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MONDO

Hamas: Intifada prosegue

Gerusalemme, Palestinesi in rivolta, 4 morti e 750 feriti. Appello di Trump a calma e moderazione

Si appesantisce il bilancio dei palestinesi feriti in Cisgiordania nel corso di scontri con l'esercito israeliano nelle proteste contro il riconoscimento di Gerusalemme capitale dello Stato ebraico da parte degli Usa

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Incidenti in corso a Bet El, a nord di Ramallah, tra manifestanti palestinesi che lanciano pietre e agenti di polizia israeliana che rispondono con lacrimogeni e granate assordanti. Lo riferiscono testimoni sul posto. Altri incidenti sono in corso, secondo siti palestinesi, anche ad Hebron, mentre proseguono quelli a Betlemme. A Gerusalemme est la polizia israeliana ha usato anche agenti a cavallo per disperdere le manifestazioni di protesta. Gli incidenti a Gerusalemme si sono registrati nella centrale via Sallah Eddin. Lo rende noto il portavoce della polizia israeliana secondo cui decine di giovani palestinesi lanciano pietre ed altri oggetti contro gli agenti e hanno improvvisato barricate. Due agenti sono rimasti feriti. La polizia ha compiuto sei arresti.

Un pesante bilancio degli scontri 
È di almeno almeno 4 morti e 750 feriti il bilancio degli scontri di ieri tra Gaza e Cisgiordania, nelle proteste contro la decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme capitale d'Israele. Hamas afferma che l'intifada proseguirà. Razzi dalla Striscia e bombardamenti israeliani. 

All'Onu condanna della decisione di Trump su Gerusalemme, anche da parte dell'Italia.Obama paragona il suo successore a Hitler e parla di "democrazia in pericolo". 

Il presidente americano DonaldTrump ha lanciato un appello alla calma e alla moderazione dopo la giornata di violenze in Medio Oriente, in seguito alla sua decisione di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele. "Il presidente - ha detto una portavoce della Casa Bianca - spera che le voci della speranza prevalgano su coloro che diffondono l'odio".

Paesi Ue all'Onu: decisione Usa non conforme alle risoluzioni
La decisione di Donald Trump di riconoscere unilateralmente Gerusalemme come capitale di Israele "non è conforme alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza", hanno detto gli ambasciatori di Francia, Regno Unito, Italia, Svezia e Germania all'Onu. "Non promuove la prospettiva di pace nella regione", hanno dichiarato i diplomatici in una dichiarazione dopo la riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza durante la quale gli Stati Uniti si sono trovati isolati. Gli ambasciatori hanno anche invitato "tutte le parti e gli attori regionali a lavorare insieme per mantenere la calma".

Nel corso del Consiglio l'inviato Onu per il Medioriente, Nikolay Mladenov, ha avvertito che "c'è un serio rischio che possiamo vedere una catena di azioni unilaterali, che possono solo spingerci ancora più lontano dal raggiungere i nostri obiettivi condivisi di pace".

Gli Usa attaccano le Nazioni Unite: "Ostilità contro Israele"
L'ambasciatrice degli Stati Uniti presso l'Onu, Nikki Haley, ha criticato le Nazioni unite accusandole di "ostilità contro Israele" da "molti anni" e ha difeso la decisione di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele dicendo che è "l'ovvio". "Le Nazioni unite hanno fatto più danno alle possibilità di una pace in Medioriente che farla progredire", ha dichiarato Haley durante una riunione del Consiglio di sicurezza.

Abu Mazen: Usa non più mediatori di pace
"Rinnoviamo il nostro rifiuto della posizione americana su Gerusalemme. Gli Usa non sono più qualificati per occuparsi del processo di pace". Lo ha detto in serata il presidente palestinese Abu Mazen secondo cui la decisione Usa viola la legittimità internazionale. Abu Mazen - citato dall'agenzia Wafa - ha detto di accogliere con favore "la grande condanna internazionale testimoniata dalla riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu" di oggi.

