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POLITICA

Palermo

Firme false a Palermo, tre deputati non rispondono a pm e i probiviri M5S li sospendono da movimento

Il caso delle firme per le amministrative del 2012 al Comune di Palermo. La deputata Mannino ed il marito e Nuti si erano rifiutati rispondere

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Il collegio dei probiviri ha sospeso dal M5S, in via cautelare, tre deputati e una attivista: Claudia Mannino, Giulia Di Vita, Riccardo Nuti e Samantha Busalacchi.

Si conclude così la giornata di passione dei Cinquestelle coinvolti nell'inchiesta della procura di Palermo sulle presunte firme false. Il loro comportamento è stato giudicato "lesivo" dai probiviri perché i Pentastellati non hanno raccolto l'appello del garante del MoVimento 5 Stelle che aveva chiesto un'autosospensione. In particolare per quanto riguarda Nuti, Mannino e Busalacchi sono stati giudicati "comportamenti non conformi ai principi del MoVimento" l'avvalersi della facoltà di non rispondere di fronte ai PM e il rifiuto di procurare un saggio grafico.

La decisione è stata presa in seguito alla "comunicazione del gestore del sito del Movimento 5 stelle pervenute in data odierna", si apprende dal blog dei Cinquestelle. La comunicazione viene pubblicata in una nota soltanto alle 22,37 dai Cinquestelle Paola Carinelli, Nunzia Catalfo e Riccardo Fraccaro che specificano di riservarsi ogni"valutazione definitiva sull'eventuale addebito disciplinare sarà effettuata nella piena cognizione di tutti i fatti rilevanti di cui al presente procedimento, anche all'esito delle valutazioni svolte dall'autorità giudiziaria e nel contraddittorio con gli interessati".

L'inchiesta di Palermo si allarga. E i deputati non rispondono  
La giornata di Palermo aveva visto salire a 13 gli indagati nell'inchiesta sulle firme false depositate dal Movimento 5 Stelle in occasione delle elezioni comunali del 2012.
Nel registro degli indagati sono finiti un'altro deputata grillino, Giulia Di Vita; Pietro Salvino, marito della deputata già indagata Claudia Mannino; e una terza persona al momento non individuata.
Ieri in Procura è continuata la sfilata degli indagati nella stanza del sostituto procuratore Dino Petralia, che insieme al pm Claudia Ferrari conduce l'inchiesta. E' toccato ai deputati Riccardo Nuti, nel 2012 candidato sindaco di Palermo, e Claudia Mannino, incontrare gli inquirenti. Entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, senza sottoporsi neanche alla perizia calligrafica.

Dopo l'audizione della Mannino, è stato il marito a entrare nella stanza dei magistrati. Ma anche lui si è avvalso della facoltà di non rispondere. Sabato scorso era toccato all'ex assistente parlamentare regionale Samantha Busalacchi incontrare Petralia e Ferrari in tribunale, ma anche lei si era avvalsa della facoltà di non rispondere.

Ha risposto invece alle domande degli inquirenti l'ex attivista Alice Pantaleone, la quale ha respinto ogni addebito.

Gli interrogatori proseguiranno oggi pomeriggio, quando saranno ascoltati l'ex attivista Francesco Menallo, e il cancelliere del tribunale di Palermo, Giovanni Scarpello, che certificò l'autenticità delle firme raccolte.

Intanto, un nuovo input alle indagini è arrivato da un altro indagato, Giorgio Ciaccio. Il deputato regionale siciliano è stato sentito giovedì scorso, e davanti ai magistrati ha ricostruito quanto accaduto quella sera dell'aprile 2012 nella sede del meet up di via Sanpolo, quando i grillini avrebbero deciso di ricopiare le firme per rimediare ad un errore riportato su uno dei moduli di raccolta. Ciaccio e la collega Claudia La Rocca sono gli unici esponenti del Movimento ad essersi autosospesi.