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POLITICA

Varata la manovra con stime Pil in rialzo

Governo: Def approvato senza aumenti di tasse. Arriva il reddito di inclusione per i poveri

Nel Documento di Economia e Finanza entrano anche gli indicatori di benessere dei cittadini. Quattro gli aspetti presi in considerazione: reddito medio disponibile, indice di diseguaglianza, mancata partecipazione al lavoro, emissioni di CO2

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Nella riunione di ieri, durata poco più di due ore, il Consiglio dei Ministri ha deciso su manovra e Def. Pronti 2,8 miliardi aggiuntivi per il settore del Pubblico impiego con risorse utilizzate per ottenere un aumento medio di 85 euro in busta paga. Stime in rialzo sul Pil. La nuova stima del Pil è di 1,1 per cento contro lo 1,0 per cento considerato nel passato. I Ministri hanno approvato oltre che il DEF anche il Programma Nazionale delle riforme e i 3,4 miliardi necessari per correggere i conti, secondo le richieste della Unione Europea. Nel Def sono entrati anche  gli indicatori di benessere dei cittadini. Quattro gli aspetti presi in considerazione: reddito medio disponibile, indice di diseguaglianza, mancata partecipazione al lavoro, emissioni di CO2. 

Non c'è più il taglio delle aliquote Irpef tra le priorità del governo, al primo posto c'è l'intervento per ridurre il cuneo fiscale. Tra le novità c'è l'indicazione che il governo stima di impiegare quest'anno 10 miliardi di euro (sulla dotazione di 20 miliardi) per il sostegno al settore bancario.

"Il Governo intende trovare spazi per operare misure espansive e di riduzione della pressione fiscale in continuità con le misure introdotte negli anni precedenti", si legge nel documento. Tuttavia, scompare il riferimento alla riduzione delle aliquote Irpef previste dal progetto iniziale del governo Renzi che traguardava al 2018 l'intervento sull'Irpef dopo il taglio all'Ires e all'Irap.

Mantienuto invece l'obiettivo della riduzione della pressione fiscale ma punta sul taglio del cuneo fiscale. Il governo quindi intende "dare continuità alla riduzione del carico fiscale su cittadini e imprese, avviata con Irap e Ires e proseguire con il taglio dei contributi sociali, iniziando dalle fasce più deboli (giovani e donne)".

Per quanto riguarda i conti pubblici, nel 2018 servirà una correzione strutturale del deficit per circa 10 miliardi di euro, pari allo 0,6% del Pil, per centrare l'obiettivo di indebitamento dell'1,2% indicato dal governo. Questa cifra sconta l'effetto manovrina che per il prossimo anno è quantificata nello 0,3% del Pil.

In sostanza, spiegano fonti del Tesoro, la correzione necessaria nel 2018 sarebbe pari allo 0,9% del Pil che scende allo 0,6% scontando lo 0,3% della manovrina 2017 (per quest'anno vale lo 0,2% del Pil) che essendo strutturale ha effetti anche sul prossimo anno.

Nello scenario programmatico, si legge nel documento, il governo attua immediatamente misure strutturali di riduzione dell`indebitamento strutturale pari a 0,2 punti di Pil per quest`anno, che valgono quasi lo 0,3 per cento del Pil in termini di effetti sugli anni successivi.

In vista della prossima legge di Bilancio il governo intende inserire lo stop strutturale delle clausole di salvaguardia di incremento di accise e Iva previste a legislazione vigente e punta a farlo con nuovi tagli alle spese e sul fronte delle entrate, comprese "ulteriori" misure di lotta all'evasione.

Sul fronte dei tagli arriva una nuova sforbiciata alle spese dei ministeri che contribuiranno al risanamento della finanza pubblica "con almeno un miliardo di risparmi di spesa all`anno" dal 2018. Il Def inoltre indica interventi "mirati" sui "redditi familiari più bassi, sulla parte di popolazione che è ancora esclusa dal mercato del lavoro o sulla quale gravano carichi assistenziali e familiari che impediscono una serena conciliazione dei tempi di vita e di lavoro". Il governo "proseguirà nell`attuazione di misure a sostegno del welfare familiare e assistenziale e nell'introduzione di provvedimenti che rendano vantaggioso il lavoro del secondo percettore di reddito, principalmente attraverso misure d'incentivo per i redditi familiari più bassi".

Nel complesso, la pressione fiscale è attesa ridursi di 0,6 punti percentuali nel 2017, collocandosi al 42,3 per cento del Pil. É attesa aumentare al 42,8 per cento nel 2018 e 2019 per poi scendere al 42,4 per cento alla fine del periodo.

Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, durante la conferenza stampa di ieri, ha sottolineato che "il Consiglio dei Ministri ha approvato il Def, il Piano Nazionale delle Riforme, il decreto che contiene diversi interventi tra cui la correzione di bilancio senza aumenti di tasse". Per il premier "c'è un messaggio di forte rassicurazione: abbiamo i conti in ordine senza aumentare le tasse ma accompagnando il risanamento con misure di sviluppo e promozione della crescita".

Per il ministro Pier Carlo Padoan il Prodotto interno lordo crescerà nel 2018 e nel 2019, "con un’impennata poi nel 2020". "Il debito-Pil si stabilizza, è un risultato importante in un Paese con debito alto. È un risultato molto importante ottenuto in assenza di inflazione", ha continuato il ministro dell'Economia.

Oltre al DEF il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto con 4 capitoli: la correzione dei conti dello 0,2 per cento, le misure a favore degli enti locali, misure per il terremoto, altre misure per la crescita e condiviso un piano di investimenti fino al 2032 di 47,5 miliardi. Misure da perfezionare nel dettaglio come il reddito di inclusione per le famiglie povere considerato una  "misura universale di sostegno economico ai nuclei in condizioni di povertà". Previsto nel Piano Nazionale delle Riforme anche il riordino delle prestazioni assistenziali e il rafforzamento e coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali per ottenere una maggiore omogeneità territoriale nell'erogazione delle prestazioni.

Per Gentiloni "l'insieme di queste misure è la migliore risposta a chi volesse presentare questa operazione come depressiva. È un'operazione che prosegue il percorso di risanamento e di rilancio". Inoltre: "Le decisioni sono state prese e saranno discusse in Parlamento, non c'è un altro luogo in cui si discute" ha detto il presidente del Consiglio, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se le misure contenute nel Def e nel decreto dovranno essere discusse anche con i partiti. "Lo considero un risultato importante per l'azione del governo e spero rassicurante per i cittadini", ha aggiunto.