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ECONOMIA

Cgil-Cisl-Uil: "Fare ogni sforzo perché la Grecia resti nell'Unione europea"

 "L'Europa sta attraversando una delle fasi più critiche e regressive della sua storia - sottolineano Camusso, Furlan e Barbagallo - a dispetto dei recenti segnali di ripresa, l'andamento dell'economia e dell'occupazione nell'Eurozona e dell'Unione nel suo complesso resta deludente a causa della bassa domanda e dei persistenti impedimenti strutturali. 

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"Occorre far convergere tutti gli sforzi per rafforzare la permanenza della Grecia nell'Unione, consentendo una ristrutturazione del debito con tempi più flessibili cosi da consentire e ristabilirne un percorso di crescita sostenibile". E' quanto affermano in una dichiarazione congiunta i leader di Cgil, Cisl, Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan, Carmelo Barbagallo.

I tre segretari "nell'esprimere vicinanza ai lavoratori e al popolo Greco, chiedono a tutti i leader politici di trovare una via di uscita alla crisi in linea con lo spirito dell'integrazione europea basata su solidarietà, interdipendenza e rispetto delle decisioni democratiche" e di trovare "una soluzione bilanciata" che non scarichi tutti i costi su lavoratori, pensionati e famiglie.

 "L'Europa sta attraversando una delle fasi più critiche e regressive della sua storia - sottolineano Camusso, Furlan e Barbagallo - a dispetto dei recenti segnali di ripresa, l'andamento dell'economia e dell'occupazione nell'Eurozona e dell'Unione nel suo complesso resta deludente a causa della bassa domanda e dei persistenti impedimenti strutturali. Tuttavia è la mancanza di una reale integrazione politica ed economica a determinarne in maniera preponderante la grave situazione economica e sociale".

Secondo i sindacati, "la vicenda greca è emblematica ed è frutto di tali debolezze che si ripercuotono inesorabilmente sulla sua dimensione sociale. Le misure di austerità non solo non solo riuscite a far ripartire la crescita ma hanno contribuito a creare una crisi occupazionale ma soprattutto sociale ed umanitaria, scaricando gli oneri di aggiustamento maggiori su famiglie, lavoratori e pensionati, facendo cosi' precipitare tutti i principali indicatori sociali (con livelli di poverta' prossimi al 40%, indebolimento della sanità pubblica, aumento delle problematiche legate alla nutrizione infantile ed altre preoccupanti implicazioni)".    

Cgil, Cisl e Uil chiedono ai leader politici "un cambio di passo volto all'assunzione di decisioni che tutelino gli interessi dei lavoratori e cittadini europei nello spirito originario del progetto europeo".

Per Camusso, Furlan e Barbagallo, "occorre ripartire da una genuina politica europea in grado di farne riemergere i valori costitutivi, fondativi e inclusivi, promuovendone il modello sociale il quale, attraverso il contributo delle Parti sociali, è la via maestra per assicurare crescita e coesione sociale; da una politica europea che veda nella dimensione sociale un investimento, un pilastro della sua esistenza e volano di sviluppo; da una politica sociale fortemente integrata con quella di sviluppo che sia attenta alle fasce più vulnerabili della popolazione che sono le più colpite dagli squilibri e che partendo dalla qualità del lavoro faccia leva su fattori genuini di competitivita' come ricerca, innovazione, infrastrutture, politiche industriali e capitale umano".  

 Cgil, Cisl e Uil ribadiscono quindi come "solidarietà, equità, giustizia sociale, crescita e sviluppo nei vari Stati potranno essere raggiunti solo in una prospettiva di massima integrazione delle politiche, di cambio degli approcci macroeconomici, e di misure che favoriscano la fiducia dei cittadini nel progetto europeo che solo un cammino Federale è in grado di assicurare. Per tali ragioni - concludono - è necessario rilanciare una visone europea che vada oltre i tecnicismi e parametri e faccia compiere all'Unione il necessario salto di qualità  passando da regole comuni e istituzioni comuni per migliorarne il contesto interno e competere come modello sostenibile di sviluppo a livello internazionale".