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La giornalista Renata Molho autrice di Essere Armani racconta lo stilista

Giorgio Armani compie 80 anni ma è ancora "come un bambino su una giostra"

L'anno prossimo festeggerà  i 40 anni del suo atelier con cui ha fatto grande la moda italiana nel mondo. E dire che da piccolo voleva fare il medico... 

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di Laura Squillaci
Gior­gio Armani l'11 luglio compie 80 anni. E l’anno prossimo festeggerà i 40 anni della sua maison, la sua vita. Un altro uomo potrebbe decidere tranquillamente di lasciare tutto, godersi il grande impero che ha creato; la soddisfazione di aver fatto diventare la moda non un qualcosa per pochi ma una necessità per tutti. Ma lui no, non ha nessuna voglia di abdicare continuerà a lavorare per altri mille anni.

Renata Molho Giorgio Armani lo conosce bene, è la prima ad aver scritto una biografia sullo stilista piacentino nato l’11 luglio del 1934. In Essere Armani racconta la vita di uno degli stilisti più importanti al mondo.

La prima sopresa che ci racconta è che Giorgio Armani non voleva fare questo mestiere: “Il suo sogno era di diventare un medico, un attore o un regista. Poi quasi per caso finisce per trovare lavoro alla Rinascente come vetrinista. Ma già lì non si accontetava di vestire manichini, dimostrò già le sue forti intuizioni”.

Per Giorgio Armani la vita non è stata sempre semplice. “Non veniva da una famiglia ricca, da piccolo ha avuto un bruttissimo incidente mentre giocava con i fuochi d’artificio. È stato ricoverato per 40 giorni in ospedale. Queste esperienze lo hanno segnato molto, voleva diventare qualcuno".

È il 1974, dopo l’esperienza con Nino Cerruti, è il momento del grande salto. Nasce la prima col­le­zione Gior­gio Armani Uomo. L’anno dopo, nel 1975, la prima per la donna. Fonda la Gior­gio Armani Spa.

"Ha un talento unico ma ha avuto anche tanta fortuna: quella di lavorare in un periodo in cui non c’era nulla, si poteva inventare. E allora inventa la giacca destrutturata per l’uomo e per la donna: una giacca in cui il tessuto non costringe, ma avvolge il corpo lasciandolo libero. Poi è il momento dei 'colori alla Morandi', crea il famoso grège, un misto di gri­gio e di beige con il quale tinge la sua moda. Grège per Armani significa pulizia, essenziale. Un aspetto che vale anche nella vita".

Ma chi è Giorgio Armani?
"Un uomo molto intelligente, pratico e istintivo con una disciplina certosina. È il primo e l’ultimo ad uscire dall’atelier, è tanto esigente con se stesso quanto con gli altri. Armani ha una doppia anima: da un lato c’è il rigore, dall’altro un senso dell’umorismo spiccato che però ama condividere con pochi”.

Sul lavoro è amato o odiato?
"La mia impressione è che lo amino molto, perché è vero che talvolta ha violenti scatti d’ira ma poi ha attenzioni per tutti nella sua azienda".

Un suo pregio o un suo difetto?
"È molto umile e modesto. Conosce i suoi limiti, parla solo se conosce l’argomento altrimenti preferisce tacere. Un suo difetto? È diffidente, permaloso. Si offende molto se si sente tradito. Ecco perché ama circondarsi della sua tribù. Dietro l’apparente gelo dei suoi occhi c’è un grande vulnerabilità".

E fisicamente si piace?
"Ora sì all’inizio aveva il complesso dell’altezza avrebbe voluto qualche centimetro in più. Ma il suo più grande cruccio è di non aver letto e studiato abbastanza".

Nel futuro di Armani ci sono ancora tante collezioni, a 80 anni sembra non avere alcuna intenzione di lasciare. "Si fida molto delle sue due nipoti Silvana e Roberta, figlie di sue sorella. Ma non penso che abdicherà, continuerà altri mille anni".

Da poco ha aperto il suo studio a giovani stilisti per dare loro visibilità. "La moda di oggi non gli piace è contro la spettacolarità a tutti i costi, quella gratuita. Lui ama fare i vestiti per le persone vere".

Giorgio Armani è il quinto uomo più ricco d’Italia, 129esimo nella classifica mondiale con un patrimonio di 9,9 miliardi di dollari. Nel suo campo viene definito Re Giorgio ma la notorietà non lo ha cambiato: "Certo un pò ci si sente re della moda ma dall’altra parte ha degli atteggiamenti tanto modesti e concreti che sembra non credere nemmeno lui nel successo che ha raggiunto. Ha ancora lo spirito di un bambino su una giostra".