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Giornata decisiva per il nascente governo Renzi
Dopo gli incontri di ieri è arrivato il momento di tirare le somme. Già oggi il premier in pectore potrebbe chiudere la lista dei ministri. Incontro notturno con Alfano dopo il nulla di fatto nel vertice di maggioranza

Giornata decisiva per il nascente governo Renzi. Secondo il calendario che si è dato il segretario Pd entro oggi vanno infatti chiarite le questioni ancora aperte in seno alla maggioranza che dovrà sostenerlo e vanno individuati i nomi dei futuri ministri.
Ieri il primo vertice di maggioranza si era risolto con un sostanziale nulla di fatto. “E’ andato tutto bene”, aveva detto il fedelissimo e braccio destro di Renzi, Graziano Delrio. Ma meno entusiasti erano stati i commenti degli altri partecipanti al vertice, primo fra tutti il Nuovo Centro Destra.
E’ infatti il partito di Angelino Alfano quello con cui il premier in pectore deve trovare un accordo per dare vita al suo esecutivo. Un accordo che passa per i nomi e le poltrone che Alfano vorrebbe per i suoi, ma che passa anche, e forse soprattutto, per alcuni punti programmatici su cui Renzi e Alfano devono trovare una sintesi comune. Il Ncd vuole una garanzia nero su bianco che la legislatura durerà, che la nuova legge elettorale, l’Italicum, non porterà al voto anticipato e che quindi la sua entrata in vigore è legata al varo delle riforme costituzionali con la trasformazione del Senato in Camera delle autonomie.
E proprio per questo nella serata di ieri il segretario Pd e Alfano si sono visti in un vertice notturno accompagnati dai loro fedelissimi. Incontro che, raccontano i testimoni, sarebbe stato in alcuni passaggi anche duro. “Se si sfila Alfano ho delle alternative a partire dalle elezioni. Conviene all’Ncd?”, avrebbe detto Renzi pensando, forse, ad una breccia aperta in seno al M5S dopo l’incontro con Beppe Grillo che ha lasciato più di un deluso tra le fila dei grillini.
Vertice cui è seguito un nuovo incontro al Nazareno tra Renzi, Delrio e Dario Franceschini.
E in mattinata Fabrizio Cicchito ha detto che la presenza di Alfano nell'esecutivo è una "conditio sine qua non" per la nascita del nuovo governo. Renzi, ha questo punto, avrebbe posto un aut aut: o la poltrona di ministro dell'Interno o la carica di vicepremier. Scelta lasciata al leader del Ncd e scelta da fare al più presto perché, come ha chiarito il premier incaricato: "Oggi salgo al Colle".
Altra questione sul piatto, oltre al rapporto con Ncd, il nome del prossimo ministro delle Finanze. Renzi vorrebbe un politico, per segnare una discontinuità e una differenza con gli ultimi nomi tutti tecnici, eccezion fatta per Giulio Tremonti. Il segretario Pd vorrebbe proprio Delrio, ma il Quirinale vedrebbe meglio un nome apprezzato all’estero, e quindi in pole sarebbero Pier Carlo Padoan e Guido Tabellini.
Dopo una giornata per certi versi convulsa Renzi ostentava comunque ottimismo: “E' questione di ore e chiudiamo tutto", ha ribadito sicuro ai cronisti lasciando il Nazareno. E le ore che rimangono sono quelle di oggi.
Ieri il primo vertice di maggioranza si era risolto con un sostanziale nulla di fatto. “E’ andato tutto bene”, aveva detto il fedelissimo e braccio destro di Renzi, Graziano Delrio. Ma meno entusiasti erano stati i commenti degli altri partecipanti al vertice, primo fra tutti il Nuovo Centro Destra.
E’ infatti il partito di Angelino Alfano quello con cui il premier in pectore deve trovare un accordo per dare vita al suo esecutivo. Un accordo che passa per i nomi e le poltrone che Alfano vorrebbe per i suoi, ma che passa anche, e forse soprattutto, per alcuni punti programmatici su cui Renzi e Alfano devono trovare una sintesi comune. Il Ncd vuole una garanzia nero su bianco che la legislatura durerà, che la nuova legge elettorale, l’Italicum, non porterà al voto anticipato e che quindi la sua entrata in vigore è legata al varo delle riforme costituzionali con la trasformazione del Senato in Camera delle autonomie.
E proprio per questo nella serata di ieri il segretario Pd e Alfano si sono visti in un vertice notturno accompagnati dai loro fedelissimi. Incontro che, raccontano i testimoni, sarebbe stato in alcuni passaggi anche duro. “Se si sfila Alfano ho delle alternative a partire dalle elezioni. Conviene all’Ncd?”, avrebbe detto Renzi pensando, forse, ad una breccia aperta in seno al M5S dopo l’incontro con Beppe Grillo che ha lasciato più di un deluso tra le fila dei grillini.
Vertice cui è seguito un nuovo incontro al Nazareno tra Renzi, Delrio e Dario Franceschini.
E in mattinata Fabrizio Cicchito ha detto che la presenza di Alfano nell'esecutivo è una "conditio sine qua non" per la nascita del nuovo governo. Renzi, ha questo punto, avrebbe posto un aut aut: o la poltrona di ministro dell'Interno o la carica di vicepremier. Scelta lasciata al leader del Ncd e scelta da fare al più presto perché, come ha chiarito il premier incaricato: "Oggi salgo al Colle".
Altra questione sul piatto, oltre al rapporto con Ncd, il nome del prossimo ministro delle Finanze. Renzi vorrebbe un politico, per segnare una discontinuità e una differenza con gli ultimi nomi tutti tecnici, eccezion fatta per Giulio Tremonti. Il segretario Pd vorrebbe proprio Delrio, ma il Quirinale vedrebbe meglio un nome apprezzato all’estero, e quindi in pole sarebbero Pier Carlo Padoan e Guido Tabellini.
Dopo una giornata per certi versi convulsa Renzi ostentava comunque ottimismo: “E' questione di ore e chiudiamo tutto", ha ribadito sicuro ai cronisti lasciando il Nazareno. E le ore che rimangono sono quelle di oggi.