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MONDO

Medio Oriente

Hamas: sì allo Stato palestinese nei confini del 1967

L'organizzazione estremista palestinese: conflitto "politico" e non religioso. Ma nel documento non c'è il riconoscimento di Israele. Il governo di Netanyahu boccia l'iniziativa: è "fumo negli occhi"

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L'organizzazione estremista palestinese Hamas, al potere nella Striscia di Gaza,  ha approvato per la prima volta nella sua storia una modifica del proprio programma politico, accettando la creazione di uno Stato palestinese entro i confini del 1967 e sottolineando la natura "politica" e non religiosa del suo conflitto con Israele.

Il documento non implica il riconoscimento di israele
Nel documento, un supplemento che modifica ma non sostituisce la Carta del 1988, Hamas considera la "creazione di uno Stato palestinese interamente sovrano e indipendente nelle frontiere del 4 giugno 1967 con Gerusalemme capitale" come "una formula di consenso nazionale".

Tentativo di superare l'isolamento internazionale
Secondo gli esperti l'iniziativa mira a far rientrare l'organizzazione - considerata come "terroristica" da Israele, Stati Uniti ed Unione europea - nel gioco negoziale. Tuttavia, come si è detto, la modifica non costituisce un riconoscimento dello Stato ebraico, come invece chiedeva la comunità internazionale. Il documento - inviato anche a "numerose capitali straniere" che attualmente non hanno alcun rapporto con Hamas - è stato reso pubblico in  anticipo sui tempi previsti e a 48 ore dal primo incontro fra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader palestinese Abu Mazen. 

Israele: da Hamas solo 'fumo negli occhi'
Israele ha rigettato la dichiarazione di Hamas e l'ha definita "fumo negli occhi", precisando che l'organizzazione palestinese al potere nella Striscia di Gaza continua a perseguire il suo obiettivo che è la distruzione di Israele. Lo ha reso noto l'ufficio del premier Benyamin Netanyahu, citato dai media israeliani.