Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Hong-Kong-governo-annulla-colloqui-leader-proteste-79487a4d-233f-4fc8-b25b-70314d498faa.html | rainews/live/ | true
MONDO

Nuova tensione tra studenti e autorità

Hong Kong: il governo annulla i colloqui con i leader delle proteste

A dare l'annuncio la numero due del governo, Carrie Lam. Gli studenti avevano minacciato di riprendere le occupazioni di edifici pubblici qualora non avessero ottenuto concessioni al tavolo negoziale

Condividi
Il governo di Hong Kong ha annullato la prima tornata negoziale con gli studenti che era prevista per venerdì 10 ottobre, dopo che i leader delle proteste hanno chiesto ai cittadini di radunarsi a Hartcourt Road prima dell'incontro per mettere pressione all'amministrazione dell'isola. Ad annunciarlo in una conferenza stampa è stata la numero due dell'amministrazione di Hong Kong, Carrie Lam, che avrebbe dovuto guidare la delegazione governativa.

Lam: "La base per un dialogo costruttivo è stata minata"
"I colloqui in programma per domani non andranno avanti perchè sono stati seriamente minati dalle osservazioni da parte dei leader studenteschi", ha fatto sapere Lam in una conferenza stampa. L'annuncio è arrivato due ore dopo che i leader degli studenti avevano indetto per domani una nuova manifestazione minacciando nuovi blocchi se le loro richieste non fossero state accettate nei colloqui con il governo.

Prove di dialogo
Il dialogo tra cinque esponenti del governo e cinque leader dei movimenti studenteschi impegnati nell'occupazione delle strade del centro finanziario di Hong Kong era considerato il preludio a una discussione di largo respiro sulle modalità di elezione del leader dell'isola, con gli studenti che chiedono la nomina popolare dei candidati alla massima autorità di Hong Kong, contro il governo cinese che prevede che a selezionarli sia un comitato di 1.200 membri.

Alta tensione tra studenti e autorità
Le ultime ore erano state segnate da scambi di accuse tra i manifestanti che hanno rifiutato di ritirarsi da Admiralty, il cuore delle proteste, e i rappresentanti di polizia e amministrazione di Hong Kong per la rimozione delle barricate dall'area degli uffici governativi e dell'Assemblea Legislativa, il mini-parlamento dell'isola. Intanto hanno riaperto anche gli asili delle aree interessate dalle manifestazioni, l'ultima delle istituzioni scolastiche ancora chiuse per le manifestazioni di questi giorni.

La minaccia di nuovi sicoperi
In conferenza stampa, nel pomeriggio, hanno parlato i leader del movimento studentesco, che aveva iniziato gli scioperi il 22 settembre scorso. Alex Chow, segretario generale della Federazione degli Studenti di Hong Kong, ha manifestato oggi la disponibilità degli studenti al dialogo, ma aveva dichiarato che le proteste sarebbero proseguite se il governo non avesse risposto alle loro domande con "soluzioni sostanziali per alleggerire le tensione politica", scrive il South China Morning Post. Joshua Wong, leader della sigla Scholarism, ha dichiarato che il movimento potrebbe dare il via a una nuova ondata di scioperi degli studenti delle scuole superiori se il governo si rifiutasse di rispondere alle richieste del movimento sulla nomina popolare dei candidati.

Le accuse verso Cy Leung
La giornata di oggi è stata segnata ancora dalle polemiche sui presunti pagamenti illeciti ricevuti da Cy Leung, il contestatissimo capo esecutivo di Hong Kong, dal gruppo australiano UGL. Il Partito Neo-democratico di opposizione, ha presentato una richiesta formale di indagine all'agenzia anti-corruzione dell'isola, la ICAC (Independent Commission Against Corruption) riguardo ai presunti pagamenti illeciti ricevuti a margine dell'acquisizione di una società immobiliare di Hong Kong da parte del gruppo australiano UGL. Lo scandalo era stato svelato ieri dai giornali del gruppo di media Fairfax, che hanno rivelato la presenza di una lettera segreta in base alla quale, Cy Leung avrebbe ricevuto in due tranches, pagamenti per sette milioni di dollari australiani, 4,85 milioni di euro, formalmente per favorire l'espansione in Asia del gruppo.