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ECONOMIA

Rai

Foa, lo studioso di spin doctor alla Presidenza

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"Se si volesse parlare davvero della qualità e dell'affidabilità dell'informazione bisognerebbe toccare tutti gli aspetti del problema, a cominciare dalla manipolazione istituzionale, ma questo non interessa ai novelli moralisti del web, i quali invece hanno come obiettivo reale gli opinionisti, gli esperti che, grazie al web, hanno aperto gli occhi o perlomeno fatto sorgere dubbi a milioni di
cittadini oggi non più docilmente orientabili come prima. L'establishment ha ingigantito e drammatizzato il problema delle 'fake news' per confondere le idee e soprattutto per imporre, con questo pretesto, una censura di fatto".

Parola del prossimo presidente della Rai, Marcello Foa. Laureato in Scienze politiche alla Statale di Milano, 55 anni, l'attuale amministratore delegato del società editrice del 'Corriere del Ticino' (incarico che ricopre dal 2012) è un ex giornalista economico prima, poi inviato del 'Giornale' di Indro Montanelli che ha scritto due libri sul potere degli spin doctor nelle democrazie contemporanee, dal titolo 'Gli stregoni della democrazia' (nel 2006 e nel 2018). "La nostra è una strana epoca, in cui i giornalisti e gli uomini di cultura predicano il pluralismo, difendono con forza l'importanza della libertà di stampa, perà poi si adagiano nel conformismo e preferiscono marciare nella stessa direzione, assorbendo e trasmettendo acriticamente la stessa visione dei fatti", ha sostenuto Foa, nella prefazione al libro della giornalista torinese Enrica Perucchietti, 'Fake news'.

"Il mondo dei media ha le sembianze di una grande autostrada che attraversa una vallata - ha insistito -. Esistono testate di diverso orientamento: alcune corrono sulla corsia di destra, altre su quella di sinistra, ma nessuna di loro si avvicina al bordi; chi osa farlo percepisce una forza invisibile che induce a desistere, a non abbandonare la via". "Il grido di allarme risuona forte e chiaro: ci stanno omologando, ci stanno strappando alla nostra vita, alla nostra felicissima diversità. Le fake news esistono, ma quelle più gravi trovano origine non dalle pagine di bontemponi o di haters, bensì nell'opera degli spin doctor che operano dietro le istituzioni, proprio quelle che oggi pretendono di stabilire nuove regole etiche sul web".

Ritenuto vicino a Matteo Salvini da almeno quattro o cinque anni, Foa vanterebbe anche una conoscenza con Pietro Dettori dell'associazione Rousseau. Stando a quanto ricostruito dall'Agi, era uno dei pochi e selezionati partecipanti all'incontro tra il segretario leghista e Steve Bannon a Milano, subito dopo il voto, l'8 marzo scorso.

Negli ultimi mesi, Foa è stato visto in più di una occasione nel retro palco delle manifestazioni leghiste, tra cui il maxi comizio di chiusura della campagna elettorale, organizzato dalla Lega, in piazza Duomo a Milano, in cui Salvini giurò da premier sul Vangelo dopo aver mostrato un rosario. Due settimane fa l'ultima volta in cui si è mostrato in pubblico con Salvini: insieme alla moglie Foa ha partecipato alla cena di organizzata da 'Cancro primo aiuto', la onlus che il ministro dell'Interno sponsorizza da anni. Alla serata, a Milano, era presente anche Mario Giordano, tra i nomi che la Lega potrebbe sostenere per una delle direzioni dei Tg Rai.

Studente lavoratore in Svizzera, Foa ha iniziato la sua carriera nel 1984 a Lugano, alla Gazzetta Ticinese e poi nel 1987 al Giornale del Popolo. Nel novembre 1989 è stato assunto al Giornale. Nel 1992 Montanelli pubblicò una sua lettera aperta intitolata 'Sul carro degli onesti', aggiungendo il commento: "Questa lettera, caro Foa, potrei averla scritta io". Come caporedattore esteri, è stato a lungo inviato in Germania e a Mosca negli anni del crollo del muro di Berlino e dell'Unione sovietica. Dal 2007 cura il blog indipendente 'Il cuore del mondo'. Oltre ai due saggi sull'informazione, ha scritto anche due romanzi.