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POLITICA

Boschi: "Rottura? Spero di no, ma temo di sì"

Governo, tensioni nella maggioranza: no di Italia Viva al piano di Conte sul Recovery fund

Il nodo della task force per la gestione dei progetti del Piano di Ripresa e Resilienza italiano rischia di spaccare il governo. ​Fico: "M5S e maggioranza hanno il dovere di sostenere Conte". Nuovo rinvio per il Cdm. Di Maio: "In M5s prevalga senso di responsabilità". Renzi: "Rottura? Spero di no, ma temo di sì"

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Ancora una fumata nera sul Recovery Plan e in particolare sul nodo della task force per la gestione dei progetti del Piano di Ripresa e Resilienza italiano. Italia Viva  va all'attacco del premier e resta in trincea anche nella riunione tecnica del pre-Consiglio dei ministri di ieri sera, chiamato a trovare una quadra non solo sullo schema di aggiornamento del Recovery ma, soprattutto,sulla cabina di regia destinata a finire in un decreto ad hoc. I tecnici di Iv sarebbero contrari anche a questa soluzione e alle deroghe previste per la cabina di regia. Nuovo rinvio per il Cdm: avrebbe dovuto tenersi alle 15. Ma lo stallo in corso sul tema della 'governance' ha causato l'ennesimo rinvio. Il muro contro muro con Italia viva contraria ha provocato una nuova contrapposizione nell'esecutivo. 

Boschi: "Rottura? Spero di no, ma temo di sì"
Si cerca la mediazione. Ma in un'intervista al Corriere della Sera le parole di Maria Elena Boschi, capogruppo di Italia viva alla Camera, confermano che la tensione nella maggioranza è altissima. "Noi abbiamo chiesto da mesi di discutere in Parlamento del Recovery fund. E abbiamo promosso una discussione interna alla maggioranza. Italia viva chiede, pubblicamente, un dibattito alla luce del sole. Il premier ha fatto un'intervista sabato per dire che aveva già deciso tutto, che si sarebbe creata una governance con trecento consulenti, che i progetti erano già stati predisposti con commissari in grado di avere poteri sostitutivi rispetto ai ministeri. Noi non stiamo sfidando il premier, stiamo solo difendendo le istituzioni di questo Paese: non abbiamo voluto dare i pieni poteri a Salvini, non intendiamo darli a Conte".

Poi alla domanda se, con tale scenario, non si rischia la rottura risponde:  "Spero di no, ma temo di sì. Non stiamo alzando i toni, noi: siamo in presenza di un fatto gravissimo. Non è possibile - sottolinea - che il premier sostituisca il governo con una task force, i servizi segreti con una fondazione, le sedute parlamentari con le dirette Facebook". Poi l'avvertimento. "Se il premier vuole rompere ci dispiace, ma faccia pure. Il richiamo alla responsabilità non può essere a senso unico".

Renzi: "Non siamo passacarte"
"Noi non ci stiamo a fare i passacarte solo perché qualcuno ha paura che altrimenti c'è un problema al governo". Lo dice il leader di Iv, Matteo Renzi, nel nuovo webinar promosso da Eureca, dal titolo 'Idee per l'Italia e l'Europa'. "Dire di sì a questa struttura è un'offesa alle regole di gioco della legge di Bilancio - aggiunge -. Poi è una follia istituzionale, perché non puoi sostituire il governo con le task force è un problema di tutela delle forme democratiche. Se vogliono fare una roba del genere, li voteranno senza i voti di Iv". Sul Recovery "noi non molliamo. Un ideale per noi vale di più di una poltrona". 

"Conte sulla cabina di regia sta facendo un errore che può evitare fermandosi. Non credo che il premier vada avanti,  credo che cambierà idea. A meno che non abbia accordi con altri, cioè se ha una maggioranza che non conosciamo, altrimenti si ferma. Secondo me Conte non si impunta. Se lo fa, il Parlamento è sovrano, ma Conte ha tutto l'interesse a fermarsi prima di fare un pasticcio istituzionale".



Orlando: "Pesare le parole"
"Abbassare i toni, pesare le parole, coinvolgere ed includere. Il Paese è già molto provato e non ha bisogno di altri conflitti. Lavoriamo insieme per spendere bene e rapidamente tutte le risorse disponibili". Lo scrive in un tweet Andrea Orlando, vice segretario del Pd.

