Fitti a 400 euro settimana, nomi falsi e "panini"
Giro di prostitute e trans a Caserta, tra gli organizzatori il nonno di Fortuna Loffredo
Vincenzo Guardato "si interessava prevalentemente della gestione degli appartamenti, dell'approvvigionamento del materiale necessario all'esercizio dell'attività di meretricio e degli ordinari spostamenti delle ragazze" che lavoravano in case di appuntamento ubicate a Caserta, Casapulla e San Nicola la Strada. E' il nonno della bimba morta dopo essere precipitata da un palazzo del Parco Verde di Caivano il 24 giugno 2014. Per lui è scattato l'obbligo di dimora, altri due arrestati

C'è anche Vincenzo Guardato, nonno di Fortuna Loffredo, la bimba morta dopo essere caduta da un palazzo del Parco Verde di Caivano il 24 giugno 2014, tra i 3 destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Santa Maria Capua Vetere individuati quali promotori e organizzatori di un'associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione. Per l'uomo è scattato l'obbligo di dimora.
Le indagini sono scattate nel mese di gennaio a seguito di un controllo effettuato dai militari all'interno di una casa d'appuntamento nel comune di Casagiove, in provincia di Caserta, e dopo le dichiarazioni rese da una delle prostitute sorprese all'interno dell'appartamento.
E' emersa così l'esistenza di un sodalizio operante attraverso una struttura ben definita, caratterizzata da una netta divisione di compiti, con il fine di reperire alloggi da sublocare, dietro pagamento di un canone sproporzionato rispetto a quello di mercato, a prostitute e transessuali, affinché questi ultimi vi potessero svolgere attività di prostituzione.
In particolare, Antonietta Zuppa, altra destinataria dell'ordinanza, secondo gli investigatori si occupava di procurarsi gli appartamenti da sublocare alle prostitute e di pagare le utenze dei servizi di prima necessità; Luigi Romano era invece incaricato di procacciare clienti mediante l'inserimento di annunci su internet per pubblicizzare la presenza di donne e transessuali disponibili per incontri a pagamento; mentre Vincenzo Guardato si interessava prevalentemente della gestione degli appartamenti, dell'approvvigionamento del materiale necessario all'esercizio dell'attività di meretricio e degli ordinari spostamenti delle ragazze.
Gli indagati si sarebbero poi avvalsi della collaborazione di altri soggetti i quali, in cambio di un corrispettivo economico, intestavano fittiziamente a proprio nome i contratti di locazione o fornivano assistenza alle prostitute. Inoltre, garantivano alle prostitute non solo assistenza logistica, ma anche organizzativa pubblicando, previo pagamento di somme di denaro, annunci sul sito internet "bakekaincontri", per procurare appuntamenti per le prostitute e accompagnandole e prelevandole dal luogo di lavoro.
Nel corso delle indagini sono state sottoposte a sequestro diverse abitazioni ubicate a Caserta, Casapulla e San Nicola la Strada, adibite a case d'appuntamento all'interno delle quali si prostituivano donne e transessuali, generando un forte allarme sociale tra i residenti.
Fitti a 400 euro settimana, nomi falsi e "panini"
Quel che è emerso dalle indagini è che il gruppo affittava appartamenti a prezzi di 200 e 300 euro mensili e li sublocava alle prostitute per 400 euro settimanali. Ornella, Davide e Massimo erano i nomi falsi usati dalla Zuppa, Romano e Guardato quando parlavano al telefono con le loro affittuarie.
Quella dei nomi falsi non era l'unica precauzione presa dai tre, che erano soliti usare anche un linguaggio in codice per nascondere il reale significato delle loro conversazioni. Così con "Sud" e "Nord" indicavano rispettivamente gli appartamenti utilizzati a Sud o a Nord di Caserta, mentre i "panini da 100 grammi" o "i panini da ritirare dalle ragazze" erano i soldi dell'affitto delle case che Guardato puntualmente andava a ritirare dalle prostitute. A corredo dell'ordinanza di custodia cautelare a firma del gip Orazio Rossi, numerose intercettazioni tra i tre e altri 5 indagati, in cui emerge che si cercavano continuamente alloggi per le prostitute. E da una conversazione tra Romano e Zuppa, che quest'ultima chiama perché fermata dai carabinieri per un controllo, trapela la preoccupazione sul fatto che l'infrazione del codice stradale non era il vero motivo del controllo dei militari, bensì un modo per accertarsi dell'identità del conducente dell'auto.