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MONDO

La consultazione sul piano dei creditori è stata indetta per il 5 luglio

Grecia, Juncker: "Chiedo al popolo greco di votare sì al referendum"

La trattativa con la Grecia per evitare il default di Atene "non è una partita di poker, o vinciamo tutti o perdiamo tutti" ha aggiunto il presidente della Commissione Ue. "La nostra porta resta aperta e siamo ponti a lottare fino all'ultimo minuto per trovare una intesa" ha poi ribadito

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"Chiederò al popolo greco di votare sì, perché dal voto del popolo greco emergerà un segnale per la Grecia e per gli altri Paesi membri dell'Eurozona". Lo ha detto il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, in merito al referendum indetto dal governo Tsipras sul piano dei creditori. "Se il popolo greco responsabile votera sì, il messaggio che arriverà anche oltre l'Ue sarà che la Grecia vuole rimanere con gli altri Paesi membri dell'Eurozona e dell'Ue. Non bisogna suicidarsi perché si ha paura della morte", ha aggiunto Juncker.

"La prospettiva è che l'Eurozona resti a 19"
"La prospettiva è che l'Eurozona resti a 19 e che altri Paesi si aggiungeranno" ha inoltre sottolineato. Il gioco del governo Tsipras di essere da solo contro gli altri 18 Paesi della moneta unica "non conviene a nessuno, e soprattutto non conviene alla grande nazione greca" ha aggiunto, dicendo di avere fatto di tutto per arrivare a un accordo, così come il presidente dell'Eurogruppo: "Non meritiamo le critiche che ci piovono addosso".

"Mi sento tradito"
Juncker ha poi aggiunto: "Sono rattristato dallo spettacolo che si è dato in Ue, la buona volontà è evaporata, egoismi e giochi tattici o populisti hanno avuto la meglio dopo tutti gli sforzi fatti, mi sento tradito perché non si prende in considerazione gli sforzi personali e degli altri".

"In Europa nessuna democrazia vale più di un'altra e nella zona euro ci sono 19 democrazie, e non una contro diciotto o diciotto contro una" ha poi sottolineato il presidente della Commissione Ue. "Far giocare una democrazia contro altre 18 non è un atteggiamento che si addice alla grande nazione greca", ha aggiunto, ancora in merito al referendum convocato dal governo Tsipras.

"La proposta dei creditori non è stupido pacchetto di austerità"
La proposta di riforme dei creditori internazionali alla Grecia "non è uno stupido pacchetto di austerità" ha precisato Juncker ammentendo che "nel breve termine alcune misure saranno dolorose", ma la proposta delle istituzioni "disegna una strada chiara per gli anni a venire" per la ripresa della crescita e degli investimenti. Il presidente della Commissione Ue ha poi sottolineato che nella proposta dei creditori non c'è alcun taglio ai salari e alle pensioni. "Anche il governo greco riconosce che il sistema pensionistico non è sostenibile" ha detto Juncker, indicando che "si potrebbe cominciare eliminando gli incentivi per i pensionamenti anticipato". 

"O vinciamo tutti o perdiamo tutti"
La trattativa con la Grecia per evitare il default di Atene "non è una partita di poker, o vinciamo tutti o perdiamo tutti" ha aggiunto. "Abbiamo fatto il possibile" per arrivare a un accordo "giusto ed equilibrato", dunque le critiche di Atene sono ingenerose, ha inoltre rimarcato il presidente della Commissione Ue. 

"La nostra porta resta aperta"
Juncker ha poi voluto precisare: "Non ho nuove proposte da fare oggi. Ho solo da discutere le proposte equilibrate già fatte". E ha ribadito: "La nostra porta resta aperta e siamo ponti a lottare fino all'ultimo minuto per trovare una intesa".

Tsipras chiede proroga scadenze
Intanto il premier greco, Alexis Tsipras, ha chiesto nuovamente ai suoi partner europei una proroga delle scadenze del secondo programma di salvataggio, che finisce ufficialmente domani, 30 giugno, data ultima per pagare la rata da 1,6 miliardi al Fondo monetario. Sabato scorso l'Eurogruppo dei ministri delle Finanze ha bocciato la richiesta della Grecia di concedere una proroga del programma di aiuti fino al referendum annunciato dai greci il 5 luglio.   

Le reazioni all'annuncio del referendum in Grecia
Sulla crisi greca interviene il presidente francese Hollande che ha defintio il referendum del 5 luglio indetto dalla Grecia "una scelta sovrana". Il capo dell'Eliseo si è detto anche "rammaricato" per la scelta di Atene di interrompere i negoziati, anche perché l'accordo era vicino. In tarda mattinata a pronunciarsi sulla consultazione del 5 luglio è stato anche il governo di Berlino. Il portavoce dell'esecutivo tedesco Steffen Seibert ha detto che la Germania rispetterà "l'esito del referendum e che "di base il governo tedesco resta disponibile a colloqui con il governo greco".

Borsa di Atene e banche greche chiuse 
Intanto, a seguito della valutazione di ieri del Consiglio di stabilità finanziaria greco, la Borsa di Atene e le banche greche restano chiuse a partire da oggi. La piazza finanziaria greca rimarrà chiusa fino al 7 luglio, mentre le banche lo saranno fino al 6. Il timore di una Grexit sta già influenzando pesantemente i mercati finanziari europei dopo il crollo, stamane, di quelli asiatici.    

Usa a Grecia e creditori: "Trovate una soluzione"
Che la situazione sia grave lo attestano anche i continui interventi da parte degli Stati Uniti. Il segretario al Tesoro Usa, Jack Lew, ha reso noto di aver chiamato ieri sera il premier ellenico Alexis Tsipras per dirgli che è nell'interesse della Grecia, dell'Europa e dell'economia globale trovare una soluzione che riporti Atene sulla strada delle riforme e della ripresa. Il ministro del Tesoro americano ha aggiunto che Washington segue da vicino la situazione greca, sottolineando l'importanza dell'impegno alle riforme greche e la discussione sul potenziale alleggerimento del debito. Il portavoce di Lew ha concluso ricordando la necessità che la Grecia compia i passi necessari per mantenere la stabilità finanziaria prima del referendum del 5 luglio. Gli Usa chiedono quindi a Europa e Fondo Monetario di arrivare a un piano che riesca a mantenere Atene nell'euro.