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MONDO

Prima uscita con Hollande all'Arco di Trionfo

Francia, per Macron ora sfida legislative. Il rebus è la formazione del governo. Intanto vede Merkel

Per il neo presidente francese il prossimo ostacolo da superare è il voto dell'11 e 18 giugno, in cui dovrà tentare - con il suo movimento 'Republique en Marche' - di strappare il maggior numero di seggi a ciò che resta dei partiti tradizionali. Intanto a Parigi arriva il primo corteo dell'estrema sinistra contro Macron, che il 25 a Bruxelles a margine del vertice Nato incontrerà Donald Trump 

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E' cominciata "la nuova era di speranza": Emmanuel Macron, il presidente più giovane della storia di Francia, ferma l'onda populista di Trump e della Brexit e riporta la costruzione europea al centro delle priorità. Con un movimento (En Marche!) che ha creato da solo, ha camminato indisturbato sulle macerie del vecchio bipolarismo francese, mandando in soffitta il Partito socialista e i neogollisti. Alla fine, ha travolto anche un Front National che ieri sera Marine Le Pen ha definitivamente seppellito.

Non c'è stata alcuna sorpresa: 60 a 40 hanno martellato per 15 giorni i sondaggisti, 66,1% a 33,9% il risultato finale, comunque il più alto mai ottenuto dal Front National. Macron ha raccolto 20.753.704 voti, la Le Pen 10.643.937. Alto il dato sull'astensione, 25,44%, mentre 3,01 milioni di francesi hanno votato scheda bianca e 1,06 milioni sono stati i voti nulli. 

Rebus governo
Da oggi, il neopresidente Macron avvia un lavoro di ricostruzione titanico, a cominciare dalla battaglia per le politiche dell'11 e 18 giugno in cui dovrà tentare di strappare il maggior numero di seggi a ciò che resta dei partiti tradizionali, per poter governare e varare il suo ambizioso programma di riforme per la Francia e l'Europa. Il neo eletto ha fatto oggi la sua prima uscita ufficiale, al fianco del presidente uscente Hollande, per le celebrazioni dell'armistizio del '45 all'Arco di Trionfo. Ma indosserà gli abiti dell'ottavo Presidente delle Repubblica francese solo tra una settimana, il 14 maggio, giorno in cui potrà cominciare a mettere in opera il suo programma. E tutto lascia pensare che non perderà tempo, ansioso di dare immediatamente un segnale forte per guadagnare il massimo consenso possibile prima del voto delle legislative. Lavoro, scuola, Ue e terrorismo tra le prime misure

Macron si dimette dalla presidenza di 'En Marche!', che cambia nome
"Emmanuel Macron si è dimesso dalla presidenza di En Marche! nel corso di una riunione straordinaria del nostro consiglio d'amministrazione", ha annunciato il segretario generale del movimento, Richard Ferrand, in conferenza stampa a Parigi. "Al suo posto - ha aggiunto - è stata designata ad interim Catherine Barbaroux", una dei dirigenti del movimento. Dopo la vittoria elettorale di Macron, inoltre, "En marche!" si riorganizza in vista delle elezioni. Il nome del movimento cambia per diventare "La République en marche". I candidati alle legislative verranno indicati giovedì 11 maggio. Gran parte dei candidati proverranno dalla società civile. L'obiettivo è quello della costituzione di un gruppo parlamentare forte a sostegno di Macron e del governo. Confermata l'alleanza con MoDem di Francois Bayrou, che però farà gruppo a parte.

In piazza a Parigi gli anti-Macron
Emmanuel Macron non si è ancora insediato ma a Parigi sono già in piazza le forze di estrema sinistra contrarie alle politiche sul lavoro del nuovo presidente. Studenti, disoccupati, anarchici, ma anche esponenti sindacali della Cgt si sono dati appuntamento a Place della Republique per una marcia di protesta con lo slogan: "Lo Stato non è un'impresa". Momenti di tensione si sono registrati con le forze di polizia: in testa al corteo, diretto alla Bastiglia, sono spuntati cappucci neri e maschere antigas. "Cominciano 5 anni di lotta", recita uno degli striscioni. 



