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ECONOMIA

Atene

Grexit, tre scenari possibili per l'uscita dall'euro

Interpetazione dei trattati e vie legali. Così la Grecia può abbandonare l'Europa

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Se le banche greche si trovassero all'improvviso in crisi di liquidità e in stato di fallimento, senza che la politica europea faccia nulla per risolvere la situazione, l'uscita dall'euro della Grecia (il Grexit) sarebbe inevitabile. Ma in che modo? Secondo Alberto Gallo, capo dell'ufficio studi per la ricerca macroeconomica e di credito alla Royal Bank of Scotland, sono tre gli scenari possibili.

Scelta unilaterale di uno Stato membro
Prima della ratifica del Trattato di Lisbona nel 2009, non esistevano disposizioni nei trattati Ue che considerassero l’ipotesi del ritiro di uno Stato membro dall'UE o dall'UEM. Tali disposizioni sono state volutamente non considerate per evitare dubbi sull’impegno 'degli Stati membri e l’irreversibilità del processo di integrazione. Il trattato di Lisbona - per la prima volta in modo esplicito - ha introdotto una ‘clausola di uscita’ sul all'UE. L'articolo 50 (ora articolo 49 A) ​​del trattato prevede espressamente che uno Stato membro che intenda ritirarsi dalla UE è tenuto ad informare il Consiglio europeo della sua intenzione. Il Consiglio produrrà linee guida e agirà in nome dell'Unione per negoziare e concludere un accordo di ritiro con gli Stati membri , a maggioranza qualificata. Lo Stato membro cesserà di essere vincolato ai trattati dalla data prevista nel contratto, o, in mancanza, due anni dopo la notifica della sua intenzione di ritirarsi (il che significa che il ritiro unilaterale è possibile). La clausola di uscita non fa particolare riferimento al ritiro dall’Euro. Le interpretazioni possibili sono due: 
1) il diritto di uno Stato membro di recedere dal Euro è implicito nel suo diritto di ritiro dai trattati, quindi non c'è bisogno di un altro procedimento speciale;
2) significa il diritto di recesso dall’Euro non è stato mai considerato. Mentre entrambe le interpretazioni portano alcuni problemi legali, la carta della Banca Centrale Europea sostiene che il ritiro dall'euro senza un ritiro parallelo dall'UE sarebbe giuridicamente concepibile.
 
Il diritto collettivo all'espulsione
Il secondo scenario è che non sia uno Stato membro a decidere di ritirarsi, ma che l'azione collettiva degli altri Stati membri porta alla sua espulsione. Attualmente non esiste una disposizione del Trattato di Lisbona in questo senso e il documento pone condizioni legali che ostacolano la teoria di un ‘diritto di espulsione’ collettivo:
1) l'espulsione avrebbe bisogno di una modifica dei trattati, che richiede il consenso unanime di tutti gli Stati membri
2) le persone fisiche o giuridiche possono opporsi alla perdita dei diritti acquisiti da all'UE o dall’UEM;
 3) un diritto di espulsione è inconciliabile con la logica delle sanzioni esistenti, che è quello di incoraggiare uno Stato membro ad adempiere ai propri obblighi derivanti dal trattato, piuttosto che punirlo per non essere all'altezza delle aspettative.
 
Vie indirette per l’espulsione
Il trattato di Lisbona suggerisce che però che il ‘diritto d’espulsione collettivo ‘ potrebbe essere fatto valere attraverso la ‘procedura di maggiorazione cooperazione’, che consente una maggiore integrazione tra gli altri Stati membri (accanto a quello sottoposto a espulsione), o mediante la costituzione di un nuovo partenariato basato su un trattato tra la maggioranza degli Stati membri .