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Coronavirus

"Un mezzo per non tornare indietro quando i contagi saranno più elevati"

Green pass, Sileri: "Seguire subito l'esempio della Francia"

Pressing sul governo da parte di alcune regioni e categorie per l'utilizzo del Green pass Covid come strumento d'accesso a locali e spettacoli, come sta avvenendo in Francia. Favorevoli anche nel Pd. Salvini critico. Meloni: "Follia anticostituzionale". Costa: "No a green pass obbligatorio"

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Fare subito come ha fatto la Francia "è sicuramente una scelta giusta. Dovremmo farlo anche in Italia, non chieda a me perché ancora non siamo partiti, io a Speranza l'ho detto tante vole". Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri al Messaggero, riferendosi alla decisione di Emmanuel Macron sull'obbligatorietà del Green pass per andare su treni e aerei, al ristorante, ad eventi con molte persone. Per Sileri bisogna applicare "sul serio" il Green pass, niente quarantena per chi ha ricevuto due dosi, rivedere i parametri nel giro di una o due settimane. "Pensiamo alle discoteche - è stata la sua riflessione - se concedessimo ai locali di aprire per i clienti con il Green pass, avremmo la corsa di chi ha tra i 18 e i 40 anni a vaccinarsi". Perché "il Green pass oggi è un mezzo per non tornare indietro quando i contagi saranno più elevati".

Su questa linea anche alcune Regioni, categorie e forze politiche. In tanti in queste ore infatti stanno dando seguito al parere del Commissario per l'Emergenza, Francesco Figliuolo, per il quale il sistema del Green pass potrebbe dare una spinta agli indecisi del vaccino, anche se andrebbe comunque fornita l'alternativa del tampone per rispettare gli equilibri costituzionali. Vicini a questa linea sono diversi parlamentari del Pd e alcuni governatori, mentre la leader dell'opposizione,Giorgia Meloni, parla di "follia anticostituzionale" e di "idea raggelante".

E' la stessa posizione di Salvini, che commenta: "Non scherziamo".E aggiunge: "Ne abbiamo parlato ma non metto in bocca opinioni al presidente. Diciamo che le scelte estreme non piacciono né a me né a Draghi. Noi non siamo per gli estremismi. Il modello francese non è un modello, è fuori discussione. Ovviamente bisogna continuare con il rispetto delle regole per situazioni di grande assembramento" dice Matteo Salvini al termine di un incontro con il premier Mario Draghi.

Anche le categorie sono divise: Fipe-Confcommercio paventa pesanti penalizzazioni per i ristoratori ma per Federalberghi sarebbe un provvedimento "sacrosanto". 

Gli argomenti si intrecciano con una valutazione complessiva che il governo farà su altre misure in scadenza, come lo stato di emergenza che terminerebbe a fine luglio ma potrebbe subire una proroga. Nonostante il dibattito e varie ipotesi, non si attendono decisioni nelle prossime ore, ma verranno fatte valutazioni nei prossimi giorni.

Gelmini: "Italia non deve più chiudere"

Sul tema, a margine di un incontro al parlamento europeo interviene anche Maria Stella Gelmini. “Stiamo risolvendo l'emergenza sanitaria, rimane l'emergenza economica", dice  la ministra agli Affari regionali. "L'Italia non deve più chiudere, dobbiamo proseguire con il mantenimento di quelle riaperture che sono il frutto di un grande lavoro, e quindi sicuramente il governo dovrà valutare l'utilizzo del Green pass ma senza copiare modelli stranieri. Certamente il governo Draghi e l'Italia saranno in grado di trovare una via italiana”. 

