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MONDO

Il segretario di Stato americano Kerry: atto inumano

Terrore a Gerusalemme. Attacco in sinagoga con asce e coltelli, quattro morti. Hamas rivendica

Nell'attento terroristico avvenuto nel sobborgo di Har Nof anche sei feriti. I due responsabili sono stati uccisi dalla polizia. Il premier israeliano Netanyahu promette una dura reazione. E il presidente palestinese Abu Mazen condanna l'attentato. Mogherini: no a escalation

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Sono sei, inclusi i due terroristi provenienti dalla parte Est della capitale, le vittime confermate dell'attacco avvenuto questa mattina a una sinagoga di Gerusalemme nel sobborgo di Har Nof su Agasi street. Ancora imprecisato il numero dei feriti, i soccorritori ne indicano nove mentre la polizia parla di sei.

Chi sono gli attentatori?
Gli attentatori sono entrati nel luogo di culto con armi da fuoco, asce e coltelli e hanno ucciso due fedeli prima di essere a loro volta eliminati dalla sicurezza. Si tratta di Ghassan Abu Jamal e Udayy Abu Jamal due cugini, prigionieri palestinesi, che erano stati rilasciati dalle prigioni israeliane nel 2011, in cambio della liberazione del soldato Gilad Shalit. 

Hamas rivendica
Hamas ha rivendicato l'attacco spiegando che si tratta della risposta alla tensione
sulla Spianata delle Moschee e all'uccisione - un suicidio secondo la polizia israeliana - ieri dell'autista di autobus palestinese di una ditta israeliana. L'uomo, 32 anni e padre di due bambini, si chiamava Yusuf Hasan al Ramuni, ed era residente nel quartiere di Ras al Amud, sul Monte degli Ulivi, a Gerusalemme Est. È stato trovato morto impiccato nella notte tra domenica e lunedi nella zona industriale di Har Hotzvim, a Gerusalemme Ovest ma la famiglia ritiente sia stato ucciso. 

"Lupi solitari"
Secondo la polizia israeliana l'attacco alla sinagoga non viene dalla mano di Hamas. I due attentatori sarebbero "lupi solitari" senza legami apparenti con organizzazioni terroristiche. Per questo lo Shin Bet, il controspionaggio, sta interrogando i familiari dei due killer.

La replica di Netananyahu e Abu Mazen
A stretto giro arriva la risposta del premier israeliano Netanyahu che parla di "attacco crudele" dovuto a un continuo incitamento e promette "reagiremo con mano pesante". Anche il presidente palestinese Abu Mazen condanna ''l'uccisione dei fedeli ebrei a Gerusalemme e di altri civili ovunque essi siano''.

Kerry: atto inumano
Anche il segretario di Stato americano, John Kerry, in una telefonata a Netanyahu, condanna l'attentato definendolo "un atto di puro terrore che non può trovare spazio in quello che si definisce un comportamento umano" e chiede ai leader palestinesi di fermare l'incitamento alla violenza.

Mogherini: no a escalation
L'attacco di oggi "è un atto di terrore contro fedeli durante la preghiera del mattino e deve essere condannato in tutti i modi", è il commento a caldo dell'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Federica Mogherini. In una nota, fa appello ai leader della regione "perché lavorino insieme e facciano il possibile per calmare la situazione ed evitare ulteriori escalation". 

Gentiloni: ignobile attacco
Il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni manifesta" la più ferma condanna per l'ignobile attacco armato di gravità inaudita compiuto questa mattina in una sinagoga di Gerusalemme". Il Governo italiano "esprime il suo sdegno e manifesta profondo
cordoglio alle famiglie delle vittime e la solidarietà ai feriti".

Escalation
Questo di oggi è solo l'ultimo in ordine di tempo di una serie di attacchi che hanno visto - come non succedeva da tempo - Gerusalemme come teatro. La tensione è alta da quanto Marwan Barghouti, leader di Tanzim (braccio armato di Fatah), che sconta 5 ergastoli nelle prigioni israeliane, ha invocato la III intifada dopo quella del 1987 e del 2000.

I precedenti 
Il 22 ottobre un palestinese uomo alla guida di un'auto ha investito un gruppo di pedoni a una fermata del tram a Gerusalemme, uccidendo una neonata di tre mesi ed una donna. L'attentatore, il 21enne Abdelrahman Shaludi ucciso dai poliziotti mentre tentava di fuggire a piedi.

Il 5 novembre un altro attentato con un auto contro la folla: muore un agente di polizia e vengono ferite 13 persone. L'uomo che al volante è stato identificato come Ibrahim al Akri, 48enne membro della Jihad islamica, ed è stato ucciso dagli agenti. L'attentato era avvenuto poche ore dopo i nuovi scontri tra palestinesi e agenti di polizia sulla Spianata delle Moschee che avevano portato a una breve chiusura
dell'area.

Il 16 novembre nuovo attacco all'arma bianca contro un israeliano a Gerusalemme. Un uomo è stato accoltellato alla schiena ed è stato ricoverato in ospedale. La polizia indaga su "un giovane arabo, sui 32 anni, che poi è fuggito". Il fatto è avvenuto vicino alla Porta di Damasco, il principale ingresso alla città vecchia.