Incontro Trump-Macron il 25 maggio a margine del vertice Nato
Donald Trump incontrerà per la prima volta il presidente francese eletto, Emmanuel Macron, a
margine del vertice della Nato a Bruxelles il 25 maggio. Lo ha annunciato la Casa Bianca dopo un colloquio tra i due leader.

Merkel: Macron incarna speranza per Francia ed Europa
Ma sarà a Berlino la prima visita all'estero. Lo ha confermato l'eurodeputata Sylvie Goulard, che viene indicata come uno dei possibili membri del futuro governo. Prima, ha detto, "è possibile che vada a salutare le truppe francesi". Macron incarna la speranza di "milioni di francesi e anche di molti in Germania e Europa". A dichiararlo è stata oggi la cancelliera Angela Merkel. "Il neoeletto presidente francese ha condotto una campagna filo-europea coraggiosa, difende l'apertura al mondo ed è decisamente a favore dell'economia sociale di mercato", ha concluso.

Putin: superare la sfiducia reciproca" e "unire le forze"
Chi non è sembrato essere soddisfatto dell'esito del voto, invece, è il presidente russo Vladimir Putin, che durante la campagna elettorale si era apertamente esposto a favore di Marine Le Pen (ricevuta al Cremlino lo scorso 24 marzo) pur sostenendo di non volersi immischiare nelle faccende interne di un altro Paese.  E così, mentre a Parigi sono subito arrivate da più parti- dalla Nato, dalla Cina come dagli Usa e dall'Italia- le congratulazioni dei capi di stato, da Mosca (immersa nelle festività del 1-9 maggio)  il silenzio è rimasto totale fino a questa mattina. Quindi un breve comunicato nel quale il presidente russo, oltre a salutare la sua elezione, chiede a Macron di "superare la sfiducia reciproca" e "unire le forze".

Appuntamento con le legislative
La grande incognita dello scenario politico francese, dopo l'esclusione senza precedenti dall'Eliseo di un rappresentante di una delle due grandi famiglie politiche francesi, sarà se il nuovo Capo di stato disporrà o meno di una maggioranza per governare o se invece sarà costretto alla coabitazione. L'appuntamento con le legislative dell'11 e il 18 giugno, quindi, si rileva fondamentale, data la possibile assenza di una maggioranza nella futura Assemblea Nazionale che corrisponda alla linea politica della Presidenza.

Nelle precedenti legislature l'Assemblea solitamente rispecchiava la stessa maggioranza presidenziale, a parte alcune eccezioni che hanno dato vita a periodi di cosiddetta coabitazione (sia con presidenti socialisti e premier neogollisti che al contrario). Il sistema elettorale maggioritario a due turni ha da sempre favorito i partiti principali, escludendo i partiti minori dal parlamento, a meno che non si alleassero con i maggiori. L'estrema destra del Front National, che ha sempre corso da sola e che, alle elezioni del 2012, era presente in 61 collegi elettorali nel secondo turno, è riuscita a far entrare solo due eletti nell'ultimo parlamento.

"Non riposerò sugli allori!"
Consapevole di queste difficoltà, già ieri sera davanti ai suoi sotenitori Emmanuel Macron ha detto "non riposerò sugli allori" e ha chiamato a raccolta coloro che non hanno votato per lui per convinzione ma per necessità, invitando gli elettori a dargli in Parlamento "una maggioranza vera, forte, di cambiamento". E già ieri sera Macron ha raccolto le prime risposte positive, come quella dell'ex candidata socialista alle presidenziali Segolene Royal, che ha detto "è arrivato il momento di lavorare assieme". Per questa ragione anche, Macron ha deciso che i candidati di En Marche! alle legislative saranno scelti solo dopo le presidenziali, per lasciare spazio a eventuali partner. Macron ha promesso almeno "la metà di nuovi volti" per il parlamento, scelti tra gli oltre "13.000 curricula", l'altra metà scelti tra "sinistra, centro e destra."