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ECONOMIA

L'inviato di Rainews a Bruxelles

Grecia, vincitori e vinti. Retroscena di un negoziato che continua: "La guerra non è finita"

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di Luca Gaballo
Vincitori e vinti. Quello che vedo da qui è che la guerra non è ancora finita. Gli sherpa stanno faticosamente cercando una soluzione al problema del prestito-ponte per la Grecia, bisogna sborsare 7 miliardi entro la settimana e in cambio non gli si può chiedere alcuna condizione, non c'è tempo. Su questo si è riacceso lo scontro. Schaeuble è tornato a proporre di far circolare da lunedì in Grecia cambiali accanto agli euro, a dimostrazione che il ministro tedesco non ha abbandonato l'ipotesi valuta parallela che per noi italiani e per i francesi è politicamente inaccettabile. Ma resta in campo anche l'ipotesi di prestiti bilaterali da parte di alcune nazioni, anche questo per noi è politicamente difficile da digerire. Gli Inglesi stanno tentando di bloccare l'uso di fondi accantonati nel 2012 per finanziare il prestito di allora e rimasti in bilancio, la Bce  valuta se rinunciare ai profitti realizzati proprio sui bond greci che ha in portafoglio ma teme gli attacchi della Bundesbank. La babele di ipotesi sta a mostrare quanto la sfiducia sia ancora forte tra i partner europei. Tutto questo non accadrebbe se vi fosse sicurezza sul successo delle trattative per il programma triennale da 86 miliardi aperte con i Greci. Un ponte verso il nulla scrive oggi una importante banca d'affari. L'impressione è che se la Grecia è uscita sconfitta da una trattativa che l'ha vista umiliata, si senta sconfitto in qualche modo anche il fronte del rigore guidato dalla Germania, costretto ad approvare un terzo salvataggio, contrario agli istinti della sua opinione pubblica, mentre proprio la proposta di una uscita del paese ellenico dall'euro, sia pure solo condizionata, è una sconfitta storica per chi crede nel progetto della moneta unica come embrione di una maggiore integrazione  politica e non come una palestra dove far pesare solo i rapporti di forza.