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ITALIA

Il disastro in Abruzzo

Hotel Rigopiano, si scava fino alla fine. A una settimana dal disastro muore anche la speranza

L'albergo restituisce soltanto cadaveri: nelle ultime ore il bilancio delle vittime è salito a 24, 5 i dispersi.   Si sperava ancora in un ultimo ambiente inesplorato ma anche quella speranza sembra caduta. "Dietro quel muro - spiegano - c'e' un ammasso di neve ghiacciata e compatta, tronchi d'albero, fango, detriti della frana e pezzi di cemento. Tutto frullato insieme. Mai vista una cosa simile"

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Soccorsi a Rigopiano

E' passata una settimana da quel terribile mercoledì e quel che tutti temevano sembra diventare realtà: l'Hotel Rigopiano ormai potrebbe essere soltanto una tomba. In quel groviglio di neve, tronchi d'albero e cemento sbriciolato che era il resort a quattro stelle, ci sono soltanto morti.

Certo, nessuno dice ufficialmente che non c'è più alcuna possibilità di trovare vivo chi ancora manca all'appello; ma gli sguardi e le parole a mezza bocca di tutti coloro che scendono dalla montagna valgono molto di più: "è follia solo pensarlo, che qualcuno possa essersi salvato".  

 Che il vento fosse purtroppo girato definitivamente al peggio, lo si è compreso già nella tarda serata di lunedi', quando i vigili del fuoco sono riusciti finalmente a bucare il muro che separava la parte già controllata dell'hotel dalle cucine e dalla zona bar. Speravano che dietro a quel muro di cemento armato spesso 80 cm la furia della valanga avesse risparmiato almeno qualcosa. Una stanza, un angolo dove le persone rimaste intrappolate avessero potuto trovare riparo. In fondo è quel che è successo per i bimbi nella sala biliardo e per i sopravvissuti nella hall, vicino al camino.  

 Ma non è andata cosi': "Dietro quel muro - spiegano - c'è un ammasso di neve ghiacciata e compatta, tronchi d'albero, fango, detriti della frana e pezzi di cemento. Tutto frullato insieme. Mai vista una cosa simile. L'unica cosa che ci possiamo augurare, a questo punto, è che siano tutti lì e che li troviamo prima possibile".



Da là dentro, lunedì sera, hanno estratto quattro corpi. Ma era solo l'inizio: in venti ore ne hanno recuperati altri nove, cinque uomini e quattro donne. Alcuni di loro devono ancora essere identificati, e tra questi ci sarebbe anche Faye Dane, il rifugiato senegalese che lavorava in hotel e il cui nome non era stato inizialmente inserito nella lista dei dispersi. Il che significa che dei 40 presenti mercoledì scorso al Rigopiano, quando la valanga si è abbattuta sull'hotel, 18 sono morti.

Tolti gli undici sopravvissuti, restano ancora 5 dispersi. Cinque sono i corpi che sono stati identificati ieri: sono quelli di Paola Tomassini, Marco Vanarielli, Pietro Di Pietro, Stefano Feniello e dell'amministratore dell' albergo, Roberto Del Rosso.    

"Si va avanti, dobbiamo terminare il lavoro - dice il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio -. E' un lavoro complicato e lo sapevamo fin dall'inizio, ma andiamo avanti". Parole ribadite da Luigi D'Angelo, il funzionario del Dipartimento della Protezione Civile al centro di coordinamento dei soccorsi a Penne. "Non ci fermeremo fino a quando non avremo la certezza che non ci sia piu' nessuno" sotto le macerie o sotto la neve. "Stiamo scavando nel cuore della struttura e dobbiamo continuare a cercare fino alla fine".  

 Sia Curcio sia D'Angelo sorvolano sul fatto che le ricerche, ormai, sono concentrare sui morti, anzichè sui vivi. Ma anche in questo caso le parole servono a poco davanti alle immagini che i soccorritori continuano a girare dove una volta c'era l'hotel. L'unica possibilità che qualcuno sia potuto sopravvivere, infatti, era riposta nell'integrità dei locali al piano terra: dei tre piani che formavano il corpo principale dell'hotel, quello dove c'erano le camere degli ospiti, non è rimasto più nulla. Il tetto spiovente, crollato dopo esser stato travolto dalla valanga, ha schiacciato completamente tutti e tre i piani. I soccorritori non ci sono neanche andati, a cercare lì dentro. Perchè, se qualcuno era in camera, è morto nell'istante in cui la massa di neve ha colpito l'albergo.  

 "Di valanghe, anche distruttive, ne ho viste - dice Adriano Favre, direttore del Soccorso Alpino della Valle d'Aosta e tra i massimi esperti di valanghe - Mi ricordo quella di Morgeaux, sono bastati 20 centimetri di neve per piegare i tetti delle case e 'sparare' le carriole dentro i muri, trasformandole in quadri. Ma una violenza cosi' non l'ho mai vista".   La sensazione di tutti, dunque, e' che si stia davvero arrivando alla parola fine. Diversi volontari del soccorso alpino e della Guardia di Finanza hanno gia' iniziato a smobilitare e lassu' sulla montagna si procede alla rimozione delle macerie e della neve con le ruspe. Ma fin quando l'ultimo corpo non sara' restituito ai familiari, nessuno abbandonera' mai quell'albergo maledetto.


