Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Giallo-di-Caronia-padre-di-Gioele-parabrezza-della-Opel-Corsa-di-Viviana-era-gia-rotto-prima-dell-incidente-b4fa32bf-2511-4541-8b2d-6a53a1367c80.html | rainews/live/ | true
ITALIA

L'inchiesta

Giallo di Caronia. "Il parabrezza della Opel Corsa di Viviana era già rotto prima dell'incidente"

Il padre di Gioele smentisce che la lesione sia avvenuta nell'impatto sull'autostrada. Il procuratore di Patti: non è ancora possibile formulare alcuna seria ipotesi sulle cause di morte del piccolo Gioele, questo ufficio prosegue tuttora le indagini in ogni direzione. Si cerca nei casolari e in abitazioni agricoli anche col luminol

Condividi
Sono giorni febbrili per chi indaga sulla tragica storia di Viviana Parisi e di suo figlio Gioele, finiti in circostanze tutt'altro che chiarite.

Gli accertamenti genetici effettuati sui tamponi prelevati all'interno della Opel Corsa di Viviana Parisi e sul parabrezza "hanno finora fornito esito negativo, anche per quanto riguarda la presenza di eventuali tracce di sangue". Interviene il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, a conclusione di un ulteriore ciclo di prelievi e accertamenti sull'auto utilizzata il 3 agosto, giorno dell'incidente nella galleria della Messina-Palermo.

La famiglia aveva specificato che il parabrezza era lesionato per un precedente incidente. Il procuratore è chiaro: "Contrariamente a quanto riportato da alcuni organi di stampa nei giorni scorsi, non è ancora possibile formulare, allo stato, alcuna seria ipotesi sulle cause di morte del piccolo Gioele. Come già detto in precedenza, questo ufficio prosegue tuttora le indagini in ogni direzione, senza tralasciare alcuna ipotesi". 

Una sottolineatura, quella del procuratore Cavallo, che fa riferimento in particolare alla tesi secondo la quale l'incidente stradale avrebbe provocato il ferimento e successivamente la morte di Gioele, non legato in condizioni di sicurezza al seggiolino, cosi' da indurre il senso di disperazione e poi il suicidio della mamma, trovata cadavere l'8 agosto ai piedi di un traliccio sulla collina di Caronia. Insomma, per la procura nessuna evidenza va in questa direzione. Il lavoro del collegio di consulenti incaricati degli esami autoptici, genetici e morfologici, nominato il 25 agosto, ha spiegato il magistrato, "e' tuttora in corso e nelle sue fasi iniziali". Tale compito "come e' facilmente intuibile, si preannuncia lungo, complesso e, per forza di cose, articolato in numerose sessioni".

Oggi sono proseguite le ricerche di altri resti del piccolo Gioele sulla collina di Caronia e di ulteriori tracce anche lungo il percorso effettuato da Viviana e Gioele dopo l'incidente. I vigili del fuoco ieri avevano proceduto a disboscare l'area. Sul posto la Polizia scientifica. Accertamenti tecnici pure in casolari, allevamenti, abitazioni rurali nelle aree dove sono stati individuati i corpi del bimbo e della madre. Verifiche compiute anche con il luminol (composto chimico utilizzato dalla Polizia Scientifica per rilevare tracce di sangue) allo scopo di individuare tracce ematiche e biologiche e procedere all'identificazione degli animali presenti. 

Il parabrezza era già incrinato
"Il parabrezza della Opel Corsa di  Viviana Parisi era già rotto prima dell'incidente avvenuto il 3 agosto nella galleria Turdi sull'autostrada A20 Messina-Palermo". A dirlo è,  attraverso il suo legale Pietro Venuti, Daniele Mondello, il marito  della deejay di 43 anni poi trovata morta l'8 agosto nei boschi di  Caronia, mentre il corpicino del figlio Gioele di 4 anni è  stato rinvenuto da un volontario solo il 19 agosto a circa 300 metri  di distanza.

Ieri sera era circolata la voce che la lieve crepa  rilevata sul parabrezza, sul lato passeggeri, dalla Polizia  scientifica, fosse dovuta proprio allo scontro avuto nella galleria da Viviana con un furgone di operai, dopo un sorpasso azzardato. Subito  dopo il sinistro, Viviana aveva fatto perdere le proprie tracce con il figlio. Secondo gli investigatori sarebbe la prova che il piccolo Gioele abbia battuto la testa sui cui sarebbero state rilevate, durante l'esame Tac prima dell'autopsia, micro tracce di sangue.

Poi la  smentita del padre di Gioele, che ci tiene a precisare che il  parabrezza fosse "già lesionato" dopo "un precedente sinistro"  avvenuto nei mesi scorsi. Quindi, il parabrezza non si sarebbe rotto  quel giorno della scomparsa.       

L'esame sull'auto danneggiata, che si trova in un deposito della Polizia a Messina, con una ruota bucata e altri danni sul lato, è stato eseguito dalla Polizia scientifica.

Da una telecamera di  sorveglianza è anche emerso che il piccolo non fosse legato al  seggiolino. Anche dai video postati sui social si vede sempre Gioele  in piedi sul sedile posteriore, mai allacciato. La mattina del 3  agosto l'auto di Viviana fece un sorpasso azzardato in galleria,  sbattendo contro un furgone e impattando con la fiancata destra sulla  fiancata sinistra del furgone. Nell'urto si è rotto anche il  finestrino. Ecco perché gli investigatori non escludono che il bambino abbia potuto battere la testa. Ma, stando a quanto dice il padre del  bambino, il parabrezza era già rotto.

La fiancata dell'auto nel tweet di Chi l'ha visto?