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ECONOMIA

Corporate minimun tax

Fisco, Franco: bene proposta Usa aliquota minima globale al 15%

La prospettiva di un accordo per un'intesa in sede Ocse e G20 è concreta. Si vuole raggiungere il patto entro l'estate per poi arrivare alla legge entro l'anno

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di Tiziana Di Giovannandrea
Il ministro dell'Economia e delle Finanze, Daniele Franco, si è espresso a favore della proposta degli Stati Uniti su un'aliquota minima globale sulle società: "Accolgo con favore la proposta avanzata dal Tesoro degli Stati Uniti per introdurre un'aliquota fiscale minima globale di almeno il 15%. Questo è un altro passo importante verso un accordo sulla nuova architettura fiscale internazionale". È quanto dichiarato dal ministro dell'Economia e delle Finanze a seguito dell'apertura del Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, in merito alla discussione sull'introduzione di un'aliquota fiscale minima a livello internazionale. Gli Usa puntano all'accordo entro l'estate su una 'corporate minimum tax globale' sulle aziende per poi passare ad una legge entro l'anno. 

In una nota diffusa dal Mef, Daniele Franco ha inoltre spiegato che: "Le discussioni tecniche presso l'Ocse stanno procedendo bene e la prospettiva di raggiungere una soluzione globale e basata sul consenso sui due pilastri della riforma fiscale internazionale è ora concreta. In qualità di Presidenza del G20, stiamo compiendo tutti gli sforzi per garantire il raggiungimento di un accordo politico alla riunione del G20 di luglio a Venezia". Il G20 della finanza mondiale verrà ospitato dal 7 all'11 luglio 2021 all'Arsenale di Venezia.

La proposta degli Stati Uniti è più moderata di quanto inizialmente ipotizzato, il 15% anziché il 21%. È stata annunciata dopo che negoziatori americani si sono incontrati in settimana con le controparti di 24 paesi, in ambito Ocse, sul tema della riforma del sistema di tassazione delle multinazionali. Gli Stati Uniti spingono per un accordo nel quadro dell'agenda fiscale del presidente Usa, Joe Biden, che prevede l'aumento dell'aliquota dell'imposta sulle società dal 21% al 28% e l'aumento delle tasse sui profitti esteri delle società statunitensi. L'introduzione di una 'corporate minimum tax globale' vuole evitare una dannosa concorrenza fra Stati con le corse al ribasso nella tassazione internazionale per attirare le società ed aziende.

Gentiloni, intesa vicina su tassa globale verso 15%
La nuova proposta americana di una 'corporate tax globale' al 15% "è un passo avanti sulla strada per arrivare un accordo" che "ritengo del tutto possibile da raggiungere in linea di principio, anche se non ci siamo ancora a livello di G20, lavorando molto duramente nelle prossime settimane". Lo ha detto il Commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, dopo la riunione informale dell'Eurogruppo a Lisbona. Interrogato sull'aggiornamento della proposta Usa, che prima fissava al 21% l'aliquota da applicare globalmente alle società, Gentiloni ha accolto favorevolmente la riduzione al 15%. "Ovviamente l'accordo di principio" che eventualmente si raggiungerà "dovrebbe essere poi tradotto nei dettagli".

Oltre all'Italia anche Francia e Germania favorevoli su tassa globale al 15%
Parigi e Berlino ritengono che la proposta di Washington di fissare al 15%, invece che al 21%, la tassa globale minima sulle multinazionali costituisca una svolta per strappare un'intesa in sede Ocse e G20. Il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire, considera la proposta americana di fissare "almeno al 15%" l'aliquota minima sui profitti delle multinazionali "un buon compromesso". "La questione chiave non è la cifra" ma avere "un accordo politico il prima possibile, vale a dire durante la riunione del G20 a Venezia in Italia all'inizio di luglio", ha precisato Le Maire, insistendo sull'importanza di raggiungere sempre in quel frangente un compromesso anche "sul pilastro della tassazione digitale". "La Francia non si risparmierà per raggiungere un accordo all'inizio di luglio, ci stiamo lavorando da 4 anni", ha ribadito.

Anche il ministro tedesco Olaf Scholz ha indicato la piena disponibilità della Germania a chiudere la "partita". Si tratta "della migliore occasione per definire una riforma della tassazione a livello globale allo scopo di contrastare la corsa fiscale al ribasso" per ridurre la concorrenza sleale.

La nuova proposta americana ha incontrato anche il favore del Giappone il cui Ministro delle Finanze Tarō Asō ha parlato di progressi aggiungendo che in ogni caso le discussioni non sono concluse.

Sull'accordo comunque c'è ancora da lavorare. Frizioni arrivano da tutti quegli Stati che  che hanno costruito il loro successo ed attrattività per le aziende su aliquote molto basse e su congrui sconti fiscali. È il caso di paesi come l'Irlanda o l'Ungheria che hanno una tassazione 'corporate' al 12,5%.