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MONDO

Il partito di Tsipras

Grecia, fronda anti-accordo all'interno di Syriza

Il premier greco entro 48 ore dovrà decidere se portare in Parlamento per l'approvazione una proposta di proroga di quattro mesi del piano di salvataggio della Grecia concordata con i creditori oppure se fare a meno del voto dei deputati dopo i profondi segni di dissenso all'interno del suo partito

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Alexis Tsipras
Prossime 48 ore decisive per il premier greco Tsipras che dovrà decidere se portare in Parlamento, per l'approvazione, una proposta di proroga di 4 mesi del piano di salvataggio concordata con i creditori oppure se fare a meno del voto dei deputati dopo il dissenso emerso all'interno del suo partito Syriza. 

Giovedì scorso il governo di Atene aveva reso noto di voler attendere che gli altri Parlamenti dell'Eurozona votassero su un'eventuale intesa fra la Grecia e i suoi creditori - accordo che dovrebbe concretizzarsi entro venerdì prossimo - prima di decidere se e quando sottoporre al Parlamento greco la relativa legge per approvare l'estensione degli aiuti economici.

La titubanza di Tsipras, secondo vari analisti, è sorta al termine di un'accesa riunione, durata oltre 11 ore, del gruppo parlamentare di Syriza svoltasi il mercoledì prima e durante la quale è emersa in tutta la sua evidenza la spaccatura creatasi fra le due anime di Syriza. Nel corso del dibattito sul nuovo accordo che la Grecia sta negoziando con i creditori, il premier ha dichiarato che non firmerà nulla che contenga nuove misure di austerità o che oltrepassi le cosiddette "linee rosse" fissate dal suo governo e ha ribadito che non vi saranno ulteriori tagli a stipendi e pensioni. Nel complesso, ha aggiunto Tsipras, l'accordo da firmare non sarà un "compromesso umiliante" ed ha inoltre criticato ancora una volta quei "fanatici dell'austerità" in Europa che continuano con le loro politiche economiche fallimentari. Tuttavia parecchi deputati hanno espresso il proprio disaccordo con il premier il quale, a questo punto, ha chiesto di mettere la questione ai voti. Risultato: sui 149 deputati del partito 95 hanno votato a favore di Tsipras e dell'accordo mentre circa 50 - appartenenti o vicini alla cosiddetta 'Piattaforma di sinistra', guidata dal ministro per la Ricostruzione, Ambiente ed Energia Panayiotis Lafazanis - hanno votato contro o si sono astenuti.  

Se da una parte è improbabile che ci possa esserci una "rivolta" analoga nel caso di un vero e proprio voto parlamentare, d'altra parte questi segni di dissenso sono stati sufficienti a preoccupare Tsipras e i suoi più stretti collaboratori, che stanno quindi valutando in queste ore la possibilità di non portare l'accordo al voto del Parlamento e trovare un altro modo per garantire la sua messa in atto. Dal canto suo, il vice presidente del Parlamento Alexis Mitropoulos ha avvertito che un eventuale accordo tra la Grecia e i suoi creditori non riceverà l'approvazione del gruppo parlamentare di Syriza. Di diverso avviso il ministro di Stato Alekos Flambouraris secondo cui l'accordo con i creditori "dovrebbe essere portato in Parlamento, ma non si può dire che cosa realmente accadrà". Ed ha aggiunto che, a suo parere, alla fine non più di tre o quattro deputati di Syriza voterebbero contro l'accordo in caso di scrutinio parlamentare. Della stessa opinione il ministro della Salute Panayiotis Kouroumplis il quale ha affermato che, nonostante le riserve e le obiezioni, qualora l'accordo fosse portato al voto del Parlamento, alla fine verrebbe approvato.