Franceschini: "Fatto lavoro positivo, polemiche strumentali"
"Questa notte il preconsiglio ha fatto un lavoro positivo e collegiale per migliorare le norme sulla struttura di governance del Recovery plan, in linea con quello che l'Europa ci chiede. Norme necessarie per  spendere bene le risorse ed entro i tempi obbligati. Tutto il resto, dalle accuse di moltiplicazione delle poltrone ai presunti golpe mascherati, fa parte di un dibattito strumentale che ha altri obiettivi e che prescinde completamente dal merito delle norme stesse". Così il capo delegazione del Pd al Governo e ministro della Cultura, Dario Franceschini.

Fico: "M5S e maggioranza hanno il dovere di sostenere Conte"
A sostenere il piano del premier, cercando di ricucire gli strappi, è il presidente della Camera Roberto Fico. "Il voto di domani riguarda il mandato da dare al presidente Conte per il Consiglio europeo dove dovrà tutelare le posizioni e gli interessi del nostro Paese. Il Movimento e la maggioranza tutta hanno il dovere di sostenerlo: serve grande responsabilità in una fase delicatissima per l'Italia - dice anche lui in un'intervista al Corriere - Occorre lavorare per il bene dei cittadini, per uscire dalla crisi il prima possibile. Per raggiungere questi risultati servono sintesi, coesione, capacità di mediazione". 

Sulla riforma del Mes, poi, chiarisce: "Una cosa è la riforma, un'altra è accedere al Mes, cosa di cui non si parlerà domani e su cui comunque non sono d'accordo". Per quanto riguarda la riforma, "presenta dei punti migliorativi - sottolinea - ma altri nodi non sono sciolti. Lo dico chiaramente: non è la miglior riforma possibile. Si tratta di un percorso avviato da più di un anno, che va letto nell'ottica della posizione italiana in Europa. Non dimentichiamo il brillante successo ottenuto dopo un complesso e serrato negoziato sul Recovery". Il governo scricchiola? "Serve la volontà comune di sciogliere alcuni nodi, e per farlo è necessario un clima genuinamente costruttivo. Senza egocentrismi". E, alla domanda se Conte è il bilico, il presidente della Camera ribadisce: "Il presidente del Consiglio ha il pieno sostegno del Movimento 5 Stelle, questo non lo ha messo in discussione nessuno al nostro interno".

Lamorgese positiva al Covid
Ieri ad aumentare la tensione ha contribuito anche la notizia della positività al Covid-19 della ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese che ha determinato l'immediata interruzione del Cdm. La discussione dovrebbe riprendere oggi pomeriggio, ma è molto probabile che la partita non si chiuda prima di domani. Un extra-time che il premier non intende sprecare. Anche perché le opposizioni incalzano, come dimostra la zampata di Silvio Berlusconi. Per il leader di Fi "rimane indispensabile un accordo complessivo sull'utilizzo delle risorse del Recovery fund", soprattutto ora che "le contraddizioni della maggioranza rischiano di farci arrivare impreparati e mettono addirittura in pericolo queste risorse vitali per il futuro del Paese". Intanto, test molecolare per tutti gli esponenti del governo che hanno partecipato alla riunione; e  i iministri Bonafede e Di Maio in autoisolamento.

Di Maio: "In M5s prevalga senso di responsabilità"
"È un bene che si stia andando verso un  punto di caduta nel MoVimento 5 Stelle a proposito del voto di domani  e mi auguro si raggiunga un punto di incontro quanto prima. Era ciò  che avevo fortemente auspicato e per cui ho lavorato insieme a tutti  gli altri. Come ho ribadito più volte, il no all'utilizzo del Mes  resta fermo, ma il voto di domani sarà un voto sul governo, su una  risoluzione, sul presidente del Consiglio. Prevalga la  responsabilità''. Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in una nota.

Ue, nessuna richiesta europea su task force manager
"La Commissione europea non ha mai dato alcuna linea guida, né formale né informale, su come organizzare la struttura politica per preparare i piani nazionali o amministrare i fondi" che arriveranno all'Italia con il Recovery Fund, come parte del programma Next Generation EU. Così Marta Wieczorek, portavoce della Commissione per gli affari economici, in merito alle indiscrezioni della stampa italiana secondo le quali l'Italia potrebbe mettere su una task force di manager per amministrare il Recovery Fund perché così richiesto da Bruxelles. "La scelta su come organizzarsi" per programmare e spendere i fondi "è solo nelle mani del governo italiano", ha aggiunto la portavoce.

"Da parte della Commissione posso dire che abbiamo messo in piedi una task force specifica per l'attuazione della Recovery facility, è un programma davvero ambizioso da attuare e ovviamente richiede che ogni amministrazione si equipaggi al meglio con i mezzi per adeguati a elaborare una strategia, e attuare il piano nel modo più efficace possibile, ma sta agli Stati membri decidere":