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MONDO

Elezioni presidenziali

Francia, attacco hacker a Macron. La Commissione ai media: non pubblicate i file

Secondo il New York Times ci sarebbe l'azione coordinata di militanti dell'ultradestra Usa dietro alla diffusione sul web dei documenti piratati nel massiccio attacco hacker alla campagna di Emmanuel Macron. Alcuni esperti, citati dal giornale Usa, ritengono che alcuni documenti potrebbero essere collegati alla Russia

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Giornata di silenzio elettorale in Francia alla vigilia del voto per eleggere il nuovo presidente della repubblica. Il candidato Emmanuel Macron ha denunciato, nella notte, l'hackeraggio di file del suo staff. La Commissione di controllo della campagna presidenziale ha chiesto ai media di non divulgarle: "Può avere rilevanza penale". 

"Tentativo di destabilizzare le presidenziali"
"Non si tratta in effetti di una semplice operazione di pirateria informatica - prosegue il comunicato di En Marche - ma di un tentativo di destabilizzare le elezioni presidenziali francesi". Caselle di posta elettronica di vari responsabili del candidato all'Eliseo sono state piratate a partire da alcune settimane fa e "mail, documenti contabili, contratti etc.." sono stati pubblicati in rete. I testi 'rubati' sono stati fatti circolare "insieme a falsi documenti per seminare il dubbio e la disinformazione". 

La Commissione ai media: diffondere i dati può implicare una "responsabilità penale" 
La Commissione francese di Controllo della campagna presidenziale ha ricordato a tutti i cittadini che la diffusione dei documenti hackerati al candidato Emmanuel Macron può implicare "una responsabilità penale" dei suoi autori. Dopo una riunione di emergenza di questa mattina per esaminare il caso, già ribattezzato dai media 'MacronLeaks', la Commissione ha rinnovato l'avviso già diramato ai media in una nota e ha ampliato l'avvertenza a tutti i cittadini e agli utenti dei social network.

La Commissione esorta "tutti gli utenti dei siti internet e dei social network, soprattutto i media ma anche tutti i cittadini, a dimostrare la propria responsabilità e a non pubblicare i contenuti in modo da non alterare la trasparenza delle elezioni, non infrangere la legge e non esporsi alla commissione dei reati". Ricorda inoltre che i documenti divulgati "sono stati, con ogni probabilità, mescolati con informazioni false": per questo la loro diffusione o ripubblicazione "è suscettibile di essere ritenuta un reato penale". 

Hollande: nulla sarà lasciato senza risposta
Il presidente francese François Hollande ha assicurato che la massiccia azione di pirataggio di documenti interni della squadra di campagna elettorale di Macron non resterà "senza risposta". "Sapevamo che vi sarebbero stati dei rischi durante la campagna elettorale, come era già accaduto altrove. Nulla sarà lasciato senza risposta", ha dichiarato Hollande al termine di una visita all'esposizione "Tesori dell'islam in Africa" presso l'Istituto del mondo arabo a Parigi, in compagnia del re del Marocco Mohammed VI e del presidente dell'Istituto, Jack Lang.

NYT: azione coordinata dell'ultradestra Usa
Secondo il New York Times ci sarebbe l'azione coordinata di militanti dell'ultradestra Usa dietro alla diffusione sul web dei documenti piratati nel massiccio attacco hacker alla campagna di Emmanuel Macron. "Dopo mesi di tentativi di spostare in favore di Marine Le Pen l'ago della bilancia delle presidenziali francesi, attivisti di estrema destra americana hanno gettato il loro peso in appoggio all'hackeraggio di Macron, nel tentativo di spargere il dubbio su un'elezione fondamentale non solo per la francia ma per il mondo intero", si legge sul quotidiano Usa. Alcuni esperti, citati dal giornale, ritengono che alcuni dei documenti diffusi potrebbero essere collegati alla Russia.

Secondo il giornale, "questo tentativo è stato il punto di arrivo di una campagna durata mesi contro Macron", iniziata cioè quando la candidatura di quest'ultimo "ha iniziato a guadagnare terreno, all'inizio dell'anno". Da allora, scrive il NYT, "attivisti della rete negli Stati Uniti e altrove" hanno iniziato "a condividere tattiche, consigli e trucchi dove internet parla inglese e francese.

"Appena poche ore dopo che i documenti sono stati resi pubblici - scrive ancora il New York Times - l'hashtag #macronleaks ha iniziato a diffondersi globalmente, aiutato da attivisti di estrema destra negli Stati Uniti che avevano cercato di spostare il voto francese a favore della Le Pen".

Infine, il NYT osserva che, "mentre non ci sono prove che questo recentissimo hackeraggio contro la campagna di Macron sia stato organizzato da questo gruppo di militanti fra loro solo in parte collegati, gli attivisti americani si sono regolarmente ritrovati su siti come 4han e discord, che sono stati in precedenza utilizzati per coordinare l'appoggio alla campagna presidenziale di Donald Trump". Una delle tattiche, ricorda il giornale, sono stati i cosiddetti "twitter raid", azioni per dirottare gli hashtag più diffusi e gli argomenti sui social media e iniettare materiale propagandistico anti-Macron e in favore della destra.