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ITALIA

L'inchiesta

Fondi Lega, Cassazione: legittimo e doveroso il sequestro a Bossi

"Se l'ex leader del Carroccio lo sa, indichi dove trovare" i 49 milioni di euro

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Il sequestro di somme disposto a carico dell'ex leader della Lega Umberto Bossi, condannato in primo grado a 2 anni e mezzo per il reato di truffa allo Stato relativo a rimborsi elettorali, e' "legittimo" e "anzi doveroso" data la "parziale infruttuosita' dell'esecuzione del decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca", emesso nei confronti della Lega Nord. Cosi' la seconda sezione penale della Cassazione spiega perche', nello scorso aprile, decise di rigettare il ricorso di Bossi contro l'ordinanza del Riesame di Genova con cui era stato confermato il "sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente di somme di denaro fino a concorrenza dell'importo di 40.086.726 euro" nei confronti dell'ex segretario del Carroccio.

La Suprema Corte, nella sua sentenza, in linea con il Riesame, rileva che "l'adozione del sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente nei confronti dell'imputato Bossi (e degli altri imputati) e' legittimata dalla constatata infruttuosita' dell'esecuzione del decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta emanato nei confronti della persona giuridica Lega Nord". Nel caso in cui "l'apprensione diretta delle somme di denaro in disponibilita' della Lega Nord non risulti fruttuosa fino a concorrenza dell'indicato importo - spiega ancora la Cassazione - come e' accaduto nel caso di specie, e' legittimo e anzi doveroso aggredire anche per equivalente i beni personali dell'imputato (fino a concorrenza del medesimo importo, e non oltre, naturalmente) sul presupposto della sua intervenuta condanna, pur allo stato non esecutiva, in ordine ai reati" contestati.

I giudici di piazza Cavour, quindi, osservano che "nel caso in cui il pm dovesse conseguire l'emissione del decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta nei confronti della Lega Nord, avente a oggetto anche somme di denaro eventualmente disponibili in futuro, e se l'esecuzione di detto titolo dovesse comportare l'apprensione di somme di denaro fino a concorrenza dell'importo confiscabile" ossia dei quasi 49 milioni di euro stabiliti dai giudici genovesi con la sentenza del luglio 2017, "in quel momento, non prima, andrebbe chiesta al giudice procedente - puntualizza la Corte - la caducazione della misura cautelare reale emessa nei confronti dell'odierno ricorrente" Umberto Bossi.

"Se Bossi sa indichi dove trovare" i 49 milioni di euro
"Sarebbe onere dell'imputato indicare al pm dove indirizzare le ricerche per rinvenire i fondi allo stato non rinvenuti in disponibilita' della Lega Nord, ma, secondo il ricorrente, esistenti". Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni della sentenza con cui ha confermato il sequestro disposto dai magistrati di Genova nei confronti di Umberto Bossi. Nel suo ricorso, riportato nella sentenza della Suprema Corte, l'ex leader del Carroccio metteva in evidenza che "era senz'altro consentita l'aggressione del patrimonio dell'ente Lega Nord per un valore corrispondente al profitto del reato non recuperabile attraverso la confisca diretta, previa effettuazione delle necessarie ricerche". I giudici del 'Palazzaccio' osservano che "sul punto le affermazioni del ricorrente appaiono allo stato del tutto prive della benche' minima specificita'".