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ITALIA

Inquinamento

Greenpeace, sostanze chimiche pericolose sui Monti Sibillini

Trovati perfluorocarburi (Pfc), impiegati in molti processi industriali per la produzione di beni di consumo. Una volta rilasciati nell'ambiente si degradano molto lentamente

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Parco Nazionale dei Monti Sibillini (wikipedia)
Sostanze chimiche pericolose e persistenti, usate anche nella produzione di abbigliamento outdoor, lasciano tracce nei luoghi più remoti e apparentemente incontaminati del globo, tra cui i Monti Sibillini. Lo rivela il rapporto di Greenpeace "Impronte nella neve" sulla diffusione nell'ambiente dei perfluorocarburi (Pfc), composti chimici impiegati in diversi processi industriali.    

Fra maggio e giugno otto squadre di attivisti di Greenpeace hanno intrapreso spedizioni in altrettante aree montane di tre continenti per prelevare campioni di acqua e neve. Stando al rapporto le concentrazioni maggiori di Pfc sono state trovate nel lago di Pilato sui Monti Sibillini, tra Umbria e Marche, ma anche negli Alti Tatra, in Slovacchia, e sulle Alpi, nel parco nazionale svizzero. Le altre spedizioni sono state portate a termine nella Patagonia cilena, in Cina, Russia, Turchia e nei Paesi scandinavi.    

"Abbiamo trovato tracce di Pfc nei campioni di neve raccolti in tutte le località indagate", dice Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace Italia. "Dei 17 composti riscontrati in tutti i campioni di neve analizzati, ben 4 hanno mostrato le concentrazioni maggiori nei campioni del lago di Pilato, tra cui il perfluorottano sulfonato già soggetto a restrizioni nell'ambito della Convenzione di Stoccolma".    

I Pfc sono impiegati in molti processi industriali per la produzione di beni di consumo. "Il settore dell'abbigliamento outdoor - spiega Greenpeace - li usa nelle finiture impermeabilizzanti e antimacchia. Una volta rilasciati nell'ambiente si degradano molto lentamente, restando nella forma originaria per diversi anni e disperdendosi su tutto il globo". Alcuni Pfc, prosegue l'organizzazione, possono causare danni al sistema riproduttivo e ormonale, favorire la crescita di cellule tumorali e sono sospetti agenti mutageni.