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ECONOMIA

Global Financial Stability Report

Fmi: Eurozona, legame pericoloso tra debito sovrano e banche

"In Italia spread sovrani alti a lungo potrebbero pesare sulla crescita e sulle prospettive fiscali e bancarie mentre un nuovo stress potrebbe intaccare altri Paesi nella regione"

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I problemi  fiscali in Italia hanno riacceso i timori associati al legame  rischioso tra il debito sovrano e il settore finanziario  nell'Area euro, un legame al centro della crisi del 2011-12.  Lo sostiene il Fondo monetario internazionale nel suo Global Financial Stability Report. "C'è ancora un rischio  che il nesso tra il debito sovrano e il settore finanziario  possa rafforzarsi", spiega l'istituto di Washington elencando  i canali principali attraverso cui quel nesso potrebbe  tornare a preoccupare. Il primo canale è di tipo finanziario  ed è associato alle perdite subite dalle banche e dai gruppi  assicurativi attraverso i bond in loro possesso. Su questo  fronte il Fondo spiega che in Italia - come anche in Spagna,  Portogallo e Belgio - i titoli di stato nazionali nei  portafogli delle banche sono tanti rispetto agli asset di un  determinato Paese. Questo non fa altro che aumentare  l'esposizione ai bond sovrani, specialmente se il rating  sovrano viene tagliato.

Per le assicurazioni, il Fondo stima  che i gruppi nell'Area euro abbiano oltre il 15% dei bond  sovrani in circolazione nell'Area euro, leggermente meno  rispetto alle banche, e quasi il 25% dei bond emessi dalle  banche dell'Eurozona. Il secondo canale è di tipo  macro-finanziario, in cui shock sovrani e finanziari arrivano  a colpire aziende e famiglie attraverso un rallentamento  della crescita e tassi più alti. Il Fondo spiega che questo  canale si attiva nel lungo termine e potrebbe innescare altri  due canali di contagio: un altro aumento dei non performing  loans sui bilanci delle banche e una riduzione del gettito  fiscale. C'è poi il rischio che le banche passino ai clienti  i costi di finanziamento in aumento alzando i tassi di interesse sui mutui. "Tuttavia, fino ad ora non c'è prova di  un tale rialzo, forse grazie alla liquidità della banca  centrale europea". 

L'Fmi però avverte: i problemi di  finanziamento per le banche potrebbe peggiorare se il rating  di una nazione viene portato sotto l'investment grade da  tutte e quattro le principali agenzie di rating. Il motivo? I  bond sovrani di quella nazione non potrebbero più essere  usati come collaterale dalle banche centrali in base alle  regole attuali". Il terzo canale riguarda la domanda in calo di bond. Se le banche subiscono perdite o se i rating dei  bond sovrani sono stati ridotti, banche e gruppi assicurativi  potrebbero non essere in grado o non volere comprare quei bond, osserva l'Fmi. "Un tale calo della domanda potrebbe  mettere sotto ulteriore pressione i rendimenti, aumentando  ancora di più i costi di finanziamento e le perdite". Per  questo, sostiene il Fondo, serve continuare nella riduzione  dei non performing loan.

Scenari possibili
Il Fondo simula poi due scenari, uno più dolce e uno piùs evero, per cercare di vedere se e come le banche dell'area euro sono preparate a possibili shock del debito sovrano. Nello scenario più duro, quello con un forte balzo dei rendimenti sovrani, le banche in Italia, Portogallo e Spagna registrerebbero perdite significative. Nello scenario più dolce, con un aumento non drammatico dei rendimenti, i ratio di capitale Tier 1 delle banche europee risulterebbero superiori a quelli del 2010 grazie al capitale maggiore accantonati e alle riserve accumulate. Anche le assicurazioni potrebbero registrare significative perdite nel caso di shock sovrani e questo perché le assicurazioni dell'area euro controllano il 15% dei bond sovrani di Eurolandia, e circa il 25% dei bond delle banche dell'area euro.

Spread elevato in Italia, peso per la crescita e rischio contagio area Euro
"In Italia, spread sovrani alti a lungo potrebbero pesare sulla  crescita e sulle prospettive fiscali e bancarie mentre un nuovo stress esercitato da un balzo dei costi per finanziarsi  potrebbe intaccare altri Paesi nella regione". E' questo  l'avvertimento lanciato dal Fondo nel suo Fiscal Monitor. Il Fondo ha fatto notare che nel nostro Paese, gli spread nella seconda parte del 2018 sono saliti ma l'effetto contagio nelle altre economie dell'Area euro con alti livelli di debito è stato "limitato".

In Italia potrebbe servire "tassa moderna" su prima casa
Il Fondo  monetario internazionale sostiene, inoltre, che in Italia "i patrimoni  potrebbero essere tassati attraverso una tassa moderna sulle residenze primarie". E' quanto si legge nel Fiscal Monitor,  il rapporto pubblicato oggi nell'ambito dei lavori  primaverili dell'istituto di Washington.