulta si pronuncia è quella che prevede il divieto di fecondazione eterologa, dunque con gameti esterni alla coppia.

Nell'udienza sono intervenuti  gli avvocati delle coppie con problemi di sterilità e l'avvocato dello Stato, Gabriella Palmieri. Le questioni sulla legge 40 sono state sollevate dai tribunali di Milano, Firenze e Catania, che hanno in carico le cause di tre coppie che non possono avere figli e si sono viste negare l'eterologa.

Le ordinanze dei tre tribunali rimesse, circa un anno fa, alla Corte Costituzionale pongono l'accento sul diritto a essere genitori, a essere famiglia e prospettano la violazione di numerosi articoli della Costituzione. Per l'avvocato Marilisa D'Amico, legale di una delle coppie che si sono rivolte ai giudici, il divieto di fecondazione eterologa produce una "discriminazione totale e assoluta tra due categorie di coppie che si trovano nella stessa situazione dal punto di vista medico": quelle che possono avere accesso alla fecondazione omologa e quelle che dovrebbero ricorrere a un donatore esterno ma incontrano il divieto previsto dalla legge 40. 

Durante l'udienza, i legali a favore dell'abolizione del divieto di fecondazione eterologa hanno posto l'accento anche sul fenomeno dei viaggi all'estero legati alla fecondazione. Sono circa 4mila le coppie che ogni anno si rivolgono a strutture mediche fuori dall'Italia. "Il 63% delle coppie che in Spagna ricorre all'eterologa è rappresentato da coppie italiane" ha specificato l'avvocato Maria Paola Costantini, che ha sostenuto le ragioni a favore dell'abolizione del divieto di fecondazione eterologa per conto della Unità di Medicina della riproduzione.

L'avvocato dello Stato, Gabriella Palmieri, ha sostenuto invece che la fecondazione eterologa "rientra tra le materie di competenza del legislatore", e una bocciatura da parte della Corte Costituzionale "creerebbe un vuoto legislativo".  

Palmieri ha sottolineato che "la Corte non può sconfinare nel campo di un Parlamento democraticamente eletto: ridare spazio al legislatore significa rispettare i principi fondamentali della democrazia. Restituire una centralità al Parlamento - ha spiegato l'avvocato dello Stato - significa assicurare l'equilibrio tra poteri dello Stato". Certo, la Legge 40 "oggi forse è datata - ha sottolineato l'avvocato Palmieri - ma la Corte non deve fare un intervento di supplenza". 

I legali della coppia che si è rivolta al tribunale di Firenze, Gianni Baldini e Filomena Gallo, segretario dell'associazione Luca Coscioni, hanno precisato che "l'abrogazione del divieto di fecondazione di tipo eterologa previsto dalla legge 40 non crea vuoto normativo. Già nel 2005 - hanno specificato - era stato ammesso il quesito referendario che prevedeva la cancellazione di tale divieto, che non ha fondamento".