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MONDO

Il Fondo Salva-Stati: mancato pagamento Fmi atto di default

Grecia, Tsipras chiede il taglio del debito del 30%. I sondaggi: esito referendum incerto

Domenica il voto sull'ultima proposta dell'Eurogruppo. Il primo ministro fa l'ultimo appello per un "no" contro "ricatti e ultimatum" e garantisce: "Nessuno ci manda via dall'Europa". Varoufakis: accordo in vista anche se vince il no. Dijsselbloem: una bugia. Il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble: "Nelle ultime settimane situazione drammaticamente peggiorata" 

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Tsipras alla tv greca (Lapresse)
Atene
“Dite no a ricatti e ultimatum. Votare no al referendum non significa andar via dall’Europa, ma volere un accordo migliore per il futuro”. A 48 ore dalla consultazione, il primo ministro greco Alexis Tsipras interviene alla tv pubblica e fa un appello invitando a sostenere la posizione del suo governo. “Vi chiedo di dire no alla discordia, a quelli che cercano di spargere il panico”, ha affermato.

Il taglio del debito
Secondo Tsipras, l'unico modo per rendere sostenibile il debito greco è un taglio del 30% e un periodo di grazia di vent'anni. Poi ha aggiunto: "il rapporto del Fondo Monetario Internazionale giustifica la nostra scelta di non accettare un accordo che ignora il tema fondamentale del debito".

Grande equilibrio
Quello di Tsipras è un tentativo di spostare l’ago della bilancia in una situazione molto incerta. Un sondaggio commissionato da Bloomberg all'Istituto di ricerca dell'Università di Macedonia sull'ultima proposta di aiuti avanzata dall'Eurogruppo alla Grecia segnala un testa a testa tra i sì e i no. Il 43% degli intervistati sarebbe intenzionato a votare contro la proposta dei creditori mentre il sì sarebbe al 42,5%. Il 14,5% sarebbe indeciso. Maggioranza schiacciante invece alla domanda sulla permanenza nell'euro. L'81% del campione vuole rimanere nell'area euro e solo il 12% è favorevole a tornare a una valuta nazionale.

Stasera doppia manifestazione
Pur assicurando di essere pronto a riprendere il negoziato già da lunedì prossimo, Tsipras ha fatto sapere che interverrà al raduno dei sostenitori della linea dura e quindi del "no"in piazza Syntagma questa sera. Contemporaneamente, alle 19.30, nello stadio si riuniranno i sostenitori di un compromesso e non è esclusa la partecipazione dell'ex premier Antonis Samaras, grande sostenitore del "sì", che nel frattempo, in un intevento tv, ha dichiarato: "il sì è un voto per restare nell'euro". Samaras ha ripetuto che il premier Alexis Tsipras non ha voluto ammettere "di essere stato lui a decidere la chiusura della banche" e ha parlato di "scelte antieuropee" del governo, pagate ora dai greci. 

Botta e risposta Varoufakis-Dijsselbloem
Dall’estero continuano intanto ad arrivare attacchi e segnali preoccupanti per Atene. Al ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, secondo il quale "un accordo è in vista" anche con la vittoria del no al referendum, ha replicato il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, per il quale l'affermazione "è completamete falsa". Secondo il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, “anche nel caso" in cui il risultato del referendum greco "sarà sì, il negoziato sarà difficile. Se voteranno no la posizione greca sarà drammaticamente indebolita”. Critico anche il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, per il quale "nelle ultime settimane la situazione in Grecia è drammaticamente peggiorata".

Il fondo salva-Stati: mancato pagamento Fmi atto di default
Il tempo stringe. Per il fondo salva-Stati europeo Efsf, il mancato pagamento della Grecia della rata del Fmi è un "evento di default". Il suo board dei governatori ha comunque deciso di aspettare e "non richiedere" ad Atene il "pagamento immediato dei prestiti concessi né di usare il suo diritto ad agire", cioè di non usare alcuna delle opzioni a disposizione. "Il fondo Efsf è il più grande creditore della Grecia, questo default è causa di profonda preoccupazione - ha dichiarato il direttore Klaus Regling - Rompe l'impegno greco ad onorare i suoi obblighi finanziari verso tutti i suoi creditori e apre la porta a severe conseguenze per l'economia e il popolo greci".

Le banche: fino a lunedì liquidità di 1 miliardo di euro
Quanto alle banche greche, fino a lunedì hanno una liquidità disponibile di 1 miliardo di euro. Lo ha annunciato il numero uno dell'associazione delle banche greche, spiegando che dopo la giornata di lunedì tutto dipenderà dalla Banca Centrale Europea. 

Oggi il parere del Consiglio di Stato greco
Intanto per oggi è atteso il parere del Consiglio di stato greco che dovrà valutare la costituzionalità del referendum di domenica, in seguito al ricorso presentato da due cittadini greci. Nel ricorso si contesta la costituzionalità del referendum convocato da Tsipras sulle richieste dei creditori perché viola l'articolo 44 della Costituzione, che esclude referendum su questioni che investono "la situazione finanziaria dello stato" e si denuncia anche il linguaggio poco chiaro con cui è stato formulato il quesito (una legge del 2011 chiede esplicitamente una formulazione chiara dei quesiti referendari).

Carne e medicine scarseggiano 
Carne e medicine cominciano a scarseggiare nelle isole greche perché i commercianti locali non hanno più soldi per pagare i fornitori stranieri; e dunque cominciano i primi problemi per i turisti che, sfidando il rischio default, hanno deciso di avventurarsi comunque nei mari ellenici.