Israele bombarda siti di Hamas a Gaza 
L'aviazione israeliana ha colpito obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza in risposta all'attacco con razzi sul Sud di Israele: lo hanno reso noto le forze armate di Israele, Idf, su Twitter. Hamas ha ordinato ai suoi funzionari di evacuare tutti i siti dell'organizzazione per il timore di attacchi da Israele.


Lavrov: decisione Trump complica situazione
La decisione di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele ha complicato i piani americani di normalizzare i rapporti col mondo arabo: lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, intervenendo a Vienna. "Prima normalizziamo i rapporti tra Washington e il mondo arabo e, quando questo sarà avvenuto, la questione palestinese si risolverà da sola. Ecco: se l'amministrazione odierna americana ha proposto questo approccio, che rovescia la sequenza prevista dall'iniziativa araba di pace, ora con la dichiarazione di trasferire l'ambasciata a Gerusalemme, la Casa Bianca ha bruscamente complicato il piano di normalizzare prima i rapporti col mondo arabo e poi risolvere il problema palestinese". Così il capo della diplomazia russa. 

Tillerson: due anni per spostare ambasciata
Per trasferire l'ambasciata Usa a Gerusalemme ci vorranno almeno due anni. Lo ha detto il segretario di stato americano, Rex Tillerson, a Parigi per la conferenza sul Libano. Il capo della diplomazia Usa ha anche sottolineato come lo status finale di Gerusalemme sarà definito nei negoziati tra israeliani e palestinesi.

Sassi in diretta
A Betlemme il giornalista Rai Piero Marrazzo è stato colpito più volte da sassi mentre era in diretta. Pur indossando il giubbotto antiproiettile, il giornalista si è poi messo anche il casco. Poi è arrivata una camionetta e ha sparato lacrimogeni contro manifestanti che hanno risposto al fuoco. 


La promessa
"Ho mantenuto la mia promessa elettorale - gli altri non lo hanno fatto". Così Donald Trump suTwitter in riferimento all'annuncio di voler trasferire l'ambasciata Usa a Gerusalemme e aver dichiarato la città capitale di Israele. Il tweet è accompagnato da un video in cui compaiono gli ex presidenti Usa, Bill Clinton, George W. Bush e Barack Obama, e infine Trump, dove tutti affermano che Gerusalemme è la capitale di Israele, e l'attuale presidente lo ha poi dichiarato ufficialmente.  



Sembra in forse l'incontro tra il vicepresidente Usa Mike Pence, in arrivo nella regione il 17 dicembre, e la leadership palestinese dopo la dichiarazione di Trump su Gerusalemme. Jibril Rajoub,uno degli uomini di punta di Fatah, il partito di Abu Mazen, ha detto che Pence "non è il benvenuto in Palestina" e che l'incontro con il presidente palestinese previsto il 19 dicembre"non ci sarà".  Ma fonti Usa, citate dalla Bbc ripresa dai media israeliani, hanno ammonito i palestinesi "a non far saltare l'incontro".     

Parlamento Anp: cessare riconoscimento Israele
Il consiglio legislativo palestinese ha chiesto all'Autorita' palestinese di annullare il riconoscimento dello Stato di Israele. Il parlamento palestinese ha chiesto che l'Anp cessi di riconoscere la sovranita' di Israele su qualsiasi territorio occupato a partire dal 1948. La richiesta è contenuta nella relazione di una commissione presentata ieri durante una sessione d'emergenza tenuta a Gaza.

Papa copto non inconterà Pence
Intanto, anche il Papa copto Tawadros II non incontrerà il vicepresidente Usa Mike Pence durante il viaggio di quest'ultimo in Medio Oriente: lo ha reso noto la Chiesa cristiana copta egiziana in un comunicato, nel quale si afferma che la decisione del presidente Donald Trump su Gerusalemme "non ha preso in considerazione i sentimenti di milioni di arabi". Ieri anche il grande imam della moschea di al-Azhar, sceicco Ahmed al-Tayyib aveva annunciato di non voler incontrare Pence il 20 dicembre, come era previsto.