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ECONOMIA

Merkel: non ho sentito che l'Fmi voglia ritirarsi

Grecia: "Pagheremo regolarmente la tranche da oltre 300 milioni di euro all'Fmi"

La volontà è quella di trovare un accordo prima del G7 di sabato e domenica in Baviera, e possibilmente entro venerdì

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L'accordo tra la Grecia e i suoi creditori ancora non c'è, ma gli incontri proseguono in un clima positivo.

La Grecia fa sapere che "pagherà regolarmente" la tranche da oltre 300 milioni di euro dovuta domani al Fondo monetario internazionale e, "se costretta", può saldare anche i prossimi pagamenti di metà giugno, utilizzando ulteriore liquidità da fondi pensione ed enti locali. Lo riferisce all'Ansa una fonte vicina all'esecutivo ellenico.

Merkel: non ho sentito che l'Fmi voglia ritirarsi 
Christine Lagarde ritiene possibile un Grexit? "Io non ho sentito che il Fmi immagini una cosa del genere", risponde Angela Merkel. "Ho incontrato Lagarde questa settimana, e lei con Jean-Claude Juncker e Mario Draghi ha lavorato a delle proposte". Lo ha detto Angela Merkel in un'intervista alla tv Rtl affermando di "non aver sentito" neppure che il Fmi voglia ritirarsi.

Incontro tra Dijsselbloem, Tsipras e Juncker
È finito a tarda ora l'incontro di ieri tra Dijsselbloem, Tsipras e Juncker. Il presidente dell'eurogruppo ha parlato di "un buon incontro", Tsipras si è detto ottimista, e ha rassicurato sui prossimi pagamenti. "Tra tutte le parti c'è accordo per mettere fine all'austerità - ha aggiunto il premier greco -  nessuno vuole più fare gli stessi errori". E ha rassicurato sul pagamento della rata di venerdì.

Il negoziato tra la Grecia e i suoi creditori entra dunque nella fase finale che non si presenta meno burrascosa delle precedenti ma lascia intravedere spiragli per un accordo.

Draghi: serve "accordo forte"
Il premier Alexis Tsipras era volato a Bruxelles con la sua proposta, per incontrare a cena il presidente Juncker che ha sul tavolo una controproposta messa a punto con Merkel, Hollande, Draghi e Lagarde. 

I creditori sono disposti a negoziare ma "deve essere un accordo forte", spiega il presidente della Bce, e quindi deve incontrare le esigenze dei greci che vogliono la crescita, dei creditori che vogliono far quadrare i conti e dei Governi dell'Eurozona che non vogliono 'sconti' speciali per Atene.

Le divergenze nel negoziato
La volontà di tutti è trovare un accordo entro venerdì. I creditori però non intendono cedere troppo nel negoziato. Ad esempio, è escluso che si parli di un taglio del debito, ha sottolineato il portavoce di Schauble. Un'intesa invece ci sarebbe già sul surplus, finora uno dei grandi ostacoli. Ieri anche Draghi ha aperto ad Atene, sottolineando che l'obiettivo dovrebbe tenere conto della bassa crescita.

I creditori avrebbero proposto un avanzo primario (prima, cioè, del pagamento degli interessi) dell'1% per il 2015, del 2% per il 2016, del 3% per il 2017 e del 3,5% per il 2018. I numeri sono decisamente inferiori al 3% per il 2015 e 4,5% per gli anni successivi previsto dall'accordo sottoscritto dall'esecutivo precedente. Il gap si restringe, dunque, fra i creditori e Atene, che avrebbe proposto 0,8% per quest'anno e 1,5% per il prossimo, ma non è chiara l'intenzione del governo Tsipras per gli anni successivi.

Ancora distanze sulle pensioni
Distanze restano ancora sulle pensioni, con i greci che resistono a qualunque tipo di taglio e propongono di alzare l'età pensionabile, e mercato del lavoro, con Atene che non vuole attuare gli impegni presi dal Governo precedente che consentono i licenziamenti di massa.