Vittime e sopravvissuti: i numeri e i nomi
C'erano 40 persone nell'hotel Rigopiano quando la valanga, nel pomeriggio di mercoledi', ha investito la struttura: 28 ospiti, di cui 4 bambini e 12 dipendenti, compreso il titolare Roberto Del Rosso e il rifugiato senegalese Faye Dane.    Due persone, il cuoco Giampiero Parete e il tuttofare dell'hotel, Fabio Salzetta, si sono salvati perche' al momento della slavina si trovavano all'esterno dell'albergo. Sono stati recuperati dagli uomini del soccorso alpino all'alba di giovedi' scorso. Dalle macerie i vigili del fuoco hanno poi estratto vive, tra la giornata di venerdi' e l'alba di sabato scorsi, 9 persone: la moglie e il figlio di Parete, Adriana Vranceanu e il piccolo Gianfilippo; tre bambini, l'altra figlia di Parete, Ludovica, Edoardo Di Carlo e Samuel Di Michelangelo, e altre 4 persone. Si tratta di Giampaolo Matrone, Vincenzo Forti, Francesca Bronzi e Giorgia Galassi.  

 Le vittime al momento estratte sono invece 24: 12 uomini e 12 donne. Di queste ne sono state identificate 11: Sebastiano di Carlo e la moglie Nadia Acconciamessa, il maitre dell'hotel Alessandro Giancaterino, il cameriere Gabriele D'Angelo, l'estetista Linda Salzetta, Barbara Nobilio, Paola Tomassini, Stefano Feniello, Marco Vanarielli, Pietro Di Pietro e l'amministratore dell' hotel Roberto Del Rosso. E ci sono ancora 5 dispersi. 


Primo funerale a Farindola: il maitre Giancaterino
Nella chiesa di San Nicola Vescovo a Farindola il primo funerale di una vittima del disastro dell'hotel Rigopiano. Si tratta del maitre dell'albergo, Alessandro Giancaterino, 42 anni di Farindola, a pochi chilometri dal luogo dove è caduta la valanga. Gremita la chiesa. La bara è stata portata a spalla sotto la pioggia dal Comune, dove era stata allestita la camera ardente. Presenti i familiari di Giancaterino, tra cui la moglie Erika e il fratello Massimiliano, il prefetto di Pescara Francesco Provolo e il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta. In Chiesa anche Fabio Salzetta, il tuttofare dell'hotel Rigopiano, scampato al disastro, che ieri sera ha saputo della morte della sorella Linda, che lavorava all'albergo come estetista. Tanta gente anche nella piazza. Al funerale assiste anche il viceministro dell'Interno Filippo Bubbico, che in questi giorni segue le operazioni di soccorso dal centro operativo di Penne.Nel pomeriggio a Penne si svolgeranno le esequie di Gabriele D'Angelo, 31 anni, cameriere dell'hotel Rigopiano.

Edoardo e Samuel tornano a casa
Dimessi dall'ospedale di Pescara Edoardo Di Carlo, 9 anni, e Samuel Di Michelangelo, 7, superstiti della tragedia dell'hotel Rigopiano. Il primo ha perso entrambi i genitori, morti sotto alle macerie dell'albergo, mentre quelli del secondo sono ancora tra i dispersi. I bimbi, in buone condizioni di salute, ieri avevano espresso il desiderio di restare qualche altra ora nel reparto di Pediatria. Poi, oggi, hanno lasciato l'ospedale. Edoardo è stato affidato ad un fratello maggiorenne ed è andato via con i parenti, Samuel ha lasciato la struttura sanitaria insieme ai nonni. Mentre Edoardo è stato informato della morte dei genitori, Samuel, a quanto appreso, sa che mamma e papà sono in ospedale, feriti. Ieri il direttore sanitario di presidio, Rossano Di Luzio, aveva osservato: "Credo che Samuel stia ancora aspettando i suoi genitori". Nei giorni di ricovero i bambini sono stati assistiti dai medici e dal personale della Pediatria, con il supporto degli psicologi della Asl.  

La videochiamata con Dybala
Videochiamata tra i piccoli Edoardo e Samuel e il calciatore della Juve Paulo Bruno Exequiel Dybala. A organizzare l'incontro virtuale è stato uno degli psicologi che ha assistito i bimbi nel reparto di Pediatria. L'attaccante argentino li ha anche invitati a Torino.

La funzionaria prefettura: ho coscienza a posto
"Ci saranno modi e tempi per chiarire tutto. L'importante e' avere la coscienza a posto, e io ce l'ho. Tutto il resto, le polemiche di questi giorni, non m'interessa". Risponde cosi', in un colloquio con Repubblica la funzionaria della questura che mercoledi' 18 prese la telefonata di Quintino Marcella di allarme su Rigopiano. Il quotidiano non cita pero' il nome della donna, e riferisce che ieri e' stata ascoltata in questura.  "Mercoledi' ero appena rientrata in ufficio da una malattia.
Prima e' scoppiata l'emergenza neve, poi quella del sisma. C'era bisogno di gente nell'unita' di crisi e ho dato la mia
disponibilita'". "Il mio compito - precisa - era rispondere alle chiamate dall'esterno". Anche quella dell'amico di Gianpiero Parete, Marcella. "Non devo dare spiegazioni a lei... - risponde al giornalista -. Nella sala operativa eravamo in
tanti, non c'ero solo io".