Non è escluso un incontro con il Cts a breve  ma è difficile che una decisione possa essere presa prima del prossimo monitoraggio di venerdì, alla luce dei dati su vaccini e contagi. Che potrebbe riservare sorprese. "Già fra 4 o 5 giorni, se osserveremo dei picchi nelle città dove ci sono stati comportamenti a rischio, vedremo se coni festeggiamenti per la vittoria agli Europei abbiamo rischiato troppo", spiega Sergio Abrignani, membro del Cts, mentre in Sardegna la variante Delta fa segnare una preoccupante diffusione  soprattutto tra i giovani.   

Sul tema del pass restano di sicuro una serie di nodi da sciogliere, come quello della costituzionalità, appunto, oltre ai problemi di privacy che ne scaturirebbero e che poi andrebbero presi in esame dal Garante. Ma con il dibattito già in corso sull'eventuale aggiornamento dei parametri per l'assegnazione dei colori alle regioni, che con la crescita di contagio rischiano di finire in giallo, a spingere sul provvedimento è la necessità di raggiungere al più presto l'immunità di gregge e convincere gli indecisi del vaccino. Un'altra questione aperta è quella dell'allineamento all'Europa sul certificato, che nel nostro Paese si riceve due settimane dopo la prima vaccinazione ma in Ue è valido solo dopo la seconda dose. In Italia attualmente il Green pass è obbligatorio per accedere ad eventi sportivi e culturali, oltre a banchetti e cerimonie ma - se ci si dovesse allineare alle misure previste in Francia - potrebbe essere necessario anche per entrare in luoghi che accolgono più di 50 persone, per accedere a bar, ristoranti, centri commerciali e mezzi di trasporto sulle lunghe distanze.   

Tra i primi ad essere favorevoli a queste ultime ipotesi c'è il governatore della Liguria, Giovanni Toti, e l'assessore alla Salute del Lazio, Alessio D'Amato, per il quale "sarebbe utile che il Governo decidesse in che maniera vada utilizzato il certificato verde, possibilmente con la vaccinazione completa, prima di adottare misure restrittive": entrambi chiedono un'inversione sui parametri, facendo pesare l'Rt ospedaliero a scapito dell'incidenza, visto il calo della pressione sulle strutture sanitarie. Il presidente campano, Vincenzo De Luca, invece precisa: "Il Green pass l'abbiamo fatto quattro mesi fa. La nostra carta di vaccinazione la rilasciamo dopo la seconda dose".

Più tiepido il governatore lombardo, Attilio Fontana, convinto che questo tipo di provvedimento "oltre a non essere possibile in Italia per privacy, in Lombardia non è necessario". Le posizioni sono diverse anche tra i parlamentari. Se alcuni esponenti del Pd chiedono di "estendere il Green pass a tutti i luoghi di socialità", per i deputati M5s in Commissione Affari sociali l'ipotesi è "prematura e pone interrogativi per coloro che devono forzatamente ricorrere al tampone". Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, si dice invece "per l'obbligo vaccinale al personale sanitario e scolastico".

Costa: "No a green pass obbligatorio"
"Per quanto riguarda  l'obbligatorietà del green pass, un conto è se parliamo di discoteche  o stadi ma per i ristoranti e i bar è eccessivo anche perché si  introdurrebbe un elemento economico: pensiamo alla famiglia che va a  mangiare una pizza e li costringiamo a pagarsi il tampone. Io credo  che su questo sarei cauto". Lo ha spiegato il sottosegretario alla  Salute Andrea Costa ospite di 'Radio Anch'io' su Rai Radio 1.    Quali sarebbero quindi gli usi del green pass? "Lo abbiamo già  introdotto per i matrimoni, eventi all'aperto, allo stadio, dove ci  sono grandi numeri, ma pensare di renderlo obbligatorio per la  ristorazione è prematuro - avverte il sottosegretario -  poi se un  ristoratore liberamente fa entrare solo i clienti vaccinati con il  green pass è un altro discorso. Veicoliamo il messaggio che è  importante vaccinarsi e noi siamo più avanti rispetto alla Francia.  Abbiamo vaccinato - conclude - il 43% della popolazione e loro al  36%".