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ITALIA

L'inchiesta

Genitori di Matteo Renzi, lunedì 25 febbraio l'interrogatorio. Ok del Gip al cambio di domicilio

Per evitare l'assedio mediatico Tiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli hanno chiesto di trasferirsi a casa di una delle figlie. Tiziano Renzi: "Mai fatto bancarotta, né fatture false". Anm: "Inammissibile parlare di giustizia ad orologeria"

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Tiziano Renzi e Laura Bovoli compariranno lunedì 25 febbraio davanti al gip Angela Fantechi. La data dell'interrogatorio di garanzia, anticipata oggi da La Nazione, è stata comunicata ieri nella tarda serata ai difensori e confermata stamani da fonti del palazzo di Giustizia. Non è invece chiaro dove la coppia sarà sentita: possibile che venga scelto un luogo diverso dalla procura per evitare l'assalto di telecamere e giornalisti.



Cambio di domicilio, ok del Gip
Proprio per evitare l'assedio mediatico Tiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli hanno chiesto, tramite il loro legale, Federico Bagattini, e ottenuto dal gip Angela Fantechi, un cambio nel domicilio in cui stanno scontando gli arresti domiciliari: si trasferiranno a casa di una delle figlie. Tra le motivazioni anche quelle famigliari.

Tiziano Renzi: mai fatto bancarotta, né fatture false
"Io affronterò il processo nelle aule dei tribunali da cittadino massacrato preventivamente sui media ma da cittadino incensurato che rivendica con forza la propria innocenza". Così Tiziano Renzi in un post su Facebook dove 'grida' la sua verità sull'inchiesta della procura di Firenze che lo vede, da lunedì scorso, agli arresti domiciliari insieme alla moglie Laura Bovoli. "Non abbiamo fatto mai fatture false, non siamo amministratori di fatto, non abbiamo fatto bancarotta, non abbiamo lavoratori in nero".



Poi il padre dell'ex premier continua: "La verità prima o poi verrà fuori. Voglio che sia chiaro una cosa: i giornali sono pieni solo delle ricostruzioni dell'accusa. Lo affermo qui (e purtroppo per il momento posso solo qui) che queste ricostruzioni sono false". Da qui la richiesta: "A tutti chiedo solo una cosa: aspettate i processi. Aspettate e vedremo chi ha ragione. Il massacro mediatico di questi giorni è incredibile. Ed e' un incubo non potersi difendere. Vorrei urlare il mio sdegno e invece sono chiuso in casa come un criminale. Posso solo dire questo: aspettate il processo. E vedrete".

L'accusa è di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni
Nella misura cautelare, i pm fiorentini scrivono che "risulta l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti" negli anni 2014, 2015 e 2016 "per un importo complessivo di 207.067 euro, con un'imposta evasa di 98.140,91 euro di cui 52.515,99 per Ires e 45.624,92 per Iva". Più della metà dell'importo complessivo è stato fatturato nel 2016, con 117.083, mentre nel 2015 sono state emesse fatture false per 64.941 euro e nel 2014 per 25.043,30.

Sono oltre 60 le fatture finite sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti. Ma la 'Marmodiv', per la quale è stato chiesto il fallimento nell'ottobre scorso, secondo l'accusa, sarebbe stata utilizzata per "alleggerire" degli oneri previdenziali e fiscali la società della famiglia Renzi, la 'Eventi6'.

Aggiungono inoltre i pm che la Marmodiv, che distribuisce materiale pubblicitario della Eventi6, "con il consenso del committente, ha sistematicamente destinato, fin dall'origine, al macero una parte del materiale pubblicitario affidatole per la distribuzione". Sempre secondo l'accusa, i coniugi Renzi sarebbero gli amministratori di fatto di questa cooperativa come di altre due cooperative già fallite: la 'Delivery Service' e la 'Europe Service'. La prima venne costituita nell'aprile 2009 da 10 soci, sei dei quali residenti a Rignano sull'Arno, il paese dei Renzi. Da quanto ricostruito dai pm, molti dei soci fondatori non avrebbero neppure saputo di esserlo. La Delivery venne poi abbandonata e fatta fallire. Da lì è partita l'inchiesta che ha portato alle misure cautelari eseguite lunedì sera. Stesso destino ha avuto la Europe Service e la stessa fine sarebbe toccata alla Marmovid.

Anm: "Inammissibile parlare di giustizia ad orologeria"
E sul caso oggi interviene anche l'Associazione nazionale magistrati. "Riteniamo sia inammissibile parlare di 'giustizia ad orologeria': l'azione della magistratura non si arresta mai e non e' mai rivolta a una contingenza politica o a favorire o danneggiare una parte politica", scrive in una nota affidata alle agenzie l'Anm. "Ogni giorno la magistratura emette migliaia di provvedimenti e non e' accettabile parlare di interventi orientati, mediaticamente pilotati o aventi finalità politiche. I provvedimenti della magistratura hanno sempre un unico obiettivo, la tutela dei diritti dei cittadini, senza distinzioni".

Spataro: idea giustizia a orologeria è assurda
"Io mi chiedo come facciano certi politici, di qualsiasi colore, a rimettere in campo ciclicamente la questione della giustizia ad orologeria. Se pensiamo da quanti decenni avviene questa storia, usando gli stessi termini lessicali, già questo dimostrerebbe l'assurdo. Si deve immaginare una giustizia che con un piano, magari eterodiretto chissà da chi, pensi a colpire tutti i partiti politici, ma quale sarebbe lo scopo? Sono affermazioni che fanno ridere. Sono abbastanza contrario alle dietrologie e ai misteri. Si immagini in questo caso". Lo ha detto ad Agorà su Rai Tre l'ex procuratore di Torino Armando Spataro a proposito del provvedimento di arresti domiciliari dei genitori Renzi.

Matteo Renzi: non grido al complotto, chi pensa di fermarmi non mi conosce
Le parole dei magistrati arrivano in risposto a quanto aveva scritto lo stesso Renzi. L'ex premier ha commentato ieri la notizia sulla E-news: "Tutti i cittadini sono uguali davanti alla Legge. I miei genitori, come tutti, hanno diritto a un processo giusto e spero rapido. Non grido ai complotti: chiedo che i processi si facciano nelle aule dei tribunali e non sul web o nelle redazioni dei giornali. Noi aspettiamo le sentenze, ma le sentenze si pronunciano in tribunale e non nelle piazze populiste". 

Zingaretti: no a teoria del complotto, ma Matteo non c'entra nulla
"Io non ho mai creduto nella mia vita alla teoria del complotto della Magistratura e non cambio opinione. Così, però, come sono sempre stato garantista. E quindi, in questi momenti delicati, rispetto al rischio di una lapidazione politica e mediatica vanno dette delle cose con molta chiarezza: Matteo Renzi non c'entra nulla con questa inchiesta e non ha nessuna accusa. C'e' un'accusa nei confronti dei suoi familiari e l'accusa in questo Paese, fino a prova contraria, non è una condanna". Lo ha detto ieri sera Nicola Zingaretti intervistato da Giovanni Floris nel programma Di Martedì.

Berlusconi: "Mi disse game over"
"E' una vicenda dolorosa e noi siamo quello che siamo, garantisti nel profondo. Anche se non dimentico che quando venni estromesso dal Senato Renzi commentò con un 'Game over'". Così Silvio Berlusconi parlando del caso dei genitori di Matteo Renzi all'assemblea dei parlamentari di Forza Italia al Senato, secondo quanto si apprende.