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ITALIA

Ministra intercettata: "L’emendamento? Dovremmo farcela"

Traffico e smaltimento rifiuti, 5 arresti in Basilicata. Indagato il compagno della ministra Guidi

L'Eni, dopo gli arresti di oggi, ha annunciato che la produzione di petrolio in Val d'Agri - pari a 75 mila barili al giorno - "al momento è sospesa"

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Cinque arresti ai domiciliari a carico di funzionari e dipendenti dell'Eni e decine indagati. E' il bilancio di una operazione effettuata dai militari del comando carabinieri per la tutela dell'ambiente, in collaborazione con i comandi provinciali carabinieri di Potenza, Roma, Chieti, Grosseto e Genova. Le persone coinvolte nell'inchiesta sono ritenute responsabili, a vario titolo, di attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti. 

Fra gli indagati, nell'ambito dell'indagine che ha portato all`arresto di funzionari e dipendenti del centro oli di Viggiano in provincia di Potenza, dell'Eni perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti, risulterebbe anche Gianluca Gemelli, imprenditore e compagno della ministra dello sviluppo economico Federica Guidi nonchè Commissario di Confindustria Siracusa.

L'imprenditore sarebbe stato oggetto anche di alcune perquisizioni e sarebbe indagato in concorso per ipotesi di corruzione e traffico di influenze illecite, avendo goduto, secondo gli inquirenti, di una posizione di riguardo e di benevolenza nell'ambito dei rapporti commerciali con la società Total.

Gemelli sarebbe indagato per traffico di influenze illecite perché "sfruttando la relazione di convivenza che aveva col Ministro allo Sviluppo Economico -- si legge nel capo d’imputazione contenuto nell’ordinanza di misure cautelari - indebitamente si faceva promettere e otteneva da Giuseppe Cobianchi, dirigente della Total” le qualifiche necessarie per entrare nella "bidder list delle società di ingegneria" della multinazionale francese, e “partecipare alle gare di progettazione ed esecuzione dei lavori per l’impianto estrattivo di Tempa Rossa”.

L'ipotesi della magistratura, è che Gemelli si attivò per indurre il ministro Guidi a far inserire un emendamento nella Legge di Stabilità del 2015, per snellire gli iter del progetto Tempa Rossa di Total. Un progetto che già era stato inserito nel decreto Sblocca Italia.

Il giudice per le indagini preliminari scrive negli atti: "Non essendo stato possibile farlo “passare (l'emendamento, ndr)” nel testo del decreto “Sblocca Italia”, il Governo lo aveva sostanzialmente riproposto nel testo del disegno della Legge di Stabilità, finendo con l'essere - unitamente alla legge di Stabilità -approvato a fine dicembre 2014. 

L'emendamento e le intercettazioni delle telefonate tra la ministra e il compagno
Nell’inchiesta sono finite delle telefonate tra Gemelli e la ministra Federica Guidi, che sembrava rassicurare il compagno circa l’iter di alcune misure allo studio: "Dovremmo riuscire a inserire quell’emendamento al Senato - dice il ministro - se è d’accordo anche Maria Elena (il ministro Boschi,ndr)".

"Dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se... è d'accordo anche Mariaelena la... quell'emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte. Alle quattro di notte... Rimetterlo dentro alla legge... con l'emendamento alla legge di stabilità e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche Tempa Rossa... ehm... dall'altra parte si muove tutto!". E alla richiesta di Gemelli se "l'emendamento" riguardasse Total, il ministro afferma «certo, per questo te l'ho detto".

Decreti di sequestro
Due decreti di sequestro sono stati eseguiti dai Carabinieri nel centro oli di Viggiano con possibili conseguenze sulla produzione di petrolio in Val d'Agri, dove si trovano giacimenti di idrocarburi di interesse nazionale. Interpellata, Eni non commenta e spiega che i legali del gruppo stanno analizzando la situazione: quando il quadro sarà completo verranno forniti commenti. Il gruppo sottolinea di stare collaborando con la magistratura.   

Eni sospende produzione in Val d'Agri
Lo ha annunciato l'Eni, dopo gli arresti di oggi. La compagnia petrolifera chiederà alla magistratura - alla quale darà "la massima collaborazione" - "la disponibilità dei beni posti oggi sotto sequestro".