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SPORT

Roma

Figc, Tavecchio: "Sì alle critiche, ma no alle accuse di razzismo". Irritazione di Delrio

Il presidente della Lega Dilettanti torna a precisare sulla sua gaffe riguardo ai giocatori extracomunitari, ma è già un caso e chiama in causa anche la politica

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di Alberto Gioffreda
Gaffe, scuse, critiche e precisazioni. Le ultime ore di Carlo Tavecchio si sono alternate in questo modo. Il presidente della Lega Nazionale Dilettanti e candidato ad essere il numero uno della Figc, come ultimo atto, ha dovuto scrivere una nota per chiarire nuovamente la frase incriminata, quella sui calciatori extracomunitari che mangiavano "banane" nel loro paese d'origine e adesso giocano nei nostri campionati. 

"Nel mio discorso di ieri - durante l'assemblea della sua organizzazione - in maniera impropria e per questo mi scuso ancora una volta, mi riferivo al fatto che sono a favore dell'integrazione, ma al contempo rinnovo la necessità di scoraggiare l'utilizzo di calciatori che non migliorano la qualità del nostro campionato. Come scritto nel mio programma elettorale, se sarò eletto presidente della Figc, la Federazione condurrà una politica fattiva contro ogni discriminazione. Accetto tutte le critiche ma non l'accusa di razzista perché la mia vita testimonia l'esatto contrario". Così, nero su bianco Tavecchio ha cercato di precisare il senso delle sue parole, dopo che già ieri aveva subito cercato di correggere la sua affermazione con un "io mi riferivo al curriculum dei giocatori".

Le critiche però erano già partite, dal mondo politico, con Pd e Sel pronti a chiedere un passo indietro per la poltrona di via Allegri, e del calcio.

Renzi: "Autogol". L'irritazione di Delrio e Serracchiani, le reazioni di Abodi, Ulivieri e Beretta

In un'intervista al quotidiano Avvenire il premier Matteo Renzi ha criticato Tavecchio, parlando di clamoroso autogol.  "Detto questo - ha però aggiunto Renzi - mi fermo: se il governo volesse decidere anche sulla partita della federazione sbaglierebbe, noi rispettiamo l'autonomia delle istituzioni sportive". Dagli ambienti vicini al sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Graziano Delrio, si è parlato di una forte irritazone. Il sottosegretario finora ha sempre tenuto una posizione equidistante sui candidati alla Figc - l'altro è Demetrio Albertini - nel rispetto dell'autonomia della federazione, raccomandando ad entrambi di lavorare su un programma. Anche il vicesegretario del Pd, Debora Serracchiani, è intervenuta nella discussione, esprimendo tutta la sua contrarietà a che Carlo Tavecchio ricopra la carica di presidente della Figc: "la sua candidatura semplicemente non può essere presa in considerazione". 

Dal mondo del calcio invece il primo che ha cercato di difendere, è stato Andrea Abodi, presidente della Lega di Serie B. Dal proprio profilo twitter, sulla gaffe ha scritto: "Noi dirigenti abbiamo molti, ma molti più doveri dei Tifosi. Dobbiamo prestare molta, ma molta più attenzione a comportamenti e linguaggi". Le considerazioni affidate da Abodi al social network hanno subito alimentato un dibattito animato dalle domande di tifosi e appassionati. "Attenzione. Una frase inaccettabile non fa di una persona un razzista. La demagogia non è una buona medicina", ha detto il presidente della Lega di Serie B che, come Serie A e Lega Pro, appoggia la candidatura di Tavecchio. "La verità è che siamo tutti responsabili di questo clima nel quale c'è bisogno di un nemico da giudicare, da giustiziare. Siamo tutti maestri, educatori e giudici, soprattutto quando ci riferiamo agli altri. Mi auguro tanta intransigenza anche nell'autocritica", ha concluso Abodi in altri messaggi.




Dello stesso tono di Abodi anche Maurizio Beretta, presidente della Lega di serie A.  ''La vita del presidente Carlo Tavecchio è una continua testimonianza di azioni contro ogni forma di discriminazione. Un intercalare certamente del tutto sbagliato non modifica il giudizio di valore su Tavecchio come persona e come dirigente sportivo'' ha concluso Beretta. Di strumentalizzazione delle dichiarazioni di Carlo Tavecchio ha parlato anche il presidente della Lega Pro, Mario Macalli, sottolineando che le società della sua Lega "sanno distinguere una battuta infelice pronunciata in un determinato contesto dal pensiero e dall'azione di un dirigente con grandi capacità per il rilancio del calcio italiano, cui rinnoviamo il nostro sostegno''. 

Di avviso diverso Renzo Ulivieri, presidente dell'Assoallenatori, che ha stigmazzato così: "La gaffe del presidente Tavecchio non riguarda me ma chi lo ha candidato. Noi candidiamo Albertini, se l'avesse detta lui una cosa del genere gli avrei tolto il mio appoggio".  Di calciatori italiani e stranieri "esterrefatti'' per queste dichiarazioni ha parlato invece Damiano Tommasi, che guida l'Associazione Italiana Calciatori.

Assist ad Albertini?
Finora forte dell'appoggio delle leghe di A, B, Pro, Dilettanti e Associazione Arbirtri,  Tavecchio non sembra comunque correre rischi nella corsa alla presidenza della Figc. Attualmente, rispetto al suo sfidante, Demetrio Albertini, l'attuale presidente dei Dilettanti conta su una percentuale che oscilla tra il 66%-69% di preferenze. L'ex centrocampista del Milan invece, l'11 agosto, giorno dell'assemblea che eleggerà i prossimi vertici del calcio italiano, avrà dalla sua Assocalciatori, Assoallenatori e solo due società di serie A, quindi non oltre il 34%. Ma forse la gaffe potrebbe essere un assist per Albertini, che incontrerà Tavecchio giovedì, quando entrambi saranno ricevuti dal presidente del Coni, Giovanni Malagò.