MONDO
La "nota verbale" della Segreteria di Stato
Gaza, la diplomazia Vaticana interviene per fermare le violenza
Alle ambasciate accreditate presso la Santa Sede è stato inviato una "Nota verbale" con il testo degli ultimi appelli del Papa sul Medio Oriente. "È nostro vivo augurio che la comunità internazionale prenda a cuore la questione"
Anche il Vaticano interviene negli sforzi diplomatici per cercare di porre fino alle ostilità a Gaza. La Segreteria di Stato ha inviato alle ambasciate accreditate presso la Santa Sede una "Nota verbale" con il testo degli ultimi appelli sul Medio Oriente rivolti dal Papa.
"La Segreteria di Stato, attraverso i propri canali diplomatici, continua a stimolare l'attenzione delle autorità internazionali e dei governi alla sorte di questi nostri fratelli" spiega il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, arcivescovo Dominique Mamberti alla Radio Vaticana.
"È nostro vivo augurio - spiega - che la comunità internazionale prenda a cuore la questione, giacché sono in gioco principi fondamentali per la dignità umana, il rispetto dei diritti di ogni persona, per una convivenza pacifica e armoniosa delle persone e dei popoli".
Cita poi direttamente Papa Francesco: "Ci vuole più coraggio per fare la pace che per fare la guerra, inoltre andrebbero posti al centro di ogni decisione non gli interesse particolari, ma il bene comune e il rispetto di ogni persona".
"La Segreteria di Stato, attraverso i propri canali diplomatici, continua a stimolare l'attenzione delle autorità internazionali e dei governi alla sorte di questi nostri fratelli" spiega il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, arcivescovo Dominique Mamberti alla Radio Vaticana.
"È nostro vivo augurio - spiega - che la comunità internazionale prenda a cuore la questione, giacché sono in gioco principi fondamentali per la dignità umana, il rispetto dei diritti di ogni persona, per una convivenza pacifica e armoniosa delle persone e dei popoli".
Cita poi direttamente Papa Francesco: "Ci vuole più coraggio per fare la pace che per fare la guerra, inoltre andrebbero posti al centro di ogni decisione non gli interesse particolari, ma il bene comune e il rispetto di ogni persona".