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MONDO

Frana di fango a Seattle. 14 vittime, 108 ancora dispersi

Dopo precipitazioni abbondanti un miglio quadrato di terreno si è staccato da una montagna 

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14 vittime accertate. Ma 108 persone che mancano all'appello e di cui da sabato non si sa nulla. E' questo il tragico bilancio, aggravatosi nelle ultime ore, della spaventosa frana che ha colpito due giorni fa la contea di Snohomish, un ex villaggio di pescatori, fondato circa 100 anni fa in mezzo a una zona montuosa a 90 chilometri da Seattle, nello stato di Washington.

La pioggia che è caduta abbondante e insistente nella zona per tutto l'ultimo mese, secondo gli esperti locali, avrebbe saturato d'acqua tutto il pendio. Quindi sabato s'è scatenata la tragedia: una frana enorme, circa un miglio quadrato di terreno, si è staccato da una montagna precipitando a valle, spazzando via con grande violenza tutto quello che ha trovato sul suo cammino. 

La zona colpita dalla slavina è molto vasta: la furia dell'acqua e del fango ha travolto almeno 30 abitazioni, molte macchine e tutte le strade. E pare che abbia colto di sorpresa tante persone che in quel momento stavano a casa loro e sono finite intrappolate dal fango. Alla fine, la massa di macerie, di alberi e detriti, ha raggiunto in poco tempo l'altezza spaventosa di cinque metri, rendendo complicatissime le operazioni di soccorso che vanno avanti da ore. Inoltre, l'azione delle squadre speciali dei vigili del Fuoco sono molto pericolose: tutti i soccorritori devono agire con grande attenzione per la presenza di molte sabbie mobili nella zona della sciagura.

Tutta l'area attorno alla zona colpita è stata evacuata: ai residenti è stato permesso di tornare nelle loro case solo durante le ore diurne. Oggi c'è il sole, tuttavia, già nelle prossime ore sono attese nuove precipitazioni che renderanno ancora più complicato il soccorso. Tuttavia, le chance di trovare qualcuno ancora in vita sono ridotte ormai al lumicino: in queste ultime ore non è stato trovato nessuno sotto le macerie. Così, ora, l'unica speranza è che tra le persone dichiarate al momento ancora disperse ci siano alcuni che non si trovavano a casa loro quel maledetto sabato mattina, al momento della tragedia.