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ITALIA

Dal 15 ottobre certificato verde obbligatorio sui luoghi di lavoro

Green Pass e nodo trasporti, le Regioni temono il caos

Si fanno i conti con l’ipotesi del personale dei trasporti pubblici no vax

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Il 15 ottobre scatterà l'obbligo di green pass nei luoghi di lavoro. ​E mentre a Roma finisce con violenti scontri e cariche della polizia la manifestazione organizzata da chi si oppone al certificato verde, le Regioni temono il caos e hanno già sottoposto al governo le loro preoccupazioni tanto che la situazione sarà nuovamente affrontata il 13 ottobre in Conferenza Regioni.

La proposta è di aumentare la validità dei tamponi per il rilascio del green pass portandoli tutti a 72 ore e di concedere alle aziende di organizzarsi anche in autonomia per l'esecuzione dei test in azienda. Istanza accolta anche dai partiti di centro-destra, Lega e Forza Italia in testa, che pure propongono al governo soluzioni agli antipodi: l'allungamento a 72 ore del tempo minimo di validità del certificato verde, Matteo Salvini; l'introduzione dell'obbligo vaccinale, il partito di Silvio Berlusconi.

Il governo non torna indietro. Ormai è stato praticamente raggiunto l'80% della popolazione vaccinabile e il dato migliora di giorno in giorno. La preoccupazione di chi chiede modifiche è legata però all'alto numero di lavoratori No vax, che per accedere al posto di lavoro dovranno sottoporsi al tampone, ogni due giorni se fanno il rapido, ogni tre se scelgono il molecolare. Sono più di 5 milioni e il sistema sanitario e delle farmacie a questi ritmi non può reggere, come denunciano i governatori, numeri alla mano.

In Veneto, dice il governatore Zaia, la stima dei lavoratori non vaccinati è di 300-350mila persone. Una cifra insostenibile visto che attualmente, si fanno 60 mila test al giorno. Non c'è dunque la capacità "di controllare tutti i non vaccinati ogni due giorni" e se il Veneto non è in grado di farlo "non ce la faranno nemmeno le altre Regioni". Zaia propone di consentire di fare i test fai da te, cioè i tamponi nasali, nelle aziende, "con la sorveglianza delle imprese". Il costo resterebbe a carico dei lavoratori, anche se tra gli imprenditori "c'è chi è anche disposto a pagarli di tasca sua". "Un'idea da valutare", dice il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore leghista del Friuli Venezia Giulia, Massimo Fedriga.

Sulle stesse richieste (riorganizzare il sistema di rilascio dei Green pass dopo l'esecuzione dei tamponi, allungando ulteriormente i tempi di validità e dare la possibilità alle imprese di organizzarsi anche autonomamente per i test) sembrano attestarsi tutte le Regioni, tranne Liguria e Lazio. “Non c’è nessun caos sul Green Pass. Nel Lazio il 90% della popolazione adulta ha completato l’iter della vaccinazione. In tanti hanno agito con grande senso di responsabilità: le aziende sono organizzate, e i cittadini sono consapevoli ed informati. Ora è il momento della concretezza per sostenere in sicurezza la ripartenza”, ha dichiarato l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, a margine del presidio di solidarietà alla Cgil. I benefici che porta il Green pass sono "di gran lunga superiori" alle difficoltà che porta nei posti di lavoro, dice invece Giovanni Toti.

Intanto la Lega ha presentato un emendamento al decreto Infrastrutture a tutela dei lavoratori stranieri che si sono immunizzati con vaccini non riconosciuti da Ema per evitare, con l'entrata in vigore dell'obbligo del green pass, "la paralisi" del sistema dei trasporti e della logistica, come sottolinea il vice ministro alle Infrastrutture Alessandro Morelli. "L'allarme lanciato dalle associazioni di categoria - dice - non può rimanere inascoltato. Se si blocca il trasporto terrestre e marittimo, si blocca il Paese, in una fase storica in cui ogni rallentamento potrebbe avere esiti catastrofici.

Proprio il settore dei trasporti è indicato come uno dei più fragili. A Milano e in Lombardia si fanno i conti con l’ipotesi del personale dei trasporti pubblici no vax, quindi privo di Green pass e che dal 15 ottobre dovrà fare i conti con l’obbligatorietà della certificazione verde per accedere al posto di lavoro. Il Corriere della Sera scrive che c’è almeno un conducente che ha già fatto sapere all’Atm, l’azienda di trasporti pubblici di Milano, che venerdì prossimo non sarà al lavoro perché sprovvisto di green pass. L'ipotesi è che siano molti di più e che possano avere un peso sull'organizzazione dell'intero settore tanto che Atm si starebbero attrezzando con i "riservisti", mentre Trenord ha fatto sapere ai sindacati che sta pensando di "congelare" le ferie. Problemi analoghi sono temuti in molte altre